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 2024  giugno 19 Mercoledì calendario

Biografia di Kalidou Koulibaly

Kalidou Koulibaly, nato a Saint-Dié-des-Vosges (Francia) il 20 giugno 1991 (33 anni). Calciatore. Difensore. Senegalese con cittadinanza francese. Dal 2023 al club saudita dell’Al-Hilal. Inizi al Metz, dopo due stagioni al Genk è passato al Napoli, dove ha giocato per otto stagioni, dal 2014 al 2022, vincendo una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Nella stagione 2022-2023 al Chelsea. Capitano della nazionale senegalese, con cui ha vinto la Coppa d’Africa 2022.
Vita Nato da genitori senegalesi emigrati in Francia. Il padre era operaio, la madre cameriera in un ristorante. «È cresciuto nelle giovanili del Saint-Dié e nel 2010 ha debuttato in prima squadra nel Metz. Nel 2012 è già in Belgio, nel Genk. Due anni dopo l’approdo in A, al Napoli. Con la maglia azzurra ha collezionato 317 presenze, segnando 14 gol. Il suo idolo è Thuram, che in Italia ha indossato le maglie di Parma (1996-2001) e Juventus (2001-2006). Koulibaly è un difensore forte fisicamente, dirompente nel gioco aereo ed elegante nei movimenti. Abile nel far ripartire l’azione, può giocare anche come terzino destro e in diverse occasioni, nella sua carriera, ha giocato anche a centrocampo» (Salvatore Riggio) • Nella sfida-scudetto del 22 aprile 2018 tra Juventus e Napoli, a Torino, regalò la vittoria agli azzurri con un gol di testa al 90’. Con quel successo gli azzurri sembravano lanciati versa la conquista del titolo, ma alla fina ebbe la meglio la Juventus. • Nell’estate 2023 ha lasciato il Chelsea, dopo una stagione fallimentare, con il club finito 12esimo in premier, e ha accettato la ricca proposta del club saudita dell’Al-Halil: un contratto triennale da 30 milioni di euro a stagione. «Accolto come una rockstar all’Al-Hilal, rischia però di aver chiuso in anticipo la carriera. Sempre che l’emergente Saudi Pro League non diventi davvero un torneo paragonabile alla Premier, come sperano laggiù. Possibile?» (Carlos Passerini) • «La montagna (K2) va da Maometto. “Sono musulmano e, a livello religioso, arrivo dunque nel paese ideale per me e per tutta la mia famiglia”. Kalidou Koulibaly da Riad dopo la firma di un faraonico contratto triennale con il più prestigioso club dell’Arabia Saudita: l’Al-Hilal. “Sto facendo anche una importante scelta di vita, oltre che professionale, perché non mi sono limitato a cambiare squadra per la terza volta nello spazio di un paio di anni: dopo essere passato dal Napoli al Chelsea ho deciso pure di andare a vivere in un altro continente, salutando Londra”. Il calcio nell’era della globalizzazione continua ad allargare le sue frontiere e il capitano della nazionale del Senegal si sente nella circostanza pure un po’ un pioniere, senza peraltro negare il richiamo irresistibile dell’offerta economica ricevuta. “Sono uno dei primi giocatori ad approdare dall’Europa in un campionato che sta crescendo tanto: spero di aiutarlo a scrivere una nuova storia sportiva. E poi c’è questo contratto assai importante, non posso negare che abbia avuto il suo peso”. I soldi fanno davvero la felicità, Koulibaly? “Potrò aiutare tutta la mia famiglia a vivere bene, dai miei genitori ai miei cugini, e anche sostenere le attività sociali della mia associazione in Senegal, Capitaine du Coeur: abbiamo cominciato la settimana scorsa con la costruzione di una clinica pediatrica nel villaggio dei miei genitori, a Ngano. Lì l’ospedale più vicino è lontano un’ora di viaggio, adesso. Troppo. Ne serviva un altro. Ma è solo l’inizio e ho tanti progetti nella testa, soprattutto per aiutare i più giovani. Ci espanderemo con la solidarietà anche alle nazioni confinanti. Il mio legame con l’Africa è fortissimo, e lo sarà ancora di più quando smetterò di giocare”. Davvero non le brucia aver lasciato la Premier? “Quella con il Chelsea è stata una grandissima esperienza. E la Premier è bellissima, uno dei campionati migliori al mondo: tanta intensità, giocatori veloci, grandi talenti. Loro si aspettavano il Koulibaly di Napoli, ma non credo che la mia stagione sia stata così male. Avevo bisogno di tempo. In un anno non ho potuto mostrare quello che avrei voluto per le scelte di allenatore e società. Sono andato via perché non avevo la garanzia di giocare sempre, anche se sono sempre stato serio e professionale. Ma non mi piace stare in panchina a fare niente. Preferisco andare in un posto dove mi vogliono, dove sono al centro di un progetto”. Al Napoli lo è stato per nove anni... “In tanti mi dicono che sono andato via al momento sbagliato, perché avrei potuto vincere lo scudetto. Ma credo molto nel destino e si vede che doveva andare così. Sono stato felicissimo per i miei ex tifosi, la società, i giocatori: vittoria meritatissima. Ho un solo rimpianto: non aver giocato con Kvaratskhelia” (a Marco Azzi) • Nel 2024 è diventato socio del club francese del Sedan. «L’ingresso di Koulibaly in società è immediato. È stato infatti approvato, all’unanimità, dal Board del club francese, anche se Koulibaly - almeno per ora – non avrà un ruolo nell’organigramma. Possibile un avvicendamento una volta che smetterà col calcio giocato e, con questa manovra, non è neanche da escludere che Koulibaly possa terminare la propria carriera da calciatore proprio a Sedan dopo l’avventura in Arabia Saudita con l’Al-Hilal» (Luca Stamerra).
Razzismo Nel dicembre 2018, a San Siro, durante Inter-Napoli, fu bersagliato da cori razzisti, ululati e versi della scimmia da parte dei tifosi interisti. L’arbitro Mazzoleni non intervenne, anzi lo espulse dopo un suo applauso polemico. Ne scaturì un caso. «L’ex difensore del Napoli è stato spesso preso di mira durante i suoi anni di militanza con la maglia azzurra. In più di una circostanza il possente difensore franco-senegalese ha denunciato, segnalato, incassato. Fino anche a sbottare, portato all’estremo della pazienza. Uno dei primi episodi si registrarono all’Olimpico di Roma (era il 2016) quando la curva nord della Lazio - oltre ai soliti cori imbecilli riferiti a Napoli e al Vesuvio - si concentrò per tutto l’arco dell’incontro con ululati razzisti ogni qual volta il difensore azzurro entrava in azione. A tal punto che il direttore di gara (Irrati) fu costretto a sospendere la partita per un paio di minuti. Non fece lo stesso, invece, nel giorno di S. Stefano l’arbitro Mazzoleni a S. Siro (era il 2018) contro l’Inter nonostante gli ululati di tifosi nerazzurri indirizzati a Koulibaly. Il difensore fu invece espulso dopo un fallo su Politano (doppia ammonizione) per un applauso polemico nei confronti del direttore di gara. A fine partita, l’allora tecnico del Napoli Carlo Ancelotti denunciò l’episodio. “Abbiamo chiesto per tre volte la sospensione del match per gli ululati a Koulibaly. Nonostante gli annunci dello speaker la gara è andata avanti. Ci sono stati ululati per tutta la partita e il giocatore non è stato lucidissimo”» (Eugenio Marotta) • «Più volte si è espresso contro il razzismo e altre forme di discriminazione nel mondo dello sport italiano, chiedendo alla federazione calcistica di assumere provvedimenti per agevolarne il contrasto. In più circostanze il senegalese ha criticato gli organismi di vertice di non applicare misure per contrastare gli ululati e altri abusi, di cui anche lui è stato regolarmente vittima nel campionato italiano. Non si può dimenticare, ad esempio, quanto accaduto nel 2016, quando dopo i beceri buu razzisti nei confronti di Koulibaly, all’Olimpico nel match tra Lazio e Napoli, l’arbitro Irrati sospese il gioco per quattro minuti. Al termine della gara, il difensore regalò la maglietta a un bambino, tifoso biancoceleste, in quel momento a bordo campo. Gesti che hanno prodotto un forte attaccamento del popolo napoletano nei confronti di Kalidou. Memorabile quanto avvenne all’allora San Paolo il 29 dicembre 2018 quando in segno di solidarietà con il giocatore infuriato per gli insulti razzisti subiti a San Siro contro l’Inter nella giornata precedente, si presentarono in massa con la maschera raffigurante il giocatore senegalese e la scritta. “Siamo tutti Koulibaly”» (Salvatore Riggio).
Amori Sposato con la francese Charline Oudenot, nata anche lei a Saint-Dié-des-Vosges, nel suo stesso ospedale e lo stesso giorno, il 20 giugno 1991. La coppia ha un figlio, Seni.
Religione Musulmano.
Curiosità Appassionato di matematica. Dopo il diploma si era iscritto all’università alla facoltà di matematica, poi abbandonata per gli impegni calcistici.