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 2024  giugno 26 Mercoledì calendario

Biografia di Flavio Cattaneo

Flavio Cattaneo, nato a Rho (Milano) il 27 giugno 1963 (61 anni). Dirigente d’azienda. Dal 2023 amministratore delegato e direttore generale di Enel. Vicepresidente di Endesa e membro del consiglio di amministrazione di Assicurazioni Generali. Già amministratore delegato di Tim (2016-2017), Terna (2005-2014), ad e vicepresidente esecutivo di Italo (2017-2023), direttore generale della Rai (2003-2005) e presidente e amministratore delegato di Fiera Milano (1999-2003). «Prima di parlare, è meglio lavorare».
Vita Esperienze giovanili da deejay e conduttore a Radio Lombardia 91, «oscura emittente locale che faceva il verso a Radio Milano International tra la fine dei Settanta e gli Ottanta. […] “Ho persino costruito un ripetitore di fortuna: era così potente che a un certo punto ci ascoltavano fino a Cremona”» (Paola Jacobbi) • Laureatosi in Architettura al Politecnico di Milano e specializzatosi in Finanza applicata al Real Estate alla Bocconi, dal 1989 al 1998 gestì alcune società edili e immobiliari, e all’inizio degli anni Novanta fu consigliere di An al Comune di Lainate. «Tra gli anni ’90 e i 2000, giovanissimo architetto convertitosi in costruttore, conobbe un pezzo da novanta del settore come Paolo Berlusconi. Parallelamente strinse un’amicizia che va avanti tutt’ora con Ignazio La Russa, leader di An a Milano e figlio di uno degli avvocati di Salvatore Ligresti. Al quale però mancava un manager da imporre nelle partecipate sul territorio. E non a caso, con l’avallo di Berlusconi jr e di Paolo Romani, di lì a poco Cattaneo finì, nell’ordine, alla guida dell’Aler di Lecco, alla vicepresidenza di Aem e poi alla testa di Fiera Milano» (Francesco Pacifico) • «La svolta per Cattaneo è la Fiera di Milano, alla quale arriva da commissario straordinario nel ’99, per poi passare un anno dopo al vertice della neonata Fiera Milano Spa, società che eredita la pesantezza di un ente pubblico, e nella quale entra come un caterpillar: “Tagliare i rami secchi, risanare” è la prima parte del suo credo, applicato senza compromessi, anche a costo di scontrarsi duramente con i sindacati. Gli piace comandare e non ammette repliche o contraddittorio. Così ordina ai dipendenti di stare in ufficio in divisa, con l’abito targato Fiera uguale per tutti, “un po’ come nelle squadre di calcio, perché noi dobbiamo essere una squadra”, ha spiegato il tifoso nerazzurro Cattaneo. Quindi, il passo successivo è “acquisire, acquisire, acquisire”, che significa non limitarsi a fornire servizi a visitatori ed espositori, ma anche organizzare rassegne ed eventi collaterali, allestire mostre in altre piazze europee come Lisbona e Francoforte, inventarsi nuove soluzioni per allargare il business, con un solo chiodo fisso: “La quotazione in Borsa è un fatto storico, perché siamo la prima Fiera al mondo a farlo”. […] Un obiettivo inseguito ossessivamente, facendo notte in azienda anche ad agosto, sino all’ingresso a piazza Affari a dicembre [nel 2002 – ndr]» (Luigi Pastore) • «Nel 2003 approda in Rai come direttore generale e, nonostante la giovane età – a 39 anni infatti è il più giovane dg nella storia della tv pubblica […] – porta l’azienda al miglior utile della sua storia e riesce a bissare il risultato anche l’anno successivo. Ma la sua esperienza nella tv pubblica arriva al capolinea a marzo del 2005, quando, nonostante i due bilanci chiusi in positivo, viene sfiduciato dal cda Rai. Nel novembre dello stesso anno passa quindi in Terna, la società che governa una delle infrastrutture strategiche del Paese, e la trasforma completamente: da piccola e semisconosciuta ex costola dell’Enel, l’azienda diventa, sotto la sua guida, una delle realtà industriali d’eccellenza nel panorama italiano ed europeo. Grazie ad una strategia che negli anni è diventata il Dna stesso della società – basata sul doppio binario delle attività tradizionali, remunerate con le tariffe, al quale si è aggiunto quello della ricerca e sviluppo di progetti in settori non regolati ad alto potenziale di sviluppo –, la Terna targata Cattaneo cambia quindi radicalmente il volto della rete elettrica nazionale, creando valore per i suoi azionisti con un rendimento complessivo tra i più alti di piazza Affari. […] Al vertice della società, Cattaneo porta l’azienda a investire quasi 9 miliardi euro complessivi. Uno sforzo […] che ha consentito all’Italia di azzerare il gap infrastrutturale nei confronti degli altri Stati europei e che ha portato Terna a superare i principali gestori di rete europei in termini di accelerazione sullo sviluppo infrastrutturale. Il tutto senza pesare un euro sulle casse dello Stato, ma generando oltre 5 miliardi di euro di risparmi per il sistema elettrico. […] Nel 2010, Cattaneo è stato designato miglior manager italiano, e quinto in assoluto, nel campo dell’energia, tra oltre 40 top manager europei. Nel maggio del 2014 arriva poi l’addio alla società, per il limite dei tre mandati fatto valere dal governo Renzi. Ma, di lì a poco, il manager lombardo viene cooptato nel cda di Ntv e nominato amministratore delegato con il compito di rimettere in sesto l’azienda. Una missione, quest’ultima, che Cattaneo porta a termine nel giro di poco più di un anno, imprimendo un cambio di rotta sostanziale attraverso un piano di ristrutturazione e rilancio del business, supportato dagli azionisti, che ha consentito all’azienda di centrare l’agognato turnaround e, per la prima volta dall’avvio delle sue attività, di mandare in archivio il bilancio 2015 senza perdite – l’utile si è attestato a 1,8 milioni, contro il rosso di 85 milioni dell’anno precedente – e con margini positivi» (Celestina Dominelli) • «Poi è arrivata Telecom. Qui pare sia arrivato con la benedizione dei Berlusconi anche per fare da paciere con Bolloré dopo l’incidente Premium, e non ha solo sistemato conti e sfidato i sindacati sugli esuberi. Ha capito che il vero nemico era il governo, che con Matteo Renzi aveva lanciato l’Enel nella banda larga con Open Fiber. Prima ha fatto la faccia cattiva contro i vari Calenda e Giacomelli per denunciare la scrittura dei bandi di Infratel, che avrebbero favorito il concorrente, quindi ha accettato il ruolo – anche conscio della mega buonuscita – di capro espiatorio per permettere all’esecutivo e a Vivendi di fare la pace. È anche grazie a quel gesto di distensione che […] Calenda e Genish [Amos Genish, l’amministratore delegato di Tim che gli è subentrato – ndr] hanno firmato l’armistizio sulla rete Telecom. […] Dal monopolista si è fatto liquidare con 25 milioni lordi, dei quali 2,1 legati al patto di non concorrenza. Quando la notizia uscì sui giornali, avrebbe commentato con il suo staff: “Nulla di scandaloso, ho la coscienza a posto. Il 60% dei soci ha detto ‘sì’ al mio contratto: sono un professionista, non un normale manager. Chi mi chiama lo sa”» (Pacifico) • Il 20 settembre 2017 è stato nuovamente nominato amministratore delegato di Italo-Ntv, nella stessa seduta in cui Luca Cordero di Montezemolo è stato rieletto presidente. Una volta avviato il risanamento e il rilancio della società, all’inizio del 2018 Cattaneo ne ha prima richiesto la quotazione in Borsa e poi, il 7 febbraio, ne ha perfezionato la vendita al fondo statunitense Global Infrastructure Partners (Gip) per circa 2 miliardi di euro, incassando personalmente 116 milioni grazie alla sua quota azionaria • «La liquidazione di Terna gli permette di compiere il passo successivo, da manager a imprenditore. Investe 3,5 milioni in Italo insieme a Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, per sfidare il Frecciarossa di Mauro Moretti e, dopo non pochi sforzi, la battaglia per la concorrenza è vinta. Ma nel bel mezzo della partita viene chiamato da Vincent Bolloré in Telecom, un’avventura che dura solo un anno per divergenze di gestione con il finanziere francese. Ma la fortuna gli sorride ancora perché tornato in Italo, mentre prepara la società per la Borsa, trova il compratore che farà fare il colpaccio a tutta la compagine di soci. Il fondo Gip paga 3 miliardi lordi per comprarsi Italo e a Cattaneo vanno 135 milioni netti, dopo le tasse. Non contento si inventa Itabus, i collegamenti via bus con cittadine che vengono servite male dalle ferrovie» (Giovanni Pons) • «Il metodo Cattaneo è semplice e viene applicato meticolosamente ogni volta che il manager occupa una poltrona: spulcia i conti fino all’ultima controllata, valuta la produttività dei dipendenti, quindi sceglie pochi obiettivi da seguire, semplificando le linee di azioni trovate in eredità dai suoi predecessori. È successo quando era amministratore delegato di Fiera Milano, capendo che se il Portello voleva competere con le concorrenti tedesche non poteva che per prima cosa quotarsi in Borsa. Alla Rai – ferreo nel sostituire il decano Enzo Biagi, vittima dell’editto bulgaro, al preserale di RaiUno con il berlusconiano Riccardo Berti – ha fuso l’azienda nella holding, con il risultato di lasciare con 334 milioni di utili. Da ad di Terna ha messo assieme tutte le reti del Paese, migliorando le infrastrutture. In Ntv ha tagliato tutti i lussi e le velleità di Montezemolo e dei suoi soci e ha concentrato la flotta sulle linee principali» (Pacifico). «Vorrebbe passare alle cronache finanziarie […] con un suo record personale: le società che ha gestito non hanno mai avuto un bilancio in perdita e ogni trimestre è sempre stato migliore del precedente. […] Flavio Cattaneo, il cavallo più bizzoso della finanza italiana, se non fosse così sicuro di sé non avrebbe fatto così tanta strada» (Luca Pagni) • «A sdoganarlo a sinistra, ci hanno pensato […] due cattedrali finanziarie non certo destrorse come Intesa e Mediobanca, che ne hanno apprezzato questi successi professionali. I primi, azionisti del vettore ferroviario, l’hanno mandato due volte a Ntv per salvare una compagnia vicina al fallimento; gli altri – Alberto Nagel in testa – l’hanno scelto per sostituire Marco Patuano [l’amministratore delegato di Tim cui subentrò – ndr]. Senza contare che ha la stima di due signori del capitalismo italiano come l’ingegner Francesco Gaetano Caltagirone (l’ha voluto in Cementir e alla presidenza di Domus Italia) e Fedele Confalonieri, che si sarebbe impegnato personalmente quando il nostro trattava lo stipendio con i Bolloré per il posto di capoazienda dell’ex monopolista telefonico» (Pacifico) • Nominato alla guida dell’Enel nel settembre 2023, per volere di Matteo Salvini, che ebbe la meglio su Giorgia Meloni e sul suo candidato per la poltrona, Stefano Donnarumma • «Come nelle migliori tradizioni delle nomine pubbliche i nomi veri vengono fuori all’ultimo minuto. E così è stato anche stavolta per l’azienda sulla quale più intenso era lo scontro tra Giorgia Meloni e i suoi alleati di governo, Matteo Salvini e Antonio Tajani: l’Enel. Alla fine del Consiglio dei ministri in cui è stato approvato il Def, i tre si sono trovati in un appartamento nel centro di Roma e hanno cominciato a calare le carte. Il nodo è venuto presto al pettine, e riguardava il candidato di Meloni per l’azienda elettrica, Stefano Donnarumma, sul quale il ministro del Tesoro Giorgetti aveva dato parere negativo. È in quel momento che Salvini ha tirato fuori il nome di Flavio Cattaneo, manager di provata esperienza e con dimestichezza di società quotate in Borsa, essendo stato a Aem, Fiera Milano, Rai, Terna, Italo, Telecom Italia. A quel punto Meloni ha colto la palla al balzo, facendo un passo indietro e accontentando in un sol colpo i due alleati in una delle cinque società su cui aveva lanciato l’Opa. Caduto il veto su Scaroni presidente Enel, trovato un tecnico che piace a Salvini e a Forza Italia, tutto il resto sarebbe spettato a lei. E così è stato. Ora si tratterà di vedere quale sintonia potranno avere un manager abituato a tirar dritto per la sua strada come Cattaneo e un presidente che è stato numero uno di Enel ed Eni nell’era Berlusconi, vicino ai poteri forti romani e accreditato di stretti collegamenti con la Russia. Entrambi sono vicini al centro destra ma entrambi non amano essere etichettati politicamente» (Giovanni Pons).
Amori Due figli dalla prima moglie, Cristina Goi. Dal 2005 è legato all’attrice Sabrina Ferilli, che ha sposato in segreto nel 2011. «Un amore che travolge le barriere: lei icona della sinistra, lui fidato sostenitore della destra. […] In un’intervista a Oggi, il 6 ottobre 2010, Sabrina confessa: “Ci legano i valori della buona politica, valori trasversali. E quindi l’integrità, la serietà, l’onestà, la lealtà. Abbiamo passioni identiche. […] Flavio è uno pratico, concreto. Io sono più fantasiosa e credo di aver trovato in lui un compagno molto equilibrato”» (Bruno Vespa) • «Su certe cose mi dà retta. Su altre mi fa notare i preconcetti della sinistra. Quello di considerare il denaro un mostro, per esempio. E cià raggione» (Sabrina Ferilli a Vittorio Zincone)
Curiosità Tra le sue passioni, l’Inter, lo sci e i sigari • «Diciamolo, l’inizio della sua carriera probabilmente è stato in qualche misura favorito dall’amicizia personale con Ignazio La Russa e dal mondo vicino ad Alleanza nazionale. A Milano la vulgata è questa. Eppure, se sei soltanto un raccomandato non fai tutta quella strada. E, se dobbiamo citare i fatti, sarà stato anche fortunato, ma i risultati sono dalla sua parte. […] In Rai è stato portato dall’allora ministro Giulio Tremonti, ricordano alcuni. Vero, ma i migliori bilanci della storia della tv nazionale li ha firmati lui, e in 20 anni di lavoro tra pubblico e privato non è mai stato sfiorato da inchieste o intercettazioni» (Manuel Follis).