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 2024  giugno 28 Venerdì calendario

Biografia di Paolo Corsini

Paolo Corsini, nato a Rimini il 29 giugno 1968 (56 anni). Giornalista. Direttore degli Approfondimenti Rai. Capitano dei Granatieri nella Riserva.
Titoli di testa: «Curiosità, umiltà e correttezza sono per me le doti che deve possedere un buon giornalista e che lo fanno apprezzare dal lettore».
Vita «Mio padre è stato un Generale dell’Artiglieria Controaerea e da bimbo mia madre per farmi addormentare mi metteva in testa un berretto da Capitano di papà. Saranno stati i luccichii, i gradi, l’odore sul berretto di papà ma io mi addormentavo serenamente» [a Ercole Fragasso, ercolefragasso.it] • «Da diciottenne mi allenavo con la Primavera Rugby poi abbandonai, preso da mille altre cose» • Si iscrive a Storia alla Sapienza di Roma: «A metà del corso universitario feci l’Ufficiale di complemento nei Granatieri, cosa che scherzando mio padre rimproverava sempre a mio fratello (anch’Egli rugbista -seconda linea per la precisione- ed Ufficiale di complemento) dicendo che lui, Artigliere, aveva due figli Fanti. Tutto questo rientrava ovviamente nella goliardia e nel senso di “appartenenza” all’istituzione militare verso la quale tutti in famiglia abbiamo stima ed apprezzamento. Intorno ai ventotto anni, quando ero ancora precario e lavoravo in radio in Rai nove mesi su dodici, si presentò l’opportunità di fare un periodo di richiamo per l’avanzamento di grado e fui richiamato in servizio ed impiegato per i Vespri Siciliani e promosso poi Capitano. Anni dopo le Forze Armate hanno aperto alla Riserva Selezionata ed io ho subito aderito e sono stato impiegato in Bulgaria con i Secondo Granatieri. Insomma, per dirla tutta, non sono un rugbista ed un Capitano in servizio permanente ma sono comunque orgoglioso di far parte, seppur part time, di queste due nobili famiglie [ibid.] • Laurea in storia medioevale • «Per molti anni ho ripetuto che ero uno storico prestato al giornalismo quando in realtà in quella determinata fase della vita non ero né l’uno né l’altro. Mi ero laureato da poco quando un mio caro amico e collega mi chiese se avessi voluto fare l’addetto stampa a Gianni Alemanno che era consigliere regionale del Lazio e correva per le “politiche” e se contestualmente avessi voluto anche collaborare con la Rivista Area, cult a quel tempo della destra sociale di Alemanno e Storace. L’amico in questione era Marcello De Angelis che a breve divenne il Direttore di Area ed io accettai di buon grado di fare l’addetto stampa ad Alemanno ed iniziai anche il praticantato per l’esame da giornalista sia con Area, appunto, sia con il Secolo d’Italia. Nacque tutto così, poi iniziai la collaborazione con la Radio che è durata per venti anni seguendo tutto l’iter che ben sai, collaborazione, articolo 2, contratti depotenziati sino ad essere assunto definitivamente. La mia laurea in Storia? Beh è rimasta attaccata ad una parete anche se devo dirti che la notte quando non riesco a dormire leggo vecchi saggi medioevali e mi rendo conto che in qualche modo questa formazione universitaria mi è servita e mi serve ancora molto oggi anche come giornalista perché lo storico studia e si rifà a fonti dirette ed indirette dei secoli passati esattamente come il giornalista si rifà a fonti dirette ed indirette contemporanee. Cambia solo il contesto storico delle fonti ma sono elementi essenziali per entrambi le professioni e soprattutto il processo mentale con cui si ci approccia alle fonti e alla scoperta e classificazione delle stesse è praticamente identico [Fragasso, cit.] • Marcello De Angelis noto anche per la canzone Claretta e Ben, brano dedicato a Benito Mussolini e Claretta Petacci, che recita: «Io ho il cuore nero, e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero». «Grazie per le emozioni» scriveva Corsini qualche anno fa sui social [Fraschilla, Rep] • Lavora in Rai dal lontano 1996. Ed è giornalista professionista dal 15 gennaio 1997. «Per lui una lunga e fruttuosa gavetta in azienda in cui ha fatto un po’ tutto, dall’inviato in Parlamento (in Transatlantico ha allestito una fitta rete di rapporti trasversali) al vaticanista, dall’economia alla politica. È stato vicedirettore sia a Rai2 (con delega proprio all’approfondimento) sia al Giornale Radio dove ha lavorato anche alla redazione economia. Per un periodo anche caporedattore al Gr Parlamento» [Gianluca Vacchio, PolicymakerMag] • «Poliedrico, versatile, grande comunicatore e affabile sempre, Paolo Corsini è stato Responsabile della Redazione Telegiornali di Rai Parlamento e Segretario di Redazione di Gr Parlamento, e questo gli ha permesso di conoscere come le sue tasche il mondo della politica italiana della seconda e della terza Repubblica. È stato tra i docenti del Corso di Alta Formazione in “Giornalismo Economico e Comunicazione d’Impresa” della Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma e ancora oggi insegna “Tecniche di giornalismo Radiofonico” al master in giornalismo dell’Università Lumsa» [ibid.] • Nel 2004 ha realizzato e condotto su Radio1 K2 cinquant’anni dopo, seguendo come inviato la spedizione italiana sul K2 in occasione del cinquantenario della conquista della vetta. Sportivo a tutto tondo non rinuncia mai alla mischia per puntare alla meta non solo sui campi da rugby che continua a calcare con entusiasmo e bravura [Pino Nano, giornalistitalia.it] • «Nel 2016, come riporta Alekos Prete su Twitter, partecipa al concerto dei 270 bis, tra croci celtiche, saluti romani e tricolori» [L’Espresso] • Nel 2020 viene nominato responsabile della sezione Attualità della Direzione Rai 2 in come vice direttore. A maggio 2023 arriva infine la nomina a direttore dell’Approfondimento Rai • Corsini, come detto, è da anni ormai uno dei punti di riferimento della destra all’interno della Rai. Ma è un professionista gradito non solo in Fratelli d’Italia ma anche in ambiente Lega e Forza Italia. In questi anni si è contraddistinto anche per le battaglie sindacali. A Saxa Rubra ha fondato correnti alternative all’Usigrai, sindacato unico al quale non risulta iscritto ormai da anni. Così come non è iscritto alla Fnsi e nel 2022 è stato tra i fondatori di Figec Cisal, la Federazione italiana giornalismo editoria comunicazione. Una militanza controcorrente, un po’ come la sua Lettera 22: Associazione di giornalisti per un’informazione non omologata, che lotta contro il politicamente corretto, le fake news e il pensiero unico. “Sentivamo il bisogno – ha spiegato Corsini in una delle sue rare interviste – di un luogo dove poterci confrontare tra giornalisti che non si riconoscevano nei luoghi comuni del mainstream” [Vacchio, cit.] • Nel 2023 chiamato ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, per moderare un dibattito, nel corso del suo intervento Corsini ha attaccato la segretaria del Pd, Elly Schlein, senza nominarla ma dicendo: «Nelle edizioni passate abbiamo visto Bertinotti, Veltroni, D’Alema, Conte... Quest’anno il confronto ce l’abbiamo ma qualcuno ha preferito rifiutare, forse perché nell’era dei social è più facile cercare un po’ di like, ma a dibattere nel merito hanno preferito occuparsi di come vestirsi o di che colore utilizzare piuttosto che confrontarsi». Corsini ha anche usato più volte il pronome “noi” riferendosi ai dirigenti di Fdi, il partito della premier Giorgia Meloni che organizza la convention. Saldo al suo posto, al militante giornalista non era stato chiesto alcun passo indietro» [Espresso] • «Corsini è uno che si chiede con candore “allora come stiamo?” alla festa di Fratelli d’Italia, sentendosi parte della casa Meloni» [Antonio Fraschilla, Rep] • Dura la reazione della presidente Rai Marinella Soldi: «Credo che un giornalista del servizio pubblico debba garantire un atteggiamento sempre equidistante, a prescindere dal contesto in cui opera» • «L’ad Roberto Sergio, che già cominciava a irritarsi dell’epiteto TeleMeloni affibbiato alla sua conduzione aziendale, si infuriò. Corsini rischiò grosso, ma alla fine, complice l’appoggio del direttore generale Giampaolo Rossi, la scampò porgendo le dovute scuse» [Antonella Baccaro, Cds] • «In Rai è considerato il meno sicuro del gruppo destrorso e per questo lo «yesman» più a rischio inciampo della nidiata meloniana cresciuta sotto la guida di Giampaolo Rossi. Paolo Corsini nei corridoi dell’azienda pubblica è da molti definito il meno arrogante e quello dai modi più garbati nel trio nero che comanda oggi davvero la tv di Stato e dal quale lui “dipende”. Ma Corsini resta in fondo la seconda fila promossa e ripromossa dalla destra al governo fino al vertice del genere Approfondimenti, al posto di un nome di peso come quello di Antonio Di Bella: promosso fino a sedersi su una poltrona che deve prendere scelte delicate e in tempi brevissimi. Per tutto questo dentro la nuova Rai “non a caso”, si sussurra, Corsini “rischia di finire adesso stritolato” dal caso Scurati, essendo lui formalmente il responsabile di quanto accaduto da direttore dell’Approfondimento e, allo stesso tempo, il più “sacrificabile” del gruppetto destrorso che ha preso le redini del Cavallo di viale Mazzini. Di solito comunque alle richieste di chiarimento di Ranucci, di Bortone, oppure di Riccardo Iacona, Corsini dice no a caldo, ma poi magari telefona al piano di sopra per sapere che fare. Resta quindi una domanda che circola in questi giorni tra gli addetti Rai: sul caso Scurati la telefonata l’ha fatta o per una volta ha detto, “decido io?”. Il risultato comunque non cambia. Un disastro, soprattutto per la leader maxima Meloni che le veline del Palazzo narrano essere andata su tutte le furie» [Fraschilla, Rep] • « Nel suo curriculum fanno capolino onorificenze, medaglie, premi giornalistici e alcune pubblicazioni. Chi lo conosce lo descrive come una persona competente, gentile e educata; ma anche paziente, aziendalista e determinato. Uno che il mestiere lo conosce, capace di fare gioco di squadra e che non alza la voce» [Vacchio, cit.] • Per il suo ruolo “viaggia attorno alla cifra di 228mila euro lordi» l’anno [StartMag] • Chi è stato il tuo maestro? «Mah, così a bruciapelo, …diciamo che tutti quelli con cui ho lavorato mi hanno insegnato qualcosa che mi è servito e mi ha formato. Senza nulla togliere a nessuno su tutti però nutro sentimenti di grandissima stima e di riconoscenza per Giano Accame, l’ultimo repubblichino che si arruolò il 24 aprile e che è stato lo storico intellettuale della destra sociale e del Secolo d’Italia. Grandissimo esperto di giornalismo economico, materia che ha ritagliato una fetta predominante nella mia professione, Giano era una persona straordinaria che andava sempre a fondo alla verità dei fatti e che lavorava con grande energia ed entusiasmo. A lui, sì a lui devo davvero tanto. Tanti sono i colleghi con i quali ho lavorato e sono cresciuto, come dimenticare Paolo Ruffini che ho avuto come direttore al giornale radio e lo stesso Marcello De Angelis, amico di una vita e che anch’egli ho avuto come direttore ad Area. Per non parlare poi di un noto collega che è stato il mio compagno di banco quando ero al giornale radio da precario e mi riferisco a Giovanni Floris con il quale ci si divertiva a quei tempi a fare radio e a ideare programmi di economia in radio. Si era giovani, precari ed innamorati di giornalismo e radio» [a Fragasso, cit.] • Premio giornalistico Daniele Della Bona nel 2009, Premio Cilento per il giornalismo nel 2006, Targa d’oro del XXXVIII Premio Sulmona di giornalismo nel 2011 e Premio Personalità Europea nel 2011 • Nel 2012 gli è stata conferita la Medaglia d’oro di benemerenza della Croce Rossa Italiana per i tanti servigi resi al mondo della solidarietà • È anche autore di Se l’Italia. Manuale di storia alternativa da Romolo a Berlusconi (Vallecchi, 2005), scritto con Andrea Angiolino e di Il silenzio degli innocenti, adolescenti media e violenza, scritto per le Edizioni Lindau 2003 • «Ha anche per la birra, il sigaro e i viaggi. Gli piace vivere, insomma, e vivere bene. Come dargli torto» [Vacchio, cit.].
Amori Sposato con Giorgia Spanò, padre di 2 figli, Arianna e Valerio.
Titoli di coda «La mia laurea in Storia? Beh è rimasta attaccata a una parete anche se devo dirti che la notte quando non riesco a dormire leggo vecchi saggi medioevali»,