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 2024  luglio 02 Martedì calendario

Ma l’educazione finanziaria è trascurata

Un grande mistero che avvolge la scuola secondaria italiana, di primo e di secondo grado, riguarda la scarsa importanza assegnata alle materie economiche. Non che queste manchino dai vari curricula; spesso e volentieri, però, esse vengono relegate a insegnamenti solo eventuali. Lo stesso destino che ha avuto, per moltissimi anni, la cosiddetta “Educazione civica”. Intere generazioni di studenti, ora adulti, arrivavano a fine anno con libri di testo obbligatori ma totalmente intonsi. Le conseguenze? Per quanto riguarda l’educazione civica, per avere risposta basterebbe chiedere a molti italiani se sappiano come vengono prese le decisioni dallo Stato, quale sia la durata di una legislatura o quali siano i compiti del Presidente della Repubblica. Per quanto riguarda gli insegnamenti economici, invece, non è necessario limitarsi all’osservazione di comportamenti spesso poco accorti dal punto di vista finanziario. Da qualche anno, infatti, è ormai disponibile un test internazionale a cura dell’Ocse, il cosiddetto Pisa, che misura le competenze degli studenti di 15 anni in diverse materie, quali comprensione dei testi, logica e matematica nonché, appunto, abilità in ambito economico e finanziario. Proprio in questi giorni sono stati resi noti i risultati dell’ultima ricerca, svoltasi nel 2022, che evidenziano come il punteggio medio degli studenti italiani sia inferiore alla media degli altri paesi considerati. Unica buona notizia, il miglioramento di qualche punto rispetto al 2018 (e ancora di più se si guarda al 2012). Ma si tratta di una magra consolazione se si osserva che, tra tutte le nazioni europee considerate, solo la Bulgaria fa peggio di noi. Ora, si sa, l’interesse finanziario dei più giovani potrebbe essere inferiore a quello degli adulti. Del resto, quanti quindicenni effettivamente gestiscono un budget o prendono decisioni su investimenti, prestiti o pensioni? Tuttavia, sempre l’Ocse ci informa che, almeno per il nostro Paese, le cose non migliorano affatto con l’età: meno del 39% degli adulti italiani (tra i 18 e i 79 anni) è riuscito a rispondere correttamente ad almeno cinque domande su sette di un test analogo a quello sottoposto agli studenti. È chiaro che qui la questione si fa molto più critica: si tratta di persone che hanno difficoltà a capire quale sia un contratto di mutuo migliore per il proprio profilo economico o che non comprendono i rischi associati alla scelta di un tasso variabile; persone poco interessate a quanto varrà la propria pensione in futuro. O, ancora più grave, che non si rendono conto di come la partecipazione a giochi d’azzardo sia estremamente rischiosa e poco redditizia. A quantificare il problema, non basta nemmeno l’elenco delle conseguenze che tali scelte sbagliate comportano alla vita di queste persone. Perché quando si valuta l’operato di un governo o un programma elettorale, diventa troppo semplice per il politico di turno gettare fumo negli occhi agli elettori. Si spiega anche così l’assenza di voci critiche che ha portato l’Italia ad avere accumulato, negli anni passati e non certo negli ultimi, uno dei debiti pubblici più alti del continente. Analogamente, si spiega in questo modo il generale consenso raccolto da misure poi rivelatesi fallimentari, come il Superbonus 110%. In questi giorni, a seguito delle elezioni europee e amministrative, molto si è dibattuto sulla partecipazione al voto. Spesso si associa il semplice numero di elettori alla qualità di una democrazia. Ma tale qualità non può essere misurata da un mero criterio quantitativo, quale il tasso di astensionismo. È cruciale, ancora di più che la partecipazione, la consapevolezza di chi esprime il proprio voto. Il potenziamento delle materie economiche e legate all’educazione finanziaria, quindi, dovrebbe diventare una priorità per qualsiasi governo. E ciò non tanto con la finalità di risalire la classifica del test Pisa, che vale quanto vale; bensì con quella di formare cittadini più informati e coscienti, in grado di migliorare la propria vita e quella dell’intero Paese.