La Stampa, 29 giugno 2024
Attenti a quei due (stronzetti)
Una scena meravigliosa: fine della corsa di un taxi. La passeggera (dirigente di Fincantieri, tempo fa in Forza Italia) paga il dovuto e poi chiede al tassista la ricevuta: me la fai di venti euro? Lui: no, come da venti? Gliela faccio da quanto mi ha pagato. Lei non s’arrende: che ti cambia, scusa? Cambia, cambia – risponde lui – ma lei non molla, dimmi che ti cambia. E tantomeno molla lui: a lei che le cambia? A me che mi rimborsano qualcosina in più, dice la signora con splendido candore. E a me niente però, obietta il tassista. Cioè che rimani stronzo come sei, conclude con grandissima prontezza di spirito la cliente. Non finisce lì. Il tassista rende pubblico il video – ieri è girato alla grande – e così si guadagna la qualifica con cui s’era chiusa la conversazione. Infatti la dirigente è stata licenziata per il tentativo di furto. Non vorrei infierire, ma un po’ stronza è anche lei, almeno nell’altra accezione, di persona che si comporta in modo stupido. Rubare non è mai bello, farsi licenziare per tentato furto è umiliante, farsi licenziare per tentato furto di cinque o sei euro è proprio da stronzi. Oltretutto che, da un’analisi scrupolosa dello sbobinato, il tassista non si era opposto alla ricevuta infedele per uno spiccato senso dell’onestà, ma perché non ne aveva alcun tornaconto. Forse, se lei gli avesse offerto metà del bottino, ora avremmo un video e una disoccupata in meno. E invece è andata così, a dimostrare una volta di più che è sempre difficile scegliere fra un disonesto sfacciato e un giustiziere compiaciuto. Non per niente le due categorie più diffuse di un paese di stronzetti.