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 2024  giugno 28 Venerdì calendario

Periscopio

Scrive Sarah Fainberg [curatrice del libro] uscito in Francia 7 ottobre. Manifesto contro la cancellazione d’un crimine: (…) «È il primo “pogrom TikTok” della storia. Il desiderio dei terroristi era di trasmetterlo istantaneamente e in diretta». Da qui la domanda: «Com’è possibile che il crimine più pubblicizzato del XXI secolo sia stato così rapidamente annacquato e cancellato? Abbiamo assistito a una combinazione di metodi utilizzati dalle Einsatzgruppen naziste e dall’Isis. Abbiamo visto la partecipazione dei civili al massacro. Anche la parte attiva dei civili di Gaza in questo crimine è circondata da un immenso tabù in Occidente. E come durante i raid dell’Isis, i corpi delle vittime sono stati fatti a pezzi, smembrati, le donne violentate, pratiche che non erano quelle dei nazisti». Giulio Meotti, il Foglio.

Tira una brutta aria per gli ebrei in Italia. I soci coop dicono no ai prodotti israeliani nei punti vendita: «Ci impegniamo a non acquistare ciò che proviene da aziende israeliane e invitiamo i consumatori a fare lo stesso». Dagospia.
Scena, un mercatino. Cliente: «Me dà du chili de carciofi?» Verduraio: «Me promette che nun li fa a la giudìa?». Oshø, il Tempo.
Nella Parigi ebraica del Marais Mélenchon fa più paura di Le Pen. Repubblica.
Assange è finalmente libero, Navalny invece è sempre morto. Linkiesta.
Il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, ha immediatamente scritto articoli e rilasciato interviste per dire che Julian Assange resta innocente. (…) Noury definisce il caso del fondatore di Wikileaks «una storia di persecuzione giudiziaria senza precedenti nei confronti della libertà d’informazione». Oggi in Russia inizia il processo a porte chiuse contro Evan Gershkovich, il giornalista americano del Wall Street Journal detenuto da oltre un anno a Lefortovo, nel carcere di massima sicurezza che una volta era gestito dal Kgb e ora dall’Fsb. Amnesty non ha detto nulla. Noury neppure. Luciano Capone, il Foglio.

Per qualche istante le telecamere lo hanno inquadrato, i fotografi ammessi in aula lo hanno fotografato, era lontano, si poteva vedere ma non toccare, era risucchiato in quella gabbia che sembra un acquario: lo spazio pubblico in cui ci siamo abituati a vedere gli oppositori di Vladimir Putin. Evan Gershkovich è stato arrestato nella città russa di Ekaterinburg, dopo un anno Mosca ha formalizzato le accuse di spionaggio, un capo d’imputazione fabbricato che potrebbe portare a una condanna fabbricata: vent’anni. Il giornalista rifiuta le accuse, non è una spia, indagava per il Wall Street Journal, non per la Cia. Micol Flammini, il Foglio.
«A Kiev niente missili per colpire la Russia, neanche a scopo difensivo». Il governo [d’Italia] si smarca dalla Nato. HuffPost.
Voto alla von der Leyen. Giorgia Meloni: «Avanti con indecisione». Giannelli, Corriere della Sera.
La Commissione europea ha fatto la prima mossa nel grande gioco della regolamentazione digitale: dovendo far vedere che le nuove regole servono a qualcosa, non poteva non sanzionare qualcuno; e dovendo sanzionare qualcuno, la scelta non poteva che cadere sul più grosso di tutti, cioè Apple. [Apple] avrebbe imposto agli sviluppatori di app dei vincoli per impedire d’indirizzare gli utenti verso promozioni esterne al suo App Store. Uno dei capisaldi del Dma, infatti, è che qualunque ecosistema dev’essere aperto: e ciò contraddice la politica di Apple d’avere un sistema «chiuso» per proteggere al massimo la sicurezza dei suoi utilizzatori. [Bruxelles pretende che] tutti gli operatori siano ricondotti a pratiche e prodotti confrontabili. Come se gl’individui non fossero in grado di compiere una scelta consapevole tra un ambiente aperto (e quindi strutturalmente pluralistico ma anche esposto a maggiori rischi) e uno con caratteristiche opposte e come se, magari, proprio da questa differenza non potesse venire la scelta d’un operatore piuttosto che d’un altro. (…) Un effetto si è già prodotto: Apple ha dichiarato che [a scanso di guai] non renderà disponibili in Europa alcune nuove funzionalità. Istituto Bruno Leoni. Idee per il libero mercato.

Nel suo nuovo video-monologo contro le opposizioni, Giorgia Meloni ha denunciato un clima da «guerra civile», alimentato da un’opposizione che vorrebbe vederla appesa «a testa in giù». La presidente del Consiglio ha approfittato del delirante intervento d’una deputata grillina durante il dibattito sull’Autonomia per denunciare la violenza dei suoi avversari, dimenticando (…) che in quello stesso dibattito si è assistito all’aggressione fisica di cinque parlamentari della maggioranza contro un esponente dell’opposizione. Parlamentari da lei peraltro rimproverati soltanto d’essere caduti nella «provocazione». La linea di Francesco Cundari.
Alla Camera dei deputati (…) la premier pronuncia il nome del giovane bracciante indiano Satnam Singh e condanna i responsabili della sua «orribile, disumana morte». Anche a sinistra battono le mani. Tutti gli onorevoli, tutti i ministri scattano in piedi: una lunga standing ovation in memoria del bracciante ucciso. (…) A far notizia non è stato però l’applauso bipartisan, ma la frase in tono severo e cadenza romanesca con cui la premier si è rivolta ai due vice, Salvini e Tajani, rimasti inchiodati sui rispettivi scranni: «Su, raga, alzatevi pure voi!». Monica Guerzoni, Corriere della Sera.

Quando Mario Draghi lasciò il governo, nelle carceri italiane c’erano 56mila detenuti, circa 5.000 in più rispetto alla capienza stabilita. (…) Oggi i detenuti sono 61mila, 10.000 in più del tetto stabilito per legge. (…) È successo che, da quando sono in carica, Giorgia Meloni e i suoi hanno voluto dimostrare di non essere dei mollaccioni come i predecessori, e hanno preso a inventarsi reati nuovi e ad aggravare le pene per quelli vecchi. Un successone, come s’evince dai numeri. [Adesso] le carceri traboccano e dall’inizio dell’anno ci sono stati 44 suicidi, ciò che proietta la contabilità del 2024 verso il record di tutti i tempi. Mattia Feltri, La Stampa.
Marina Berlusconi [neocavaliera del lavoro – talis pater talis filia]: «Sui diritti civili sono più in sintonia con la sinistra».il Giornale.
Il sovraffollamento si supera costruendo nuove carceri, non con la cancellazione dei reati. Io sono Giorgia (La Stampa).
[Meno che] soldati ma con molte idee generali. Roberto Gervaso.