la Repubblica, 28 giugno 2024
Nella Georgia in bilico il destino di Biden lo decideranno i neri
ATLANTA – Martin Luther King soleva dire che l’arco della Storia è lungo, ma tende sempre a curvare verso la giustizia. Ora è improbabile che giustizia sia fatta, almeno nella sua Georgia, riguardo alla telefonata con cui Donald Trump aveva chiesto alle autorità locali di inventarsi gli 11.000 voti di cui aveva bisogno per sovvertire la sconfitta elettorale del 2020. E questo principalmente per gli errori personali commessi dalla procuratrice Fani Willis. I suoi elettori però avranno davvero la possibilità di mettere il dito sull’arco della Storia il 5 novembre, perché la Georgia è uno dei sei stati contesi che decideranno il prossimo inquilino della Casa Bianca, e l’affluenza alle urne degli afroamericani, donne in particolare, farà la differenza a favore o contro Joe Biden. Non a caso il primo dibattito presidenziale si è svolto ieri sera ad Atlanta, troppo tardi per raccontarlo sul giornale di oggi. Perché è la sede dellaCnn che lo ospitava, certo, ma anche perché è un battleground state dove i candidati dovranno sfidarsi.
La Georgia, terra del Sud che richiama la tragedia della Guerra Civile ben oltre la trascrizione hollywoodiana di “Via col Vento”, è per tradizione solidamente conservatrice e non votava un democratico alle presidenziali da Clinton nel 1992. Negli ultimi anni l’immigrazione di giovani famiglie e l’aumento della partecipazione al voto dei neri l’hanno trasformata, al punto che Biden l’ha conquistata per meno di 12.000 voti, e nella stessa tornata sono stati eletti i primi senatori nero ed ebreo dello stato, Warnock e Ossoff. Trump aveva cercato di rovesciare il risultato chiedendo al segretario di Stato repubblicano Brad Raffensperger di trovargli le schede necessarie a vincere, ma tanto lui, quanto il popolare governatore Brian Kemp, avevano resistito. Da qui era nata l’inchiesta di Fani Willis, che sembrava destinata ad andare in giudizio ad agosto, fino a quando si è scoperto che la procuratrice aveva avuto una relazione extraconiugale con l’avvocato Nathan Wade, lo aveva assunto come principale collaboratore e poi era andata in vacanze pagate da lui. Perciò Trump e gli altri imputati hanno chiesto di toglierle il caso. Ora la decisione è nelle mani della Corte d’Appello, ma difficilmente si arriverà a una sentenza entro il voto. Quindi saranno gli elettori a dover decidere dove indirizzare l’arco della Storia, come peraltro èsempre meglio nelle democrazie.
I sondaggi al momento dicono che Trump è avviato a riprendersi la Georgia, spinto soprattutto dal malumore per immigrazione e inflazione. Secondo la Quinnipac University è avanti 49% a 44%. È lo stesso vantaggio attribuito dal Washington Post,che nei rilevamenti pubblicati ieri vede Donald al comando in sei stati decisivi su sette, cioè anche in Pennsylvania, Michigan, Nevada, Arizona e North Carolina, lasciando a Biden solo il Wisconsin.
Raphael Warnock prima di diventare senatore era, e ancora è, il pastore della Ebenezer Baptist Church, quella in cui predicava Martin Luther di King. Parlando allaMsnbcha garantito che alla fine gli afroamericani non si lasceranno sedurre da Donald: «Trump è una piaga per la coscienza e la nazione americana. Sta cercando di portarci indietro, Biden cerca di portarci avanti. La scelta a novembre sarà tra l’America del 5 gennaio 2021 che ha un posto per i ragazzi come me, e l’America del 6 gennaio che vede i nostri vicini come nemici. Essendo uno il cui nome è apparso cinque volte nelle urne in Georgia in meno di tre anni, e che predica ogni domenica dal pulpito di King, penso di sapere qualcosa sugli elettori neri, e posso dirvi che non voteranno Trump. Non in numeri apprezzabili. La verità è che la maggior parte degli americani non presta molta attenzione alle elezioni fino a dopo il Labor Day» di settembre.
Il sitoAxios però ha rivelato che anche Michelle Obama è restia a fare campagna per l’ex vice di suo marito, per dissapori personali legati anche al trattamento della sua amica Kathleen Buhle, ex moglie del figlio Hunter esiliata dopo il divorzio. Se così fosse potrebbe diventare un problema, vista l’influenza che Michelle, sognata da molti come candidata alternativa a Biden, ha in particolare sull’elettorato afroamericano e femminile.
Anche Trump però ha i suoi guai, nello Stato dove si coltivano le pesche più saporite d’America. È vero infatti che nei distretti rurali conservatori si eleggono parlamentari più trumpisti di lui, come la deputata amante di ogni teoria cospirativa Marjorie Taylor Greene. Ma dopo l’imbroglio elettorale del 2020 ha litigato con Kemp che non l’ha votato alle primarie, in cui Nikki Haley ha preso 78.000 preferenze. Il governatore ha detto al Wall Street Journal
che farà il suo dovere di partito: «Non sono preoccupato dalle cose nello specchietto retrovisore. Lavorerò per tutti i candidati repubblicani, incluso il vertice». Kemp, molto popolare per il buon andamento dell’economia, gestisce una macchina elettorale in grado di fare la differenza in Georgia portando gli elettori alle urne, e se restasse a braccia conserte potrebbe condannare Donald alla sconfitta. D’altra parte, però, gli analisti sono convinti che abbia ambizioni presidenziali e mettersi contro il padrone del Gop non le aiuterebbe.
Sarà quindi l’affluenza, soprattutto dei neri, a decidere qui il prossimo presidente.