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 2024  giugno 28 Venerdì calendario

Il fallimento della campagna d’Italia

Caro Aldo,
vorrei sapere perché lo sbarco di 80 anni fa in Normandia viene ricordato in pompa magna mentre lo sbarco degli Alleati in Sicilia (10 luglio 1943) e ad Anzio (21 gennaio 1944), passano quasi in incognito. Senza l’arrivo degli Alleati in Italia, ci sarebbe stato lo sbarco in Normandia?
Luigi AgostiCaro Luigi,
lo sbarco di Anzio fu un FALLIMENTO. Gli Angloamericani non riuscirono ad avvicinarsi a Roma e rischiarono seriamente di essere ricacciati in mare. Il tentativo di aggirare la linea Gustav, su cui gli Alleati furono fermati per tutto l’inverno del 1944, non riuscì, e rese ancora più amaro il rimpianto per l’occasione perduta con l’armistizio e l’8 settembre, anche a causa dell’inadeguatezza di Badoglio e dei comandi italiani. Lo sbarco in Sicilia era stato un successo sul piano militare, meno sul piano strategico. Non a caso Churchill era contrario allo sbarco in Italia, preferiva puntare sui Balcani per sottrarli all’influenza sovietica. Arrivare in Germania partendo dalla Sicilia era una follia, e infatti la campagna d’Italia, per quanto nobile, fu militarmente costosissima per gli Alleati, in termini di vite e di risorse, e non fu decisiva per le sorti della guerra, che infatti finisce con i tedeschi ancora nella pianura padana. Albert Kesselring diceva che la penisola era il più grande campo di prigionia autoalimentato, nel senso che gli Alleati si erano chiusi in un cul de sac che la Wehrmacht difese (al netto delle imperdonabili stragi di resistenti e di civili) con efficacia. Diverso è il discorso per lo sbarco in Normandia: poco più di due mesi dopo, gli Alleati erano già a Parigi, e da lì poterono puntare al territorio tedesco, dove purtroppo furono preceduti nelle città orientali dall’Armata Rossa, con conseguente divisione della Germania. Ho ricevuto tante lettere sulla Normandia, tra cui molte antifrancesi, in cui si sottolinea l’ipocrisia di una nazione sconfitta che pretese di sedere al tavolo dei vincitori. E in effetti il modo in cui la Francia del dopoguerra rimosse Vichy ha qualcosa di ipocrita. Ma i francesi hanno avuto una cosa che noi italiani non abbiamo avuto e non abbiamo: una forte destra antifascista. Incarnata dal generale De Gaulle e da uomini come Jacques Chirac, oggi molto rimpianti.