la Repubblica, 27 giugno 2024
Fascicolo sanitario, 90mila dicono no “Così Big Pharma vuole schedarci”
Non vogliono che i loro dati di salute finiscano nel Fascicolo sanitario elettronico, temono di essere schedati, di finire nelle grinfie di Big Pharma. Dopo No-Vax e No-Green pass si stanno manifestando, principalmente sulla rete, i No-Fascicolo. Spesso si tratta delle stesse persone,forse pure un po’ meno, che agitano blog e social quando i loro guru sentono odore di «uno strumento di controllo dei corpi dei cittadini» (per usare le parole di un avvocato dell’area). Che sia appunto un vaccino oppure uno strumento che permette al paziente di avere sempre sotto mano la sua storia sanitaria (referti, dimissioni, farmaci assunti) e al medico di consultarla.
Il Fse in realtà è un vecchio progetto partito in buona parte delle Regioni (non senza appunti e critiche per alcuni aspetti da parte del Garante della privacy) che in base al Pnrr dovrebbe diventare finalmente nazionale e così aggiungere al nome un “2.0”. Si lavora da tempo a una piattaforma unica e intanto si danno regole alle amministrazioni locali. La prossima scadenza importante èquella che mette agitazione nel mondo No-Vax ed è prevista per domenica 30 giugno. Entro quella data chi vuole può opporsi al trasferimento all’interno del fascicolo dei suoi dati sanitari raccolti tra il 2012 e il 19 maggio 2020. Per farlo deve seguire la procedura sul sito www.sistemats. it. Ebbene, malgrado l’apparente ondata di contrari sulla rete, al momento l’opposizione è stata fatta da un numero esiguo di persone. Al 25 giugno erano 90.640 (dei quali 6.371 minorenni), lo 0,15% degli italiani. È vero che in molti non sanno probabilmente nulla della scadenza, annunciata oltre che dai media, ad esempio dalla app della pubblica amministrazione, “Io” ma il dato è bassissimo.
«Se vogliono vendere i miei dati sanitari per fini statistici alle case farmaceutiche mi devono pagare. Gratis, non li avranno», scrive un utente che risponde a un post di Bianca Laura Granato, ex senatrice inizialmente con i Cinquestelle e paladina No-Vax che spiega come revocare il consenso sia «veramente semplice». Claudio Borghi della Lega suX ha annunciato un emendamento nel decreto liste di attesa.
Come detto, a livello regionale il Fascicolo è partito anche da molto tempo, ad esempio in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Tra gennaio e marzo scorso il 18% degli italiani lo ha usato anche se ci sono, come sempre, realtà ancora indietro come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Marche Molise, Puglia, Sicilia, Umbria. Entro fine anno, le Regioni che non l’hanno fatto, dovranno inserire nel Fascicolo la possibilità di pagare i ticket sanitari, di prenotare di visite ed esami, di scegliere il medico e consultare i referti.
Il Garante della privacy segue con attenzione. Nei giorni scorsi ha notificato a 18 regioni e alle Province autonome l’avvio di procedimenti correttivi e sanzionatori per le «numerose violazioni riscontrate nell’attuazione della nuova disciplina sul Fse 2.0». Il problema sarebbe la modifica da parte delle amministrazioni locali del modello di informativa predisposto dal ministero, previo parere del Garante, che avrebbe dovuto essere adottato su tutto il territorio nazionale.