Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  giugno 26 Mercoledì calendario

Intervista alla rapper Anna

È «soddisfatta da morire» Anna e di motivi ne ha tanti: è stata l’artista donna più ascoltata del 2023, quest’estate ha messo a segno la hit, «30°» e venerdì arriva il suo primo album «Vera Baddie» che rappresenta, dice, «la mia adolescenza racchiusa in un disco». Aveva solo 16 anni quando è esplosa con «Bando» e oggi che ne ha 20 è la rapper più acclamata d’Italia, forse l’unica che gioca nello stesso campionato dei colleghi maschi: a tutti gli effetti una Vera Baddie, dunque, termine che letteralmente significa «cattiva ragazza», ma che sta per «tosta, sicura di sé».
In «Amore da piazza» sogna una relazione «normale». Il successo le ha tolto qualcosa?
«Sento di essermi skippata un po’ di cose dell’adolescenza, anche solo conoscere delle persone senza che sapessero già il mio nome. Ma ora sono settata e me la vivo bene».
Tra i tormentoni di quest’estate, lei in «30°» canta un suo brano, senza feat. Una rarità?
«Ne sono felicissima, è un bel flex. Non critico chi si fa scrivere le cose da altri, i pezzi in classifica spaccano, certo è che tu sei lì, però hai avuto una grande mano. Per me invece è un vanto perché sono lì senza avere aiuti».
Tutti i pezzi di «Vera Baddie» li ha scritti lei.
«È tutta farina del mio sacco, si è molto più soddisfatti sapendo che è uscito tutto da te. Se va bene, come “30°”, ancora meglio: l’ho scritta di notte, in cameretta. Il titolo dell’album, la Baddie, è l’emblema di quel che c’è dentro. Io sono vera, nessuno mi scrive le cose a me. E tante ragazze si rivedono perché ho atteggiamenti normali, non sono irraggiungibile».
Sembra però avere una bella scorza dura.
«Sicuramente mi sono costruita un’armatura. Sono meno suscettibile ai giudizi delle persone, ma rimanendo terra terra. E credo che tutti dovremmo essere gentili con tutti, ma senza farci mettere i piedi in testa».
Lazza, thasup, Sfera Ebbasta, Guè sono solo alcuni degli ospiti del disco. Avere il rispetto dei big del rap è importante?
«Sì, sono cresciuta con le persone con cui collaboro e se la me di 16 anni avesse saputo che avremmo fatto delle hit insieme avrebbe detto che era assurdo».
«Miss Impossible» racconta un amore tossico, vede di frequente queste dinamiche?
«Tanto, nell’ultimo periodo c’è una specie di epidemia o forse c’è sempre stata. Gli episodi di violenza che sentiamo tutti i giorni sono agghiaccianti. Nel pezzo parlo di un caso specifico, la storia di una mia amica, e a volte nella coppia l’amore è tossico per colpa di entrambi. Ma sento che tante ragazze potranno rivedersi. Spero si sentano ascoltate e sappiano che io sono al corrente di tutti i loro sbatti».
C’è chi accusa il rap di contribuire alla violenza e lei non si sottrae all’uso di un linguaggio anche molto duro: in «Hello Kitty» parla di tagliare la testa a un’altra ragazza.
«Io le robe brutte a volte le ho dette, ma il rap è arte e penso che ognuno nasca con un’educazione che arriva dalla famiglia. Non credo che le cose negative si apprendano dalla musica, se io dico “vai a sparare”, non è che lo fai. Ci sono sempre stati brani di grandi artisti che non hanno detto solo cose belle, ma ognuno deve avere una propria morale».
In «Mulan» dice che tutti sognano di stare con lei. Si sente molto corteggiata?
«Sì (ride, ndr). Vabbè, io sono vanitosa, leone ascendente leone, immaginate il mio ego. Però ecco, essendo un po’ l’unica conosciuta di questo ambiente, lo percepisco».
Una Baddie non incute timore?
«Sì, hai voglia! Nessuno ci prova davvero con me. Sento l’interesse, ma non arrivano mai al dunque».
Si sente bene con se stessa?
«Finalmente ora sì. Sicuramente la fama ha aiutato o semplicemente il crescere. La cazzimma l’ho sempre avuta, ma l’autostima no».
Com’era da piccola?
«A scuola prendevo mille note, sono sempre stata un po’ un personaggio. Mi vestivo in modo diverso ed ero un po’ sfottuta. Anche quando ho iniziato a fare i pezzi, nessuno mi prendeva seriamente, anzi: bullismo totale. Ma ci sta, non ero molto brava».
E per i prossimi obiettivi guarda a Sanremo?
«Posso dirlo? Non mi interessa. L’ho guardato: Geolier mi è piaciuto un sacco e Angelina ha spaccato tutto, è davvero talentuosa. Mi piace l’atmosfera, ma non è un posto dove mi vedo. Non mi sento di quell’ambiente lì».