Corriere della Sera, 26 giugno 2024
Bipolarismo più forte. Il centrosinistra cresce al Sud, il centrodestra è stabile
Le elezioni comunali si sono concluse con i ballottaggi scrutinati lo scorso lunedì. Analizzarne i risultati non è semplice. Rispetto al voto europeo (avvenuto contestualmente al primo turno delle amministrative) e più in generale al voto politico, contano infatti altri fattori. Innanzitutto, il differente sistema elettorale: nelle amministrative si vota con un sistema maggioritario, alle Europee con un sistema proporzionale. Quindi la differente offerta politica: alle Europee si vota per un partito, alle Comunali prevale la scelta della candidata o del candidato sindaco. E inoltre l’ambito coinvolto: alle Europee si vota tenendo presente soprattutto i temi politici nazionali (raramente, duole dirlo, i temi europei), alle Comunali si tengono in considerazione i problemi che più direttamente ci coinvolgono. Infine, le elezioni comunali vedono un’importante presenza di liste civiche, che spesso erodono il voto dei partiti più forti.
Guardando ai dati, prima di tutto va sottolineata la ragguardevole dimensione dell’astensione: al primo turno aveva partecipato solo il 62,6% degli elettori (con un calo di 5 punti rispetto alle consultazioni precedenti), al ballottaggio ha partecipato meno del 48%, con un calo di 15 punti rispetto all’affluenza del primo turno. Questo è il tema principale: il distacco dalla politica è oramai drammatico e non si recupera nemmeno quando si vota per il proprio comune.
Detto questo, in termini generali, i risultati riferiti ai comuni superiori, cioè ai comuni di oltre 15.000 abitanti dove è previsto il ballottaggio – come risulta dalle accurate analisi effettuare da LaPolis – vedono una crescita delle città governate dalla coalizione di centrosinistra, che passano da 102 a 111, una tenuta sostanziale del centrodestra (oggi questa coalizione amministra 80 comuni superiori contro gli 81 delle precedenti consultazioni) e anche del Movimento 5 Stelle (ne governa 3, come nel turno precedente), mentre calano di 8 (da 43 a 35) le città amministrate da forze civiche o non riconducili ai tradizionali schieramenti.
I fenomeni evidenziati si accentuano nel sud del Paese, dove il centrosinistra conquista più comuni rispetto alle elezioni precedenti, mentre nel centro nord ha una relativa contrazione. Ma in entrambi i casi sono contenuti o inesistenti i cambiamenti per il centrodestra, che appunto si mantiene dovunque sostanzialmente stabile.
I capoluoghi segnano una migliore avanzata del centrosinistra sia sul lungo periodo, sia relativamente solo a queste ultime consultazioni. Per questa tornata il centrosinistra passa da 13 a 17 capoluoghi che governa, il centrodestra da 12 a 10, mentre scompaiono i centri amministrati dal Movimento 5 Stelle.
Sempre riguardo ai capoluoghi, se guardiamo alle percentuali sui voti validi (in questo caso i dati sono riferiti a 26 dei 29 comuni coinvolti), il centrosinistra ottiene risultati migliori per i propri candidati al centro nord, con una crescita un po’ più consistente rispetto ai comuni del centro sud del Paese (che pure segnano un miglioramento). E i dati di voto proporzionale tendono a confermare queste tendenze. Ma in questo caso anche il centrodestra migliora le proprie posizioni, sia per quanto riguarda i candidati, sia relativamente al voto per le forze politiche. Insomma, tende a consolidarsi ulteriormente il bipolarismo che ha da un trentennio caratterizzato il voto delle grandi città.
È quindi difficile vedere in questi dati un influsso diretto delle tematiche nazionali, in particolare dei temi che prevalgono in questo momento (soprattutto in riferimento al premierato e all’autonomia differenziata). Se infatti, almeno il tema dell’autonomia avesse rappresentato un elemento di scelta, nei comuni del sud avremmo dovuto trovare un’affermazione più netta del centrosinistra o qualche segnale di crisi del centrodestra, che invece non troviamo. È molto più probabile che abbia inciso di più, e per tutti, la qualità dell’offerta politica, delle candidature, e dei programmi.