il Fatto Quotidiano, 25 giugno 2024
Intervista a Odifreddi. Parla delle gaffe di San Giuliano
“Sangiuliano vuole essere un uomo rinascimentale? Ma dovrebbe essere Leonardo da Vinci”. Piergiorgio Odifreddi, classe 1950, è matematico, logico, e tra i più noti divulgatori scientifici italiani.
Odifreddi, come giudica queste continue gaffe del ministro della Cultura?
È un uomo che paradossalmente legge un sacco di libri, molto di più di altri suoi predecessori. Credo che legga così tanto che a volte confonda certe nozioni anche abbastanza banali. Mi sembra che sia una voglia di ostentare, di mostrare un tipo di cultura che però è semplice nozionismo. Probabilmente, dato il suo ruolo istituzionale, farebbe una figura migliore a tacere.
E invece la raccolta di errori continua ad ampliarsi. Di tutti i suoi strafalcioni, quale farebbe entrare nel suo Dizionario della stupidità?
Potrebbero starci quasi tutte, non saprei scegliere la migliore. Ripeto, per me queste gaffe sono paradossali perché da tempo abbiamo diviso la scienza in tanti compartimenti, così che il fisico non debba studiare quello che studia un chimico. Non capisco perché Sangiuliano voglia fare l’uomo rinascimentale e sapere qualcosa di tutto lo scibile. Lo stesso Leonardo da Vinci ebbe la modestia di definirsi un “uomo senza lettere”, e anche lui faceva degli errori madornali.
Quindi il ministro cos’è? Genio? Sregolatezza?
Non vorrei prendere le sue difese, ma credo che sia una sorta di via di mezzo. I suoi errori sono il frutto di una confusione mentale figlia del nozionismo. Le sue gaffe secondo me hanno tanto successo perché sono perfette per i social: brevi e concise. Insomma, ci ritorno: il punto è che il ministro legge tanto, e fa bene, ma ogni tanto dovrebbe anche ripassare.
Sangiuliano insiste molto sull’egemonia culturale e la rivalsa del pensiero di destra…
Sono d’accordo. Per farlo, hanno scelto un paio di intellettuali di bandiera – che poi sono sempre gli stessi Pietrangelo Buttafuoco e Marcello Veneziani – e li hanno piazzati dove li pensavano più utili. Quello che provano a fare con la cultura è abbastanza simile: cercare di mettere una bandierina su certi autori per farli “passare” dalla loro parte. È un’operazione alla Francesco De Sanctis, il critico letterario che per primo inserì Dante nel canone dei classici, dopo che per secoli il sommo poeta ne era stato completamente escluso. Sangiuliano sta cercando di indirizzare la cultura, di guidarla in una direzione specifica.