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 2024  giugno 25 Martedì calendario

Pier Giorgio Frassati sarà santo Papa Francesco: "Energia e creatività"


Francesco mette da parte il protocollo e lo annuncia personalmente, con un elogio e un inciso nel discorso al Circolo San Pietro: «Pensate a quanta energia, a quanta creatività, a quanto slancio può dare un giovane. Mi viene in mente il Beato Pier Giorgio Frassati, presto sarà santo, che a Torino andava nelle case dei poveri a portare aiuto. Pier Giorgio era di famiglia benestante, alta borghesia, ma non è cresciuto “nella bambagia”, non si è perso nella “bella vita”, perché in lui c’era la linfa dello Spirito Santo, c’era l’amore per Gesù e per i fratelli». Adesso dunque è ufficiale: il «santo giovane dei giovani e della montagna», indicato dagli ultimi tre papi come esempio per i ragazzi di ogni tempo, sarà canonizzato, con ogni probabilità nel 2025, durante il Giubileo. Il Pontefice argentino da tempo vuole elevare a modello ecclesiale universale Frassati, uno dei «santi sociali» piemontesi, terziario domenicano, membro della San Vincenzo de’ Paoli, della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci) e di Azione cattolica (Ac). Spesso lo cita per incoraggiare i giovani a seguire il suo celebre motto: «Bisogna vivere, non vivacchiare».
Nel rito della sua beatificazione, il 20 maggio 1990, San Giovanni Paolo II ha scandito che nell’Ac «egli visse la vocazione cristiana con letizia e fierezza e s’impegnò ad amare Gesù e a scorgere in lui i fratelli che incontrava nel suo sentiero o che cercava nei luoghi della sofferenza, dell’emarginazione e dell’abbandono per far sentire loro il calore della sua umana solidarietà e il conforto soprannaturale della fede in Cristo».
Frassati bruciò la sua brevissima e intensissima esistenza in una carità inesausta, soccorrendo e sostenendo i poveri di Torino all’alba del XX secolo.
Questa straordinaria storia umana, cristiana, sociale e politica comincia nel 1901. Pier Giorgio nasce il 6 aprile, figlio dell’alta borghesia torinese: suo padre è l’avvocato e giornalista Alfredo Frassati, fondatore e poi direttore de La Stampa, futuro senatore del Regno; la mamma è la pittrice Adelaide Ametis. Una poliomielite fulminante sarà letale per Pier Giorgio, che muore 24enne il 4 luglio 1925. Ma farà in tempo a farsi «santo», aiutando in ogni modo i bisognosi, impegnandosi in molteplici iniziative di carità: «Non bisogna dare degli stracci ai poveri! Cristo ha detto: il bene fatto a loro è fatto a Lui. Intorno al miserabile io vedo una luce che noi non abbiamo… Il nostro servizio fa maggior bene a noi che ai poveri». Non trascura lo studio: frequenta il Politecnico, desidera diventare ingegnere minerario, per stare accanto ai minatori. In tasca ha le tessere di varie associazioni cristiane. Le elenca l’Ac: «È stato nella “Gioventù Cattolica”, universitario fucino, militante del neonato Partito popolare di don Luigi Sturzo, fondatore della rivista Pensiero Popolare». Frassati si mostra «sempre generoso nel suo servizio appassionato agli ultimi, la sua misura delle cose terrene». Il suo attivismo politico è all’insegna dell’antifascismo.
E di notte, invece del riposo, l’adorazione, nella chiesa torinese dove operano i padri Sacramentini. Racconterà uno di loro: «Pier Giorgio amava l’adorazione notturna e partecipava non soltanto a quella dei giovani, ma a volte anche a quella degli uomini… Rare volte mi occorse di vederlo seduto mostrando stanchezza. Nei momenti di silenzio chinava per brevi istanti la testa tra le mani e poi la rialzava e guardava a lungo l’Ostia santa».
Grande sportivo, ama in particolare la montagna, dove porta spesso i suoi amici. Varie foto lo ritraggono su cime in alta quota. Ac sottolinea questa «passione che oggi prosegue nell’esperienza dei “Sentieri Frassati": una rete di cammini presenti in tutte le regioni d’Italia, ogni anno percorsi da migliaia di persone, in un ambiente dove l’uomo, ancora oggi può ritrovare il silenzio, la pace, l’incontro con Dio, con se stesso, con la bellezza degli elementi». Frassati sarà venerato in ogni parte del mondo a cominciare da chi, come lui, percorre monti e raggiunge vette.
Nell’ultimo periodo fonda la «Società dei Tipi Loschi»: i membri, «lestofanti e lestofantesse», si danno soprannomi scherzosi – Pier Giorgio è «Robespierre» – organizzano scampagnate e giochi. Un’amicizia, la loro, cementata dalla fede.
Tra le frasi più celebri di Frassati c’è quella usata spesso da Bergoglio per stimolare le ragazze e i ragazzi a non restare «seduti sul divano»: «Vivere senza una fede – diceva Pier Giorgio – senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere, ma vivacchiare…». E poi: «Ogni cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita dagli animi dei cattolici».
L’arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, ha indetto l’Anno Frassatiano": il 4 luglio «apriremo un anno di speciali celebrazioni in vista del centenario della morte, per approfondire la conoscenza e la venerazione dell’"uomo delle otto beatitudini”, come venne definito con un’immagine molto bella dal Papa Giovanni Paolo II».
Nel 2015 Francesco in visita nel capoluogo piemontese va, all’interno della Cattedrale, a pregare davanti alla tomba di Frassati. Otto anni dopo lo proclama patrono della Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona. Un anticipo della consacrazione definitiva ed eterna. —