il Fatto Quotidiano, 24 giugno 2024
Flop del calcio francese in tv
Il calcio francese senza abbonati tv rischia il collasso: noi stiamo rischiando di fare la stessa fine. Sei anni fa, il 18 maggio 2018, Il Sole 24 Ore pubblicava un articolo dal titolo: “Calcio e diritti tv: il sorpasso francese sulla Serie A” in cui dava conto del sorprendente risultato raggiunto dal calcio d’Oltralpe: “La Ligue 1 francese ha ufficializzato la cessione dei diritti televisivi 2020/24. Per il nuovo quadriennio si è raggiunta la cifra annuale di 1,153 miliardi, con un aumento del 60% rispetto al precedente accordo. Per la prima volta il campionato francese supera quello italiano ma lo fa, per ironia della sorte, grazie al consorzio composto da Mediapro e da beIN Sports”. L’ironia della sorte riguardava Mediapro: la piattaforma spagnola cui la Serie A aveva ceduto pochi mesi prima i diritti del triennio 2018-2021 per 1,05 miliardi salvo invalidare l’accordo per la mancata presentazione, da parte di Mediapro, della fideiussione da un miliardo prevista dal contratto. Così, mentre il calcio italiano tornava mestamente tra le braccia di Sky con un accordo al ribasso da 973 milioni, la Francia metteva la freccia e ci superava incassando 1 miliardo e 153 milioni di cui 831 assicurati proprio da Mediapro.
Il danno e la beffa? Macchè: per una volta i nostri dirigenti avevano visto giusto. Sei anni sono passati; e se è vero che il calcio italiano non se la passa bene, il calcio francese è sull’orlo del baratro. Lasciata in mutande da Mediapro che nell’autunno 2021 aveva cominciato a non pagare più il dovuto per l’immane flop cui era andata incontro (600 mila abbonati contro i 3,5 milioni preventivati), la Ligue 1 si era aggrappata in corsa ad Amazon che aveva acconsentito a subentrare a Mediapro sia pure pagando solo 331 milioni degli 831 promessi dagli spagnoli: nientemeno che 500 milioni in meno. Ma questo era quel che passava il convento. E così il calcio francese è andato avanti fino ad oggi accontentandosi di 663 milioni: 331 messi da Amazon e 332 da Canal+. Dopidichè, completato il quadriennio 2020-24, la situazione è definitivamente precipitata.
A due mesi dal via del prossimo campionato, i diritti tv per il quinquennio 2024-29 sono ancora invenduti. L’asta è andata desolatamente deserta e anche le febbrili trattative private tentate con Canal+, BeIN Sports e DAZN sono naufragate. L’obiettivo minimo che i francesi si erano dati era raggiungere gli 800 milioni: non ci sono andati nemmeno vicini e adesso si assiste alla corsa verso un problematico Piano B che prevede la creazione di un canale di Lega che produca da sè le partite per venderle e diffonderle attraverso più operatori possibili, naturalmente non in regime di esclusiva. L’Equipe ne ha individuati sette: Google tv, Molotov tv, Amazon Prime più quattro telco, Free, Bouygues, SFR e Orange. Ma non si sa con quali garanzie, a quali prezzi, con quale suddivisione dei proventi, con quali rischi d’impresa.
Un dramma: che dovrebbe far suonare allarmi a distesa anche a casa nostra. La Serie A ha infatti deciso di mettersi per i prossimi cinque anni nella mani di DAZN con tutti i rischi del caso se è vero che gli abbonati, che ai tempi di Sky erano 3,2 milioni, sono oggi pochissimi, si dice meno di 1,4 milioni, e in continua e vertiginosa diminuzione causa scarsa qualità del servizio, povertà dell’offerta e sistematico, ingiustificato aumento dei prezzi. Se Lega e DAZN pensano di arruolare un milione di nuovi abbonati facendo la guerra alla pirateria e ai possessori del pezzotto, che Dio ce la mandi buona. Amen