la Repubblica, 24 giugno 2024
Le figlie segrete di Putin e gli eredi dell’élite
Le figlie “segrete” del leader del Cremlino sempre più protagoniste. Il figlio dell’ex segretario del Consiglio di Sicurezza diventato vicepremier. L’erede del magnate di banche e media designato capo della Corte dei Conti. Una cugina del presidente e il figlio di un ex premier nominati viceministri della Difesa. In Russia è iniziata «l’ascesa dei principi, i figli dei rappresentanti dell’élite politica», commenta il politologo Evgenij Minchenko in un rapporto sulla struttura del potere intitolato Politburo 2.0,allusione al sistema di governo dell’ex Unione Sovietica. «Insieme alla sua posizione conservatrice nei confronti della “vecchia guardia”, Vladimir Putin sta mettendo alla prova una nuova generazione di manager in importanti aree di lavoro, dando loro l’opportunità di acquisire diverse esperienze gestionali e di espandere i loro orizzonti», afferma. E sostiene che, nella Russia di Putin, la parentela è diventata «essenziale». Anche quella allargata.
Il rinnovamento è iniziato lo scorso maggio con l’inaugurazione del quinto mandato al Cremlino del 71enne Vladimir Putin. Al successivo rimpasto di governo, il presidente ha promosso come primo vicepremier Dmitrij Patrushev, figlio del 72enne Nikolaj, ex segretario di lunga data del Consiglio di sicurezza, e come capo della Corte dei Conti Boris Kovalchuk, 46 anni, figlio del 72enne Jurij, soprannominato il “banchiere di Putin”. Un mese dopo, il Forum economico di San Pietroburgo – che un tempo era tribuna di leader mondiali tanto da essere soprannominato “la Davos Russa” – è diventato il palcoscenico della progenie dell’élite putiniana, a partire dalle due presunte figlie dello stesso presidente e dell’ex moglie Ljudmila Putina.
Un tempo anonime e tenute nascoste, tanto da non portare il cognome del padre, per la prima volta sono intervenute entrambe al Forum: la minore, Katerina Tikhonova, 37 anni, amministratrice delegata della Fondazione Innopraktika, sponsorizzata dalle più grandi aziende russe, ha dissertato del ruolo della difesa nel garantire la sovranità tecnologica, mentre la maggiore Maria Vorontsova, 39 anni, endocrinologa e membro dell’Associazione russa per la promozione della scienza, ha partecipato a una tavola rotonda sulla bioeconomia. Nel programma comparivano anche altri rampolli: Ksenia Shojgu, presidente della Federazione russa di triathlon e del progetto “Lega degli Eroi”, che organizza eventi sportivi di massa, figlia 33enne dell’ex ministro della Difesa oggi segretario del Consiglio di Sicurezza Sergej; Roman Rotenberg, 43 anni, primo vicepresidente della Federazione russa di hockey su ghiaccio e dirigente di Gazprombank, il cui padre, l’oligarca Boris, era compagno di judo d’infanzia di Putin; Aleksandr Vajno, responsabile del lavoro giovanile presso l’Agenzia per le iniziative strategiche del Cremlino e figlio del capo dell’amministrazione presidenziale Anton; infine Anna Tsivileva, 52 anni, presidente del cda e principale azionista della compagnia carbonifera Colmar Group e, fino a poco tempo fa, capa del fondo statale per gli “eroi dell’Ucraina”. Suo marito, Sergej Tsivilev, è l’ex governatore della regione di Kemerovo e ora ministro dell’Energia. Ma la parentela che conta è un’altra. Secondo la testata investigativa Agentsvo e il governo britannico che l’ha sanzionata, Tsivileva sarebbe cugina di Putin.
Non a caso, una settimana fa, è stata nominata viceministro della Difesa. Con lei anche Pavel Fradkov, figlio dell’ex direttore dei servizi segreti esteri e primo ministro Mikhail Fradkov. È in atto un «graduale trasferimento del potere agli eredi», conferma Maria Snegovaja, del Centro per gli studi strategici e internazionali con sede a Washington. «È un tentativo di rinnovare, ringiovanire l’élite». Con la consapevolezza che Putin, dopotutto, non è eterno.