Corriere della Sera, 23 giugno 2024
Intervista a Brie Larson
CAGLIARI Alta, magra, bella, bionda. Brie Larson, 34 anni, l’eroina di Captain Marvel, Oscar nel 2016 per Room, appare in una stanza bunker del Castello di Forte Village che ospita il Filming Italy Sardegna Festival di Tiziana Rocca. Gentile ma freddina, Brie sembra Turandot, la principessa «cinta di gel». Dice che il cinema «è quello che ho sempre voluto fare».
Quando ha cominciato?
«A 10 anni ho esordito nel film Special Delivery. Ma già a 6 mi rivolsi a mamma che stava lavando i piatti in cucina e le dissi (lo ricordo come se fosse oggi), sai una cosa, voglio fare l’attrice. Mi ha sempre incoraggiata. Non ho fatto grandi scuole di recitazione, e con gli studi mi sono fermata al diploma. Ero timida e curiosa di tutto».
Com’è stato fare l’attrice da così giovane?
«In passato mi sono fatta tanti di quei pianti quando un provino andava male… Ma ho cercato di guardare avanti, di non fermarmi, di trarre energie positive anche da quelle negative. Un lungo sospiro e avanti verso la prossima audizione. Superati il panico e le lacrime devastanti, gli ostacoli hanno rappresentato delle opportunità».
L’adolescenza?
«A casa non c’erano molti soldi. Mi trasferii con mia madre da Sacramento a Los Angeles in una casa minuscola. Mamma ha una grande immaginazione e creava per me un mondo magico, di fantasia, per rendermi più facili quegli anni».
Perché al cinema ci sono così poche supereroine?
«È vero, a parte Captain Marvel e Wonder Woman non me ne vengono in mente altre. È una domanda che va posta agli uomini dell’industria cinematografica. Se c’è una eroina dei nostri tempi che vorrei interpretare? Non mi viene in mente nessun nome specifico».
Cosa significa entrare nell’universo Marvel?
«È un grande onore. È come vivere a Disneyland. Non sono solo storie di navicelle spaziali. Si raccontano storie sull’umanità in modo meraviglioso, oscillando tra commedia e tragedia. Attraverso la fantascienza si può parlare di ciò che ci riguarda da vicino, della realtà».
In passato mi sono fatta tanti
pianti quando
un provino andava male
Ma ho cercato
di trarre energie positive anche
da quelle negative
E invece «Room»?
«È una storia vera, durissima, di una giovane donna sequestrata per cinque anni col figlio in una stanza senza finestre… Io non sono mamma, ho consultato vari medici sui traumi che lascia un’esperienza come quella, ho cercato una via decostruendo il copione. Dopo 12 ore passate sul set era difficile uscire dal personaggio, più che entrarvi. Ero spaesata, confusa. Ogni giorno telefonavo a mia madre e le chiedevo scusa».
Perché?
«Per tutte le volte che da teenager uscivo la sera e non le davo notizie, mi dimenticavo. E magari poteva capitarmi una esperienza orribile come quella di Room».
E lei di cosa ha paura?
«Del potere dei media».
L’Oscar cosa cambia davvero?
«Beh, arrivano tante più proposte. Io scelgo, seguendo istinto e ragione, copioni che mi mettano a mio agio. Preferisco storie che contribuiscano a creare un mondo migliore. Ci sono così tante cose da raccontare. Anch’io sto crescendo come persona».
Quali sono i film della sua vita?
«Indiana Jones, perché mi aprì un mondo e mi ha fatto vedere paesaggi che non pensavo potessero esistere, e Deserto rosso di Antonioni, per come ha messo insieme una bellezza oggettiva e una soggettiva. Non avevo mai visto in un film americano un ruolo femminile come quello che lì ha Monica Vitti. Poi mi piace come vengono colorati gli alberi in quel film».
Lei ha creato un canale tv su YouTube.
Durante la pandemia ho creato un canale tv su YouTube È un modo per farmi conoscere meglio:
lì parlo
dei miei esperimenti in cucina,
la mia seconda passione
«Sì, durante la pandemia. È un modo per farmi conoscere meglio. È difficile, per un’attrice, decidere tra ciò che deve essere visibile e invisibile. Troppe pressioni. Lì ci sono i miei pensieri e i miei sentimenti. Parlo di grandi argomenti e di vacanze, di come tenersi in forma ma anche dei miei esperimenti in cucina,la mia seconda passione. Preparo piatti da sempre, il mio pollo arrosto è imbattibile, e so fare tanti tipi di pasta. Ricette italiane, ovviamente».