Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  maggio 04 Sabato calendario

Biografia di Giuseppe Berta

Giuseppe Berta (1952-2024). Storico. «Era un professore che spiegava e faceva capire: soprattutto per noi giornalisti. Con gentilezza, cordialità e l’ironia garbata che spesso interrompeva (e sottolineava) i suoi saldi ragionamenti sul capitalismo e le imprese italiani. […] Vercellese di origine, ma trapiantato a Torino, era arrivato tardi alla docenza universitaria: nella città della Mole e, infine, come professore associato di Storia contemporanea alla Bocconi. Prima, e a lungo, aveva studiato e analizzato l’industria del Novecento e della sua terra, il Nord-Ovest: partendo da un serissimo e meticoloso lavoro di ricostruzione e di archivio per poi passare subito alla riflessione e alla critica. Non a caso, era stato collaboratore del Centro studi della Fondazione Adriano Olivetti e dopo, per molti anni, di-rettore dell’Archivio Storico Fiat: un incarico che aveva lasciato per l’Università. Portandosi dietro ovunque una conoscenza di ciò che era stata la grande azienda automobilistica torinese e, soprattutto, di come stava declinando. Mantenendo però l’onestà dello studioso e un’indipendenza (mai faziosa e dunque lucida) nei confronti della Fiat, con un atteggiamento che non tutti coloro che hanno lavorato per gli Agnelli sanno poi assumere. Suoi i contributi migliori per individuare luci e ombre soprattutto dell’era di Sergio Marchionne, con libri come La Fiat dopo la Fiat, 2000-2005 e Detroit. Viaggio nella città degli estremi. Pagine attualissime oggi: einaudiane “prediche inutili” per gli eredi dei suoi antichi datori di lavoro» [Ettore Boffano, Fatto]. Morto ieri, dopo una lunga malattia. Aveva 71 anni.