Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  maggio 06 Lunedì calendario

Biografia di Ugo Gomiero

Ugo Gomiero (1947-2024). Ristoratore. Titolare, assieme ai figli Gian Luca e Matteo, del Ristorante Zafferano in Via Tommaseo 67 C. a Padova «Era nato nel quartiere San Pio X […]. Era nato lontano dal mare, dall’acqua, Ugo Gomiero, eppure sin da bambino si era appassionato dell’Adriatico, del pesce, di mangiarlo, cucinarlo, di capirne le stagioni. Non gli piaceva la carne, invece, e nemmeno la cucinava, e si contornava di gatti, cani, e quasi parlava con le sue galline. L’Adriatico, dunque, la cucina veneziana, i mercati di Chioggia all’alba, i lunghi tragitti, la fatica. Aveva lavorato fin da ragazzo, e dopo i trent’anni era riuscito ad aprire i suoi ristoranti, a Padova e in provincia. Chiesanuova, Tencarola, Capriccio di Vigonza fino all’approdo vicino alla Fiera, nel 2004. Una zona in espansione, popolata d’uffici, al confine, che ogni tanto sembra senza luogo, una specie di piccola Brasilia. Dopo vent’anni il ristorante “Zafferano” è, insieme, la storica cucina di pesce di Padova ma anche un incrocio del Veneto, con le sue tovaglie bianche, le sedie scure, luci calde, grandi vetrine e d’estate un plateatico un po’ street. Ugo c’era sempre, cucinava sempre e ogni giorno, a un certo punto, usciva dalla cucina, col cappello e il grembiule, tutto bianco come una colomba, e salutava, e se entrava un poco in confidenza, o gli sembravi simpatico, o solo giovane, si appoggiava su una spalla, un contatto minimo, garbato. Perché garbato era sempre, e spiritoso, e ti chiedeva se stavi bene, e se glielo chiedevi ti raccontava di come si era inventato di mettere insieme le vongole e la bottarga, di come si fanno le moeche , ma quell’amore per il cibo non aveva niente di cubitale o pomposo, non aveva manie di protagonismo, perché Ugo sapeva che, in fondo, i protagonisti al ristorante sono quelli che ci mangiano, che portano lì, la loro vita ai tavoli. Politici e professionisti, certo, personaggi famosi e giornalisti, e affari, elezioni, spettacoli, libri, fusioni di società, ma lo Zafferano è un lusso per tutti, e soprattutto per tanti che vogliono solo distrarsi, chiacchierare, adorano il modo in cui si mangia, e allora soprattutto il posto di chi viene a farsi un regalo, una volta tanto mangiar bene, una coppia che celebra un momento speciale, degli amici che si ritrovano, e allora amori, stupori, confessioni, i momenti difficili, le cose che non si pensava di poter capire che si capiscono qui. A settantasette anni, Ugo era ancora in piedi dall’alba, e restava in ristorante fino alla chiusura, dopo le undici. Dal buio al buio. Non era solo. La stessa vita la fa la sua famiglia. La moglie Sonia Alberoni e i due figli, Gianluca e Matteo. Continueranno loro, come già fanno, come prima, come sempre, ad aprire, a inventarsi, ad andare a Chioggia e portare i biscotti con il caffè, per chiudere il pasto. Continueranno a faticare. A divertirsi. Ugo, infatti, era un pezzo di quel Veneto per cui lavorare è una gioia, e poterlo fare è una fortuna. Il Veneto miracoloso, unito, pieno di opportunità che oggi sembra scomparso, ma in fondo c’è ancora. Aveva serietà, sapienza, ironia, occhi sempre brillanti. Durante il Covid, su Facebook, una sua foto con la mascherina, “se non può essere a cena, sarà all’ora di pranzo”. Nessuna protesta, nessuna tristezza. Solo il grande rispetto per una tragedia, e un po’ di leggerezza: come si può fare, si farà» [Giovanni Montanaro, CdS]. Se n’è andato nella notte tra venerdì e sabato, poco dopo la mezzanotte. Aveva 75 anni. I funerali si terrano martedì nella chiesa di Peraga di Vigonza, provincia di Padova, alle ore 15.