Anteprima, 18 maggio 2024
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Biografia di Francesco Di Mare
Francesco Di Mare (1955-2024). Detto Franco. Giornalista (Rai). Nato a Napoli. Per vent’anni inviato di guerra del Tg1, poi volto di Raiuno. Dal 2013 ha condotto La vita in diretta, in precedenza UnoMattina Estate, UnoMattina week end ecc. «Ho rischiato la pelle troppe volte e mi è andata bene» • È stato membro del Consiglio direttivo dell’Unicef • Tra le sue opere: Il cecchino e la bambina. Emozioni e ricordi di un inviato di guerra (Rizzoli, 2009), Non chiedermi perché (Rizzoli, 2011), Casimiro Rolèx (Cairo Editore, 2012) e Il paradiso dei diavoli (Rizzoli, 2012) • «Come inviato su innumerevoli fronti di guerra (dove forse ha respirato l’amianto che gli ha provocato poi il tumore) e sui teatri di infinite catastrofi naturali, o sulla scena di delitti memorabili e storie di criminalità organizzata tutte da scoprire, ha accompagnato la nostra vita quotidiana con i suoi racconti e le sue pillole di saggezza napoletana e di cultura giornalistica (connubio non sempre scontato), dalle pagine della carta stampata che per alcuni è il giornalismo autentico, dagli schermi del Tg1 e da quelli dei programmi di approfondimento che sono lo strumento più potente della divulgazione di notizie. Che poi dietro il professionista che non sbagliava quasi mai, e che riusciva ad ammaliare gli amici con i suoi racconti, allo stesso modo che gli italiani incollati alla Tv, c’era un uomo con le sue contraddizioni, la sua umanità, la sua intelligenza, la sua furbizia, la sua capacità di cogliere sempre il significato degli eventi nei quali coraggiosamente si gettava. Dal Golfo a Sarajevo. Il primo spettatore di Franco era l’autore che nello studio televisivo, per le tre ore e mezza di diretta di Unomattina, una volta il più lungo programma di diretta Rai, era legato a doppio filo alla sua professionalità. Una certezza, per noi. Tutti sapevamo che se fosse scoppiata una guerra, crollato un ponte, scomparsa una celebrità, l’esperienza ineguagliabile di Franco, la sua inesauribile capacità di affabulazione, la perfetta conoscenza del mezzo televisivo, ci avrebbero consentito di raccontare la realtà senza mancare un colpo, senza perdere una notizia o commettere errori, senza venir meno al compito di svolgere un servizio pubblico. La sua cultura gli consentiva di non farsi sorprendere dall’attualità, di non farsi mai trovare impreparato davanti a una notizia. “Sarò Franco”, era il titolo della sua rubrica, lunghissima per i tempi televisivi, ma capace di offrire sempre un elemento di riflessione, un messaggio. Con gli anni la sua vista si era annebbiata e bisognava trovare il modo di fargli leggere nel buio dello studio i listoni di carta con le sue prose riportate a mano, in cui erano condensate la tornitura della parola, la tensione morale, l’intento didascalico» [Marco Ventura, Mess] • Lo scorso 28 aprile, ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa per presentare il suo ultimo libro, Le parole per dirlo, si era collegato da casa e aveva affrontato l’intervista con l’ausilio di un respiratore, rivelando di essere affetto da mesotelioma pleurico, un tumore «molto cattivo» provocato dall’esposizione all’amianto • Divorziato da una donna di nome Alessandra, con la quale ha cresciuto la figlia Stella, adottata a 10 mesi di vita quando il giornalista era inviato di guerra a Sarajevo. • Pochi giorni fa Di Mare aveva sposato in seconde nozze Giulia Berdini, classe 1991, sua fidanzata da otto anni. «La donna che ha avuto la forza di sopportarmi, perfino quando non mi sopportavo neppure io» • Morto ieri. Aveva 68 anni • I funerali si terranno lunedì alle ore 14 nella chiesa degli Artisti di piazza del Popolo.