Anteprima, 30 maggio 2024
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Biografia di Orazio Giamblanco
Orazio Giamblanco (1942-2024). Operaio. Eroe italiano a Berlino. «È un nome che quasi nessuno in Italia conosce. Era il 1996 quando Orazio fu colpito alla nuca nel cantiere di Trebbin, nel Brandeburgo, da un naziskin con una mazza da baseball. Il ragazzo, Jan W., si allontanò credendolo morto. L’aggressione fu uno degli episodi più violenti che fecero scoprire alla Germania riunificata quanto fosse grave il problema neonazista. Orazio però sopravvisse. Gravemente disabile, con una paralisi spastica, difficoltà ad articolare la parola e dolori che non se ne andavano mai. I medici gli diedero qualche anno di vita. Invece Orazio fu preso in cura dalla moglie Angelica Stavropoulu e dalla figlia Efi, che testardamente si proposero di curarlo, di dedicargli tutte le ore necessarie. Infinite sedute di fisioterapia, quando solo lavarlo per le due donne minute era una fatica. Di Orazio Giamblanco si occupò il Tagesspiegel, il giornale della capitale. Che scelse di seguirlo in un progetto di lungo periodo. Ogni anno, quando tra novembre e dicembre usciva il reportage sull’italiano e la sua famiglia che i lettori ormai conoscevano bene, arrivavano le donazioni. Ed erano cifre importanti, che hanno permesso di sostenere cure molto impegnative. C’è tutto negli articoli di Jansen. I servizi sociali, la lotta con l’ottusa burocrazia tedesca che gli ha negato la carrozzina elettrica, l’esaurimento di Angelica e Efi, la loro depressione. Jan W. nel 2006 si è pentito definendosi “il più grande idiota del mondo”: è stato perdonato dalla famiglia» [Gergolet, Cds]