6 maggio 2024
Tags : Andrea Giambruno (Andrea Salvatore G.)
Biografia di Andrea Giambruno (Andrea Salvatore G.)
Andrea Giambruno (Andrea Salvatore G.), nato a Milano il 7 maggio 1981 (43 anni). Giornalista. Autore televisivo. Ex compagno di Giorgia Meloni e padre della figlia di lei, Ginevra (n. 2016) • Famiglia modesta, una sorella, il padre è commerciante. Adolescenza a Baggio, un quartiere di periferia. «Ricordo una rissa in cui si affacciarono i coltelli. Tornammo a casa pesti. Ma due lezioni in una notte. Le botte, se poi capisci, servono. La seconda è che se impari ad ascoltarti capisci prima» Cosa avevi capito? «A letto pensai: è la mia vita, ma quella sbagliata. Un bivio». E tu dove vai? «Maturità scientifica, poi prendo atto dell’incompatibilità con la matematica: filosofia in Cattolica» (Luca Telese) • Andrea da giovane è un palestrato. Capelli lunghi fino alle spalle. Anelli. Bracciali. Vive di kick-boxing • Eri appassionato di politica? «Il primo voto? L’Ulivo». Oddìo, chi lo dice ai Fratelli? «Non scherzare...» (Telese). «Ho fatto un po’ di politica come rappresentante d’istituto e tu sai che a quell’età i fighi stanno a sinistra mentre quelli di destra sono visti come stupidotti…» (Pietro Senaldi) • Tesi di laurea sul rapporto tra internet e televisione. Poi uno stage a Telenova. «Tivù formidabile, dei preti. Fai tutto: esci la mattina e devi tornare con il pezzo» • La classica gavetta. Co-conduttore di Linea d’ombra, con Adriana Santacroce. Autore a Mtv. Poi la carta stampata. «Per Signorini, a Sorrisi e Canzoni. Rapporto intensissimo. Ci confrontavano molto, anche sulle storie private». Torni con lui in tv. «Kalispera, a Mediaset. E lì rimango» (Telese) • L’esperienza più intensa? «Intervista alla Nannini, neo mamma, in chiave alfabetica: alla P di Penelope, sua figlia, si commuove […]». Poi Mattino 5? «Colloquio con Fabio Del Corno: “Lo guardi il programma, vero?”. E io: “Tutti i giorni”. Era una balla... Ma mi ha graziato». Poi l’avventura con Del Debbio. «Esigente, preciso. Scrivo dieci pagine di copione, inorridisce». E tu? «Mi metto nei suoi panni: professore, ex assessore, istrione. Dopo due giorni, tre pagine». E lui? «Sospira: “Oohhh”. Soddisfatto. Un mese e fa: “Tenetemi Giambruno”» (Telese). È proprio nello studio di Quinta Colonna, nel 2013, che Andrea vede per la prima volta Giorgia Meloni • Lei raccontò così, a Maurizio Costanzo, il loro primo incontro: «Sembra una pagina di Beautiful. Lo conobbi perché era autore di Del Debbio, dove ero spesso ospite. Io lo guardavo e pensai che era carino. Una sera, durante una lunga pausa, stavo mangiando una banana, dovevamo rientrare in studio, avevo la buccia in mano, lui passò e me la levò: “Ci manca solo che andiamo in onda con questa”. E pensai: “Che iena!”» (a Sabelli Fioretti) • Lui: «È stato un colpo di fulmine. Una sera è arrivata a Quinta Colonna, dopo una giornata di comizi e aveva fame. La sua portavoce ha tirato fuori dalla borsa una banana ma dopo due morsi Giorgia è stata chiamata in scena, così me l’ha mollata in mano, scambiandomi per un assistente». Banana galeotta… «Per me vale più di quella di Cattelan venduta a 120 mila euro la settimana scorsa» (Senaldi) • Lei: «Mesi dopo ero a Milano, ospite di Mattino Cinque. Arrivai all’alba decisamente assonnata e mi infilai in sala trucco chiedendo che dessero una presentabilità alla mia faccia gonfia. A un certo punto, eccolo lì. Entrò in sala trucco con la sua camicia bianca, venne dritto verso di me e cominciò a scherzare. “Toh, è diventato pure simpatico” pensai. Dopo la trasmissione tornai a Roma, ma mi era rimasto impresso. Allora, con la concretezza tipica delle donne, rimediai il numero e gli mandai un sms dal contenuto innocuo. Non si fece sfuggire l’occasione» (Giorgia Meloni, Io sono Giorgia Rizzoli 2021). «Un paio di mesi dopo mi portò a Parigi per il mio compleanno. Aveva prenotato la cena nel ristorante più bello e più caro della città, proprio di fronte a Notre-Dame. Credo si sia svenato per farmi vivere quella favola. Ricordo la sua faccia atterrita di fronte alla carta dei vini che il maître cercava di suggerire. Prese il librone e andò dritto verso le ultime pagine, probabilmente cercando una bottiglia che non comportasse accendere un altro mutuo. Disse deciso: “Va bene questo”, e il maître lo guardò con aria compassionevole. Dopo un po’ cominciai a sdrammatizzare, e alla fine passammo tutta la serata a ridere in quell’ambiente azzimato, con le signore ingioiellate che ci guardavano con disappunto» (da Io sono Giorgia) • Lei, sempre più innamorata: «Era bello come il sole». Lui, sempre più innamorato: «La vera Giorgia ha una femminilità con una sua parte fragile, è un essere umano con una propria sensibilità, una propria dolcezza» • Lei, ormai persa: «Andrea è intelligente e sicuro di sé, è molto bravo nel suo lavoro, e questo lo rende uno dei pochissimi uomini al mondo capaci di non soffrire se hanno accanto una donna affermata. Non ha mai avuto alcuna soggezione per il mio ruolo di “capo”, forse anche perché conosce quella vulnerabilità che sono in grado di mostrare solo alle persone che amo. Il suo non è un carattere facile, come del resto anche il mio» • Lui, ormai perso: «Tosta, coerente, leale. In una parola, amabile» • «Non era scontato che riuscissi a farmi amare, e ad amare, fuori dai confini della nostra comunità. Quando vivi una realtà totalizzante come quella della militanza politica fatta fin da ragazzo, capita, alla fine, di non avere altro fuori da lì. Per molti di noi è andata esattamente così. Ricordo quando, durante le campagne elettorali, qualcuno diceva: “Fate l’elenco dei vostri amici da contattare” e c’era gente che, per non ammettere di non aver più coltivato amicizie al di fuori del perimetro, si ritrovava a fare telefonate tipo Carlo Verdone in Un sacco bello, quando cercava amici per andare a Cracovia: “Pronto, Amedeo? Ciao, sono Enzo… No Renzo, Enzo. Se te ricordi bene ci siamo conosciuti due o tre mesi fa, no al distretto militare, in coda… T’avevo telefonato pe’ sapè come t’eri messo per Ferragosto…”» (da Io sono Giorgia) • «Lei è maniaca dell’ordine. Un giorno, ero a Milano, mi urla al telefono. Io non capivo. E lei: “Ma secondo te il dentifricio non va messo nel barattoloooo!?”. Non è cattiva: ci sono cose per me irrilevanti su cui lei soffre» (Telese) • «Lui dice perché sono una rompicoglioni. Io sono Capricorno, una che mette tutto in ordine. Lui esce dalla doccia, non si asciuga e riempie la casa di pozze d’acqua. Andrea, te poi asciuga’? Rompicoglioni!» Litigate su tutto? «Battibecchiamo come tutte le persone normali. Lui non asseconda. È come un grillino. Per esempio, non ne becca una con la differenziata. Butta le cialde del caffè nella plastica, con tutto il caffè» (Sabelli Fioretti) • «Il Capricorno che è in me ha bisogno che le cose siano tutte al loro posto, ho sempre pensato che sia meglio dare forma allo spazio piuttosto che costringere la mia mente a subirne il disordine. Certe volte mi chiedo come sia possibile che non abbia inventato io il gioco del Tetris. Avevo un appartamento tutto bianco, con un arredo essenziale, senza concessioni a fronzoli decorativi e a quei terribili “svuotatasche” fatti per lanciare le cose alla rinfusa […] Nell’armadio c’erano i vestiti suddivisi per tonalità di colore (“colore” è un parolone, diciamo che sono stata un’antesignana delle cinquanta sfumature di grigio) e nel cassetto delle posate i coltelli alternati lama/manico, in modo che rimanessero perfettamente dritti. Sì, lo so, non è normale. Forse anche per questo non ho mai convissuto fino alla nascita di Ginevra. Persino durante la gravidanza vivevo da sola, perché Andrea lavorava ancora a Milano e ci vedevamo solo nel fine settimana» (da Io sono Giorgia). «Ho scoperto di aspettare Ginevra il giorno del mio trentanovesimo compleanno […]». «È stata mia sorella Arianna la prima a cui l’ho detto […] nel bagno di un ristorante. Lei deve sapere tutto per prima, come sempre. Ricordo che si è commossa, che aveva lo stesso sguardo di quando era stata lei a dare quella notizia a me, anni addietro, per la prima volta […] Per dirlo ad Andrea ho invece aspettato il momento giusto. E, quando quel momento è arrivato, gli ho consegnato un pacchetto. Dentro c’erano un paio di scarpette da neonato. Me lo ricordo come fosse ora il suo sguardo. Rimase senza parole. Credo sia stato uno dei momenti più teneri della mia vita» (da Io sono Giorgia) • «Il giorno in cui è nata mia figlia ero a Milano. Alle 10.30 si rompono le acque. Corro a Roma, ospedale. Il parto alle tre del mattino. Entro a cose fatte. Nessun terribile filmino». Fai la tua parte? (Ride). «In sole sette ore ho montato culletta e fasciatoio di Ikea. Sono avanzati tredici bulloni: sopravviverà?». Quando ti sei sentito padre? «Abbiamo dormito con la bimba nel mezzo. Prima di chiudere gli occhi pensavo. “Sbaglierò tutto ma una cosa giusta l’ho fatta per sempre”» (Telese) • Tu vivi con un compagno, Andrea, e non ti sposi. Non ti fidi? «Entri troppo nel personale. Vedremo. Siamo giovani». Capisco… è juventino… «Juventino sfegatato. Mia madre sfegatata laziale. Io romanista sfegatata. La domenica pranziamo assieme. Un dramma». Hai mai avuto un fidanzato laziale? «Non me lo ricordo… Può essere. Non sono così talebana». Sei mai stata con un comunista? «Sì. Non mi faccio di questi problemi. Ma non potrei mai stare con uno che non crede a niente». Per chi vota Andrea? «Votava a sinistra. Poi…» Poi la folgorazione sulla via di Damasco. «Da quando mi conosce vota Fratelli d’Italia» (Sabelli Fioretti) • «Ma io non ho mai votato a sinistra. Non ho mai avuto nessuna tessera…». Ho capito: le tue idee politiche sono orientate dalle donne? «Diciamo che mi sono stabilizzato anche politicamente». La Meloni è una donna tradizionale solo a parole o anche nella vita di tutti i giorni? «È tradizionale, assolutamente […]. Mi piace anche per questo: io voglio il presepe, la pastasciutta, l’ambiente di casa che mi rassicura, un po’ come le atmosfere della nonna […]». È dura essere il compagno di una donna leader? «Ha i suoi vantaggi. Sa ascoltare, prova ad aiutarmi, mi è di sostegno nella crescita professionale» (Senaldi) • «In azienda Giambruno da tutti è considerato un lavoratore: sa anche di essere piacente e fa il piacione […] È ancora un semplice “collaboratore” con contratti a tempo. Ma alla fine del 2018 ai dirigenti Mediaset arriva una telefonata da Fedele Confalonieri: “Assumetelo”. E negli studi televisivi si rincorre subito la voce che a perorare la causa sia stato un “autorevole esponente” lombardo di Fratelli d’Italia […]» (Antonio Fraschilla) • Per lungo tempo Giambruno teorizza la sparizione come strategia. «Lei sta sulla scena, io dietro». Niente social. Zero interviste. Pochissime prese di posizione pubbliche. Unica eccezione, nel febbraio 2021: al TgCom24 la difende dagli attacchi del professor Giovanni Gozzini, ordinario di Storia a Siena, che durante un intervento alla radio l’ha definita «una vacca», «una scrofa» • La grande svolta, settembre 2022. Elezioni politiche. Fratelli d’Italia passa dal 4 al 26 per cento. Giorgia Meloni riceve l’incarico di formare un nuovo governo • Giambruno, come dovremo chiamarla: First Husband, First Gentleman, First Partner? «Non lo so. Mi sa che una vera dicitura per l’equivalente maschile di First Lady non c’è. Aspettiamo un neologismo dello Zingarelli? […] Sono felice, è qualcosa di epocale: per Giorgia, è il completamento di un percorso lungo trent’anni; per nostra figlia, è una pagina di storia che, quando sarà grande, la renderà orgogliosa di sua madre». Ha aiutato lei Ginevra a scrivere quel biglietto: «Cara mamma, sono tanto felice che hai vinto. Ti amo»? «L’ha fatto da sola: ha sei anni, ma sa scrivere già da un anno. Ovviamente, non comprende bene quello che è successo, ha solo capito che la mamma ha vinto qualcosa». Lei che First Gentleman sarà? Presente o defilato? «Presente a me stesso me lo auguro […]». Vivrete a Palazzo Chigi? «Le sembra che facciamo crescere una bimba di sei anni in un palazzo tipo Versailles?» (Candida Morvillo) • Nel primo periodo, Giambruno rinuncia ad andare in onda. Ma dura poco. «Chi ha avuto modo di osservalo in qualche occasione mondana, per esempio alla prima della Scala, si accorgeva all’istante di come soffrisse la condizione di numero 2. Di quanto essere ridotto a figura di contorno, come una first lady d’altri tempi, lo facessero stare stretto nel suo smoking» (Mario Ajello). Finalmente, ottiene un programma tutto suo, seppure con una conduzione a rotazione: Diario del giorno su Rete 4. «Giambruno non passa più le giornate a immaginare cosa accade davanti. Adesso è lui che sta in studio. Anzi, ha fatto di più: è lui la notizia. Un’ascesa folgorante, da autore sconosciuto a caso politico. Sono bastati pochi mesi. Nel grande racconto familiare di Meloni, dove la famiglia è tutto e siede al governo, guida il partito, si fa strumento di comunicazione, […] non poteva limitarsi a restare un passo indietro» (Ilario Lombardo) • E qui iniziano i problemi. Inanella una serie di gaffe. Il surriscaldamento globale? «Il caldo in estate non è poi una grande notizia». Il ministro tedesco Lauterbach che per via del caldo torrido si immagina la fine del turismo in Italia? «Perché non se ne sta nella Foresta nera?». I migranti che sbarcano? «Una trasumanza». Le ragazze vittime di stupro? «Evita di ubriacarti, perché poi magari il lupo lo trovi!» • Finisce al centro della polemica politica. Le sue frasi vengono estrapolate e rilanciate mille volte. I comici lo imitano. I giornalisti lo sfottono. Diventa un meme sui social. Lo prendono in giro persino per i suoi capelli. Selvaggia Lucarelli: «La verità è che il cambiamento climatico è colpa del ciuffo di Giambruno. Infatti, non appena compresi i rischi della sua arroganza tricologica, il First Gentleman ha poi cambiato acconciatura e si è presentato in tv pettinato col capello all’indietro effetto bagnato come Gigi Hadid» (Fatto). «Per abbassare la temperatura attorno al […] compagno, lo staff della Meloni chiede inizialmente a tutti i parlamentari di non commentare, nemmeno di difenderlo e di replicare alle opposizioni che per tutto il giorno attaccano lui e la presidente del Consiglio. I deputati e i senatori di FdI aspettano. La Meloni vuole che sia prima Andrea a parlare, a spiegarsi, durante la diretta di Diario del giorno: “Credo che la politica” dirà Giambruno in studio “abbia cose ben più interessanti da fare che non quelle di occuparsi di uno spazio giornalistico”» (Ilario Lombardo) • La premier pensa che il caso sia chiuso. Lui, invece di abbassare i toni e sparire, rilancia. Il 18 ottobre 2023 esce una sua intervista a Chi. Le nozze? «Finché ce lo chiederanno, io e Giorgia non ci sposeremo. Lo faremo quando ci andrà. Oppure ci siamo già sposati e non l’abbiamo detto a nessuno. Questo anello un po’ vistoso che porto all’anulare? Mi piace così. Ho il cuore gitano, io». Le critiche? «Più mi criticano e più resto qui a fare il mio lavoro. Non ricevo consigli né ordini da nessuno. Se poi alcuni colleghi in mala fede pensano che io prenda ordini da Giorgia, sono fatti loro». Il ciuffo? «È vietato avere i denti bianchi e i capelli folti? Ho 42 anni e non li perdo. Devo nascondermi? Anzi, me li faccio crescere appositamente. C’è un’invidia in giro ragazzi... Incredibile. Il mio ciuffo aumenterà con gli ascolti!» • Racconta Antonio Ricci: «Sulla scrivania mi trovo la rivista Chi con in prima pagina la foto del first gentleman in un campo di grano, a guisa di papaverone o spaventapasseri. All’interno veniva esaltato il cuore “gitano” e il ciuffo del giornalista che sarebbe priapescamente cresciuto con gli ascolti. Acciderbola, ho pensato, l’astuto cardinal Signorini si sta preparando a celebrare una beatificazione». La cosa non gli va giù. «Siccome sono un laico, specie in estinzione, ho una naturale diffidenza verso i nuovi santi, ricorderete il caso Soumahoro. Ho pensato subito di utilizzare l’antidoto. Da una fortunosa pesca estiva avevo due fuorionda del giornalista in frigo. Li ho usati. Così come son solito fare» • Il 18 ottobre Striscia la Notizia trasmette il primo fuorionda imbarazzante. Il 19 ottobre, il secondo. «Non fa più ridere, Andrea Giambruno, che si tocca e ritocca il pacco con la mano a coppa e ogni due parole dice almeno un “cazzo” e poi spiega a una collega di cui non si vede il viso che la filosofia aziendale è “scopare”, in due, in tre, «sì, noi facciamo anche la foursome”. E a poco a poco il tonto broccolone si fa lupo e porcello e vuole le prove della competenza sul lavoro. “Un test attitudinale?” “Si, sco-pa-re”» (Francesco Merlo) • La mattina del 20 ottobre, in piena tempesta mediatica, Giorgia Meloni posta su Instagram una foto della famiglia andata in frantumi: «La mia relazione con Andrea Giambruno durata quasi dieci anni finisce qui. Lo ringrazio per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo trascorso insieme, per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra. Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto. Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia e difenderò a ogni costo una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre come io non ho potuto amare il mio. Non ho altro da dire su questo». La Meloni conclude il post così: «Ps. Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua». Tutti si chiedono: un avviso a Mediaset? • Ragionamento di Roberto D’Agostino: «Ricci ha fatto tutto in autonomia? Ma stiamo scherzando?!». Per lui il caso Giambruno non è che un episodio nella guerra intestina al governo. «Berlusconi in quella famosa elezione di La Russa fu ripreso con un bel foglietto scritto a caratteri cubitali in cui lui accusava la signora di tutto. “Prepotente”. “Arrogante”. “Supponente” “Offensiva”. Uscito da un faccia a faccia con lei, disse: “Non c’è mai stata distanza con la signora Meloni. Il suo uomo lavora a Mediaset”. Un messaggio velenoso. Già all’epoca Berlusconi aveva nel cassetto le prove delle marachelle boccaccesche di Giambruno. E lei disse: “Io non sono ricattabile”. Il punto è che a essere ricattabile era lui». La Meloni aveva annunciato con un video sui social di voler introdurre una tassa del 40% sugli extraprofitti delle banche, cioè sulla differenza tra quanto le banche ti applicano per prestarti i loro soldi e quanto ti riconoscono quando depositi i tuoi. «La Meloni avrebbe potuto […] parlarne con la Banca d’Italia […] poteva parlarne con i vertici degli istituti bancari. No, lo fa nottetempo: quello di cui accusava Conte […] Lei, col favore delle tenebre, ha deciso quella tassa sulle banche senza avvisare nessuno». Tra le banche ovviamente c’è Mediolanum, la banca della famiglia Berlusconi. «Fazzolari, il Casalino della Meloni, pensa che legnare le banche sia un acchiappa-consenso […]. Come l’ha presa questa decisione? Durante una cena in una trattoria di Bolgheri, insieme con Salvini, dove hanno fatto uno scambio: tu ottieni l’autonomia differenziata e in cambio dai l’ok per la tassa sulle banche. Ovviamente a quel punto i Berlusconi dicono: “Eh no, mo’ te stai a allarga”. E a quel punto interviene Marina Berlusconi. Poi, guarda caso, arrivano i fuori onda sul compagno della Meloni…» • Smentita di Pier Silvio Berluconi: «Le dietrologie sono ridicole» (a Bruno Vespa) • Smentita di Antonio Ricci: «Vedo tanti opinionisti che dibattono, tutti esperti in ventriloquia e paranormale; sento giornalisti che sostengono che prima di scrivere un articolo devono confabulare con l’editore: possibile che non ci sia nessuno che dice che uno può prendere un’iniziativa di sua volontà?». E ancora: «Non ho scoperto niente di che. Trovo assolutamente coerenti i fuori onda di Giambruno con le cose dette da lui in onda» (Renato Franco) • Commento di Aldo Cazzullo: «Conosco bene Ricci: è un uomo libero, non è uno cui dire “fai questo” o “non fare quello”; si rischierebbe l’effetto opposto» • Commento di Alfonso Signorini: «Giorgia Meloni sapeva bene chi era Andrea. Ha dovuto scegliere tra sé stessa e quello che rappresenta. Se non fosse stata a Palazzo Chigi forse avrebbe agito diversamente». Giambruno lo portò lei a Rete4. «Era mio redattore a Kalispera. Identico a come è oggi. Un bauscia, diciamo qui, un ganassa, un guascone. In quattro giorni è andato fuori di casa, ha dovuto ripartire da zero. Certo ha fatto delle cavolate, ma se ne rende conto». Torneranno insieme? «Adesso no, poi chissà» (Giovanna Cavalli) • Epilogo. La tassa sugli extraprofitti delle banche è stata ridimensionata. Giambruno continua a lavorare per Mediaset, ma non torna più in onda. La cronaca però registra diverse sue apparizioni • Il 25 ottobre il suo barbiere posta una foto su Instagram in cui fa vedere a tutti che si è tagliato il ciuffo • Il 15 dicembre si presenta alla festa di Fratelli d’Italia a Castel Sant’Angelo, si siede in un angolo e non dice una parola • Il 19 dicembre Andrea e Giorgia vengono visti assieme alla recita scolastica della figlia • Il 25 dicembre lei sale a Milano per passare il Natale dai genitori di lui, poi passa la notte in hotel • Il 15 gennaio, per il compleanno di lei, lui si presenta a casa di Arianna Meloni. La premier viene vista uscire con un vistoso mazzo di fiori • Il 31 marzo passano assieme il pranzo di Pasqua, a casa di Francesco e Arianna all’EUR. La nonna Anna dona a tutti gli invitati statuine di gesso dipinte a mano. La zia Arianna ha preparato: antipasto di fave, pecorino, salame corallina, coratella e ciambella al formaggio per cominciare. Poi: raviolini al ragù rosso, costolette di abbacchio e l’immancabile colomba come dolce. Sparse in tavola uova sode augurali e frittate di asparagi selvatici. Infine, uova di cioccolata di tutti i tipi • Ma è il 14 febbraio, festa degli innamorati, che Giambruno fa la sua apparizione più significativa. «Si aggira persino un vescovo. I paparazzi inizialmente non lo fotografano, perché gli sembra ancora Carnevale. Ma il vescovo vero è Monsignor Salvatore Costanzo, è qui per Andrea Giambruno: “Con Giorgia sono una bella coppia, devono tornare insieme”. Al Teatro Manzoni, nel cuore del quartiere Prati, proprio dietro la Rai, il compagno separato della premier, congedato via social per i fuori onda sessisti e le strizzatine al pacco svelati da Striscia […], è atteso per parlare di sentimenti proprio nel giorno di San Valentino. Presenta il libro di Candida Morvillo, Sei un genio dell’amore e non lo sai […]. La sua prima uscita pubblica dopo il fattaccio […]. Attesa da match clou. Sala piena di giornalisti politici, […]. E infatti questo è un fatto politico. Perché si presta? Tanta attesa è giustificata. I Meloni sono ormai meglio dei Ferragnez. Dovrebbero farne una serie tv […] Arriva con addosso il gessato da banchiere, i mocassini, il cipiglio fiero, l’aria fintamente assorta, si sistema languidamente il capello, si aggiusta la cravatta, increspa le labbra. Il Ridge del melonismo. Ha anche una piccola claque, che siede in prima fila, e che ride delle sue battute. E allora cerca il loro sguardo, fa l’occhiolino, soddisfatto per l’approvazione. Gaia Tortora, la brava giornalista de La 7 che co-conduce, a un certo punto gli fa questo complimento: “Andrea è un papà straordinario. Parla molto con sua figlia Ginevra” […]. Giambruno ogni tanto sbircia il telefono. Stanno già parlando di lui su X? Sollecita Morvillo sulle sue interviste sentimentali, Banderas, Cattelan, Giallini, è incuriosito della categoria di uomini che la giornalista nel libro definisce “dei perditempo”, “degli amatori seduttivi”. “Come si riconoscono?”, chiede curioso. “Tu in quale categoria rientri?”, lo stuzzica Tortora. “Tu ti sei sempre amato molto, vero?”. “Sono qui per fare le domande”, si sottrae. Preferisce filosofeggiare: “In amore nessuno ci ha capito nulla, da Platone a D’Annunzio”. […] Ah, beh. Dopo un’ora, all’ultima domanda, Morvillo gli chiede: “Chi è oggi Giorgia per te?”. “Finalmente!” reagiscono in platea. Si tocca l’anello al dito, cerca l’approvazione degli amici della prima fila: “Per me Giorgia è stata, è e sarà sempre la persona più importante della mia vita. […]”. E quindi chiede di tornare con lei? In sala ci si interroga perplessi. Che vuole Giambruno? “Non finisce qui”, commenta con saggezza un’anziana signora uscendo dalla sala» (Concetto Vecchio).