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 2024  maggio 10 Venerdì calendario

Biografia di Lorenzo Sonego

Lorenzo Sonego, nato a Torino l’11 maggio 1995 (29 anni). Tennista italiano. Ora n. 52 nel ranking mondiale. Ha vinto tre Atp, contribuito sia in singolare sia in doppio alla conquista della seconda Coppa Davis da parte della nazionale italiana. Salito alle cronache nel 2020 quando sconfisse il nº 1 del mondo Novak Djoković, infliggendogli la peggior sconfitta in carriera (6-2, 6-1).
Titoli di Testa «Mi diverto talmente tanto che riesco ad accettare positivamente anche le delusioni». [a Francesco Paolo Giordano, GQ]
Vita «Viene da una famiglia media, né povera né ricca, ma sa investire su sé stesso con l’obiettivo della sua crescita» (il suo ex allenatore Gipo Arbino) • Nato a Torino: «In realtà non sono nemmeno piemontese al 100%, ho origini napoletane e venete: sono un mix, e poi stando sempre via sono diventato più uomo di mondo» [a Paolo Rossi, Rep] • «In realtà la sua città potrebbe restringersi al quadrilatero di Santa Rita, il quartiere dove è nato, cresciuto e dove vive tuttora» • Grande tifoso del Toro, Sonego è un appassionato anche di basket Nba e calcio. Il pallone fu il suo primo grande amore: «Fin da piccolino, quando avevo 4-5 anni, inseguivo e calciavo una palla non appena mi si presentava l’opportunità di farlo. Ero molto appassionato di calcio e tifavo, come oggi, profondamente “Toro”, un trasporto verso i colori granata ereditato da mia nonna. A sei anni, accompagnato dai miei genitori, feci un provino nel Torino e mi presero, aumentando così l’amore per il pallone, facile da assecondare anche perché il campo era vicino a casa mia. Divertimento, gioco e felicità erano la chiave di quei primi passi nel mondo dello sport» [a Tuttosport] • «Da piccolo pensavo solo al calcio, mi piaceva un sacco, e poi giocavo nelle giovanili del Torino, la mia squadra del cuore. Ho scoperto il tennis solo quando avevo dieci anni, mi ci portò mio padre che ne era grande appassionato. Mi è subito piaciuto, soprattutto perché io adoravo correre e con il tennis, diversamente dagli sport di squadra, ero sempre in movimento. Per qualche anno ho portato avanti entrambi gli sport, poi a tredici ho deciso di dedicarmi esclusivamente al tennis: nel calcio ero indietro fisicamente, il contatto fisico non era il mio forte, e così spesso l’allenatore mi faceva giocare meno. Non ho avuto dubbi nello scegliere il tennis, dove tutto dipendeva da me» [Giordano, cit.] • Il “quadrilatero” di Lorenzo va da corso Cosenza a piazza D’Armi «dove va a correre e a fare qualche passeggiata», ed è compreso fra corso Agnelli e corso Unione Sovietica: dentro ci stanno due punti cardinali, lo Stadio Olimpico del suo Toro e il Circolo della Stampa Sporting, il suo club. È qui che conserva tutti i ricordi, anche quelli da bambino. Dal terrazzo di casa può contare tutti e ventitré i campi da tennis, compreso il numero 10, quello in cui generalmente si allena adesso con il suo maestro e coach Gipo Arbino. Lo Sporting è la «casa» intorno alla quale gira tutta la sua vita, dal tennis allo svago fino ai rapporti umani importanti che si porta dietro ancora adesso. «Ogni volta che varco quella soglia è come se non fossi mai andato via», ha detto inaugurando per primo la riapertura del circolo lo scorso anno dopo il primo lockdown. «In questi anni ho avuto modo di vedere molti circoli, anche in giro per il mondo, ma nessuno come lo Sporting è in grado di dare così tanto a un ragazzo che si avvicina al tennis» [a Barbara Masi, Sta] • «Da ragazzo non sono mai stato un predestinato come tanti altri di cui noti sin da subito le qualità. Un po’ perché ho iniziato a giocare tardi, un po’ perché il mio sviluppo fisico è arrivato dopo. Fino ai 18-19 anni ho giocato a tennis senza pensare al futuro» [Giordano, cit.] • Quando hai capito che il tennis sarebbe potuto diventare la tua professione oltre che una grande passione «Quando ho cominciato a fare i primi risultati nei Futures, ho giocato il primo Challenger e subito mi sono qualificato a Biella (2017). Lì ho capito che potevo fare le cose ancora meglio e cercare di diventare un professionista» [Fanpage] • Gli idoli di Sonego sono i mostri sacri Nadal e Federer («Nadal ha mi insegnato l’atteggiamento da tenere in campo, la tenacia, la voglia di lottare, la cultura del sacrificio, Federer da un punto di vista tecnico è il modello da seguire») [Giordano, cit.] • Diminutivo: Sonny. Soprannome: guerriero, una definizione in cui si ritrova perfettamente: per il modo in cui sta in campo («Lì dentro l’unica cosa che conta è dare l’anima»), ma anche perché, lontano dall’aristocrazia della racchetta, ha dovuto lottare su ogni minimo centimetro per arrivare nell’élite del tennis internazionale [Giordano, cit.] • A inizio 2018 Lorenzo era numero 243 del mondo, meno di tre anni dopo era già nella top 40 mondiale. «È stato un percorso sempre in crescendo, magari un po’ sorprendente. Ma io sono sempre stato convinto di avere le possibilità per arrivare in alto: questa fiducia in me stesso mi ha sempre aiutato, è rimasta anche quando le cose andavano male, non mi sono mai abbattuto» [Giordano, cit.] • Nel 2019 ha raggiunto i quarti di finale al Monaco Rolex Master, poi ha conquistato il suo primo torneo Atp ad Antalya e si è guadagnato un posto tra i primi 50 giocatori del mondo. Nel 2020, al debutto in un torneo del Grande Slam, ha raggiunto gli ottavi di finale al Roland Garros: non male come prima volta. Agli Atp di Vienna, tra lo stupore generale, è diventato il primo tennista italiano a battere il leader della classifica mondiale in un torneo di categoria Atp 500. Ha trionfato su Djoković in quella che resterà non per essere stata la sua peggior sconfitta in carriera (6-2, 6-1): «È uno dei momenti che ricordo con più emozione della mia carriera. Un momento irripetibile» • Nell’aprile 2021, il talento torinese ha vinto il suo secondo titolo in carriera a Cagliari, trionfando anche nel suo primo torneo di doppio. Un mese dopo è arrivata la prima semifinale Masters 1000 a Roma. A Wimbledon 2021 ha raggiunto gli ottavi di finale in un evento del Grande Slam, bissando il risultato dell’anno precedente. Nello stesso anno è arrivato il suo best ranking, la 21esima posizione, raggiunta ad ottobre 2021 e poi riagguantata il 14 febbraio 2022 • I sindaco di Torino Chiara Appendino lo nomina ambasciatore di Torino del mondo • Nel 2021 esce Un solo secondo, pezzo estivo realizzato in collaborazione con AlterEdo: «L’abbiamo registrata per gioco perché da piccoli scrivevamo canzoni insieme per divertimento. Poi un amico si è laureato, e gli abbiamo regalato la possibilità di registrare una canzone con una casa discografica. Dopo che ne ha incise un po’ abbiamo deciso di farne una insieme; abbiamo deciso di registrare un pezzo estivo, e questo è il risultato» [UbiTennis] • Sonny ha vinto tre titoli su tre superfici diverse nelle cinque finali disputate in singolare, mentre in doppio ha conquistato due titoli ATP ed è stato numero 60 del mondo nel settembre 2022 • Nel 2023 a Montpellier elimina Benjamin Bonzi e Filip Krajinović ed esce di scena nei quarti di finale per mano di Jannik Sinner. Scende alla 71ª posizione mondiale, la peggiore dal giugno 2019. Si risolleva raggiungendo i quarti di finale al 500 di Dubai, dove viene eliminato da Alexander Zverev dopo aver sconfitto il n. 9 del mondo Félix Auger-Aliassime. Rientra nella top 50 spingendosi fino agli ottavi di finale a Miami, grazie ai successi su Dominic Thiem, Daniel Evans e Frances Tiafoe, prima di cedere a Francisco Cerúndolo • A Novembre del 2023 ha contribuito sia in singolare sia in doppio alla conquista della seconda Coppa Davis da parte della nazionale italiana, 47 anni dopo la prima conquistata dai "Quattro Moschettieri". Chiude la stagione alla posizione n. 46 della graduatoria mondiale • «Io sono molto istintivo, in campo seguo sempre il piano che con il mio team abbiamo preparato senza però pensarci troppo. Il tennis è uno sport in cui è importante essere al massimo anche dal punto di vista mentale» [sportellate.it] • Nei primi tornei del 2024 non supera i quarti di finale • A fine marzo annuncia la fine della collaborazione con il coach Gipo Arbino, che lo seguiva da quando aveva 11 anni: «Caro Gipo. Dopo quasi un ventennio di vita insieme sento di aver bisogno di nuovi stimoli per la seconda parte della mia carriera. Grazie di cuore per l’incredibile lavoro che hai fatto, per tutti i momenti condivisi insieme e per tutti i risultati ottenuti. Tu non sei solo un coach, sei come un padre, una delle persone più importanti della mia vita. Il nostro rapporto e la mia stima nei tuoi confronti continueranno per sempre. Ti voglio bene, Lori» • «Crescere un giocatore da quando era un bambino della Sat, che non ha mai fatto attività internazionale da junior, e portarlo poi a sconfiggere Djoković, il recordman degli Slam, è stato un qualcosa di molto raro e quasi unico nella storia del tennis. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto sulla parte tecnica perfezionando ancora alcuni colpi e alzando ulteriormente il livello. Ora lui sta cercando di ritrovare le migliori sensazioni: da qui la decisione di iniziare un nuovo percorso per trovare nuovi stimoli. Ho fatto il mio massimo e sarò sempre a sua disposizione a livello umano, ma ora siamo intenzionati a voltare pagina» • Lo ha sostituito a partire dal 15 aprile con Fabio Colangelo • A Monte Carlo, viene eliminato alle qualificazioni. Ripescato come lucky loser grazie al forfait del n. 3 del mondo Carlos Alcaraz, beneficia di un bye al primo turno e nei sedicesimi di finale batte in due set Félix Auger-Aliassime per poi arrendersi in tre set a Ugo Humbert. A Madrid al primo turno supera Richard Gasquet in due set. Poi perde 6-0; 6-3 contro il connazionale Jannik Sinner • «Cresce sempre più il sogno di andare alle Olimpiadi e conquistare una medaglia. In doppio ogni Nazione può schierare due coppie. Non dipende da me, ma sarebbe meraviglioso ritrovarmi con Jannik. Una coppia mi sembrerebbe giusto sia composta da Bolelli e il mio amico fin dai primi passi, Vavassori. A proposito, anche loro sono stati grandiosi. A Wave che ha investito sul doppio auguro di arrivare alle Finals nella nostra città» • Con Jannik «ci siamo trovati perché Jannik è una bella persona, semplice, non se la tira mai, è umile e tranquillo. è come vi appare. Poi abbiamo lo stesso modo di divertirci. Anche giocando assieme a carte o alla playstation. Ma in giro è più facile portare le carte. Burraco il nostro preferito. E le carte ti permettono ti interagire di più tra persone» • In Sardegna si è inchinato a un altro statunitense, il giovane classe 2001 Emilio Nava, californiano di genitori messicani che l’ha spuntata per 7-6 6-4 al termine di una prestazione spettacolare. Con la prima di servizio costantemente sopra i 220 km/h e un tennis a tutto campo, Nava ha messo a nudo le difficoltà attuali di Sonego, che ha lottato su ogni palla, ma stavolta il calore del pubblico di Cagliari non è bastato, condannandolo all’eliminazione che mette fine alla sua imbattibilità sulla terra di Monte Urpinu, dove aveva vinto un titolo Atp nel 2021 • «Roma per noi italiani è il torneo più bello del mondo, l’atmosfera che si respira al Foro Italico è magica. A me poi, personalmente, piace molto cercare l’appoggio del pubblico e coinvolgerli nelle mie partite».
Curiosità Ama i giochi di società, in particolare Tabù e Dixit • Adora la pizza con salsiccia e birra. Apprezza il sushi brasileiro al Temakerio e i ristoranti importanti • Gioca a basket e a padel • Colleziona maglie • Appena può balla.
Amori Fidanzato con Alice Petruccioli. Lei, laureata in biologia e in chimica alla University of Wisconsin–Superior con una specializzazione in nutrizionismo, e Lorenzo, si sono conosciuti grazie a Matteo Berrettini e innamorati nel 2019 a Miami. «Per me che amo viaggiare la sua vita è entusiasmante: tornei, eventi, conoscenze. Appena torniamo a casa gli chiedo subito quale sarà la prossima destinazione. Nessuno però prende in considerazione che quando rientra dai tornei, dopo un mese, è di nuovo impegnato con allenamenti, eventi, amici e famigliari che non vede da tempo. Spesso il nostro rapporto passa in secondo piano. Io lo lascio tranquillo, metto da parte gli egoismi […] Lui sa che il mare resta la mia grande passione, appena può è lì che mi porta. Si è messo a fare snorkeling, ha infilato le pinne per la prima volta, si spinge sott’acqua» [a Barbara Masi, Sta].
Titoli di Coda «Non mi piace chi vince sempre, io preferisco lottare e soffrire»