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 2024  maggio 25 Sabato calendario

Biografia di Arianna Meloni

Arianna Meloni, nata a Roma il 26 maggio 1975 (49 anni). Politico. Sorella maggiore di Giorgia Meloni. «Mini biografia: due anni in più della capa del governo, moglie del ministro Francesco Lollobrigida detto Lollo, dirigente apicale di Fratelli d’Italia, mai candidata» (Simone Canettieri) • Primo segno particolare: lei e Giorgia si somigliano moltissimo. «È alta sette centimetri più della presidente di Fratelli d’Italia. È più grande di lei di due anni. La guardi, vai in bambola. Le sorelle Meloni hanno la stessa voce. I-den-ti-ca. La cosa fa impressione. Gesticolano allo stesso modo. Gli occhi vivi e roteanti, tipo spada di Excalibur, per indicare sgomento. Le pause teatrali. Medesima retorica. Le risate per spezzare i discorsi. La battuta in romanesco che ti squarcia, da indole materna» (Canettieri) • Secondo segno particolare: lei e Giorgia si fidano ciecamente l’una dell’altra. Quando più l’una ha cominciato ad essere impegnata con il bilancio dello Stato, i vertici internazionali e le risse interne al governo, tanto più l’altra acquisiva potere e influenza. «Nel partito è lei che comanda. La sorella Giorgia ha il terrore che qualcuno dei suoi collaboratori cada in uno scandalo, gli “impicci” – li chiamano a Palazzo Chigi – e questa paura si riflette nella fiducia riposta in pochissime persone. Si contano sulle dita di una mano. Tra queste, c’è Arianna» (Giacomo Salvini) • Dal 2023 è responsabile della segreteria politica e del tesseramento di Fratelli d’Italia e componente (assieme a Maurizio Gasparri, Italo Bocchino, Gianni Alemanno e Giuseppe Valentino) del cda della Fondazione Alleanza Nazionale, ente che ha in pancia depositi bancari per una trentina di milioni e beni immobili per 200 milioni • Passa le giornate in via della Scrofa. Le sono state attribuite la candidatura di Enrico Michetti a sindaco di Roma, quella di Francesco Rocca alla regione Lazio, addirittura la lista dei ministri. Dicono sia lei a determinare carriere e candidature, traiettorie e strategie. Che ormai la linea del partito (e il destino dell’Italia, «Dio, Patria e tinello») si decida nella cucina di casa Meloni-Lollobrigida • Lei non si cura di chi dice che ormai Fratelli d’Italia altro non è che un partito personale: «È un fuoco di fila di chi non ha voluto informarsi, o ha fatto finta di non conoscere la storia della nostra comunità politica. Mi iscrissi al Msi che avevo 17 anni, ho fatto di tutto: attaccavo i manifesti, contattavo i militanti, organizzavo gli eventi…». Quando le chiedono come mai non abbia mai assunto ruoli visibili finché la sorella non è arrivata a palazzo Chigi, risponde: «Una volta perché Giorgia era ministro o leader, una volta perché Francesco assumeva altri incarichi... A me stava bene così. Non mi interessa apparire, ma lavorare».
Titoli di testa «Giorgia? “No, il vero genio di casa è nostra madre, Anna. Ha 69 anni. È capace di parlarti di tutto, anche della teoria dei Buchi neri di Hawking. Ha scritto 140 romanzi, quasi tutti rosa. Storie belle. La prima era ambientata in Toscana, i protagonisti si chiamavano una come me, Arianna, e l’altro Lorenzo. Nostra mamma scriveva di notte, mentre noi dormivamo”. Si firmava con uno pseudonimo, però. “Sì, Josie Bell. In America sarebbe diventata ricca e famosa, avrebbe avuto una carriera pazzesca. Invece alla fine la Curcio Editore fallì. E io dovetti interrompere il liceo per andare a lavorare. Periodo complicato. Eravamo noi tre…”. Le squilla il telefono: “Teso’, sto facendo una cosa, poi ti richiamo”» (Simone Canettieri).
Vita «Siamo sempre state dinamite, insieme. Lei, semplicemente, fino alla nascta di mia figlia Ginevra è stata la persona più importante di tutta la mia vita. Non c’è segreto che non le confessi, consiglio che non le chieda, e anche oggi che abbiamo entrambe una vita impegnatissima mi manca se non la sento almeno una volta al giorno» (da Io sono Giorgia) • «“Con Giorgia siamo simbiotiche, è vero. Da bambine inventavamo canzoni e andavamo avanti per ore”. Tipo? “Arianna è bella, Giorgia è una cozza. E viceversa. E comunque abbiamo ancora oggi un linguaggio solo nostro. Ci scriviamo e diciamo, in mezzo alla gente, parole inventate per capirci al volo”. Quali? “Seee, certo! Così poi le conoscono tutti. Abbiamo fatto entrambe le analisi con il genetista. I nostri dna sono sovrapponibili, tecnicamente sono come quelli di due gemelle omozigote. Siamo sempre carichissime. Non produciamo abbastanza serotonina, e per questo prendiamo integratori"» (Simone Canettieri) • «È nota la storia della casa che va a fuoco. La matrice? “Giorgia dice che sono stata io, io dico che è stata lei. Concorso di colpa”. Niente di inedito, ormai. Le bambine hanno sei e quattro anni, e vivono a Roma Nord, in via Cortina d’Ampezzo. Una sera giocano, spostano i letti a castello, rimediano in giro le candele che trovano per casa. Poi sopra, tipo capanna, attaccano un telo nella cavità lasciata libera dai letti. Di mattina una delle due o forse entrambe […] accendono le candele e poi vanno in sala a guardare i cartoni animati. Dopo poco l’appartamento andrà a fuoco. Distrutto. Le due biondine salve per miracolo, tra fiamme alte fino al soffitto. La madre, alle prese con un padre che sta in giro per il mondo e un po’ uccel di bosco, le prenderà da parte e le strillerà così: “Stavolta non vi dico nulla, altrimenti vi ammazzerei”» (Simone Canettieri). «Ricordo solo che, nel bel mezzo di un episodio di Candy Candy, sentiamo un rumore assordante provenire dalla nostra camera. Corriamo a vedere insieme a nostra madre, ma quando apriamo la porta per poco non veniamo avvolte dalle fiamme. Eccolo lì, il panda che arde, insieme a tutti gli altri giocattoli. Il rumore era stato provocato dal crollo della tapparella. In poco tempo l’incendio si è preso tutto l’appartamento e noi siamo scappate con una sola borsa in cui avevamo infilato un piagiama, due paia di pantaloni e una maglietta. Ci siamo ritrovate, di punto in bianco, per strada, sole, senza più un tetto» (da Io sono Giorgia) • La signora Anna, all’epoca, si sta separando dal marito. Arianna e Giorgia vanno a vivere a casa della nonna, 45 metri quadrati, alla Garbatella. «Anche qui, epica meloniana. Le due sorelle dormivano su un materasso, “una da capo e una da piedi”» (Simone Canettieri) • Vita difficile, soprattutto per Giorgia • Innanzittutto: il bullismo. «Ho ricordi nitidi. Un giorno ero in spiaggia e quindi, ovviamente, indossavo un costume da bagno. Alcuni ragazzi più grandi stavano giocando a pallavolo e io chiesi di potermi unire a loro. Ma quelli, urlando, mi risposero: “A cicciona! Te nun poi giocà!” e mi tirarono una pallonata in faccia. Lì per lì volevo morire. Arianna prese, come sempre le mie parti, lei che invece era inseiritissima, bella e simpatica, costretta a portarsi dietro un tubero, cioè la sottoscritta, che la obbligava a litigare con tutti» (Io sono Giorgia) • Poi: la separazione dei genitori. «Io e Arianna eravamo molto indipendenti, prendevamo addirittura l’aereo da sole - avevamo otto, nove, dieci anni - per andare a trascorrere qualche settimana di vacanza da mio padre, alle Canarie. Le hostess ci legavano una bustina rossa con i documenti al collo e salivamo a bordo dell’aereo che ci portava a Madrid, dove facciamo scalo. Una volta, in quell’aeroporto gigantesco, l’addetto che doveva attenderci non c’era e così finimmo con il perderci. Io ero imbambolata, Arianna no; mi prese per mano e trovò, non so come, l’aereo che dovevamo prendere. I miei discussero a lungo, e aspramente, su quella nostra disavventura» (da Io sono Giorgia). «Vivevamo nella cittadina principale, San Sebastián, e passavamo molto tempo nel locale che mio padre aveva aperto lì, un grande ristorante nel paese. Ricordo che un giorno io e Arianna abbiamo rischiato di morire schiacciate sulle rocce di una spiaggia vicina, più selvaggia. Avevamo raggiunto gli scogli dopo aver nuotato un po’, ma nel frattempo la marea era salita e uscire dall’acqua fu un’impresa titanica. Ne venimmo fuori tutte sbucciate e sanguinanti. Eravamo due sorelle molto vivaci ed era palese che mio padre subisse la nostra presenza poco discreta, per dirla così. Gli facevamo anche degli scherzacci, e in un paio di occasioni si infuriò. E a ragione, questo glielo devo. Come quando mia sorella lanciò un masso in acqua mentre io mi nascondevo e poi gridò a mio padre, che era in barca: “Papà, papà! Giorgia è caduta in mare!”. Lui si tuffò spaventosissimo per ripescarmi, ma non riusciva a trovarmi, quasi affogò… finché io sbucai fuori dal mio nascondiglio ridendo come una matta con Arianna». «L’ultima estate in cui andammo a trovarlo lui ha creduto bene di partire per una settimana lasciandoci a casa con la sua compagna la quale, com’è comprensibile, non fece esattamente i salti di gioia. Al ritorno, mio padre, invece di scusarsi con lei e con noi, ci fece un discorso che non ho mai dimenticato e che per me fu la pietra tombale sulla nostra relazione. Non voglio ripetere le parole, ma diciamo che ci fece capire che non eravamo in cima alle sue priorità affettive e che dovevamo comportarci di conseguenza quando eravamo con lui» (da Io sono Giorgia). Infine: la politica. «Meloni (Giorgia) si butta a destra nel ’92, a 15 anni, quando dice alla madre “lasciami qui davanti”. Arianna aggiunge: “Era un momento particolare per il paese: Tangentopoli, le bombe, la mafia. Un giorno, avevo 17 anni, alla fermata della metro San Paolo vidi i ragazzi del Fronte della gioventù che volantinavano. Poi spuntò fuori un certo Terminator, un tipo biondo con i capelli lunghi, che iniziò ad aggredirli insieme ad altri compagni dei centri sociali. Urlavano: voi non potete stare qui, ci fate schifo”. Arianna correrà a casa a dirlo alla madre e alla sorella. Dibattito in cucina. Sdegno. Damose da fa’» (Canettieri) • Giorgia e Arianna si iscrivono assieme al Msi. Solo che la prima fa più carriera della seconda. «“Io sono un’ansiosa: non mi piace apparire. Ecco perché non mi sono mai candidata, nonostante faccia politica da quando sono ragazza. A 19 anni andai a Il rosso e il nero di Santoro in tv. Ero in diretta, feci una domanda a Bertinotti”. E come andò? “Che angoscia, mai più! Ecco, in questo siamo diverse: Giorgia a 28 anni era vicepresidente della Camera; io, a 47, vado in ansia pure per fare questa intervista con lei» (Simone Canettieri) • «Il marito di Arianna si chiama Francesco Lollobrigida, nipote della stellare Lollo. È il capogruppo di FdI alla Camera. Le vipere del Palazzo lo chiamano “il cognato di Giorgia”. Prestante, lineamenti dolci. Tipo veloce. Da giovane per tutti era “Beautiful”. Ora è il colonnello del partito […]. “La storia del cognato è una cattiveria. Francesco ha una militanza che tutti conoscono: è stato consigliere comunale, assessore comunale, capo dei giovani della provincia di Roma, ha fatto politica all’università. È consigliere regionale. Quindi per favore basta. Sa quando ci siamo dati il primo bacio?”. Esitazione, in fin dei conti siamo tutti Signorini: no, e lo vogliamo sapere! “Allora, io avevo 20 anni, lui 23. Giorgia 18. Prendi e lascia per un po’, fino a quando un giorno si presentò con un mazzo enorme di rose. Non ci siamo più lasciati, era intorno al 2000. Dopo il primo bacio, a margine di una nostra iniziativa politico culturale, andai subito da Giorgia”. E? “Le dissi: Giorgia, non puoi capire!!!!!”» (Canettieri) • «Mi fa sorridere quando qualche giornalista tira fuori lo scoop di due esponenti di Fratelli d’Italia che hanno tra loro rapporti di parentela, come se la parentela fosse arrivata prima dell’impegno politico, e non invece il contrario. Malignando, a volte, qualcuno chiama Lollo “il cognato della Meloni”, come se fosse per il fatto di essere il compagno di mia sorella che oggi è uno dei dirigenti più in vista di Fratelli d’Italia. Non pretendo che questi “professionisti” sappiano che quando Lollo ha conosciuto Arianna era già consigliere provinciale, con me, ma una veloce ricerca aiuterebbe a raccontare la realtà per come è, e non per come si vorrebbe che fosse. E mia sorella forse, è stata la peggiore vittima di questo implacabile meccanismo distorsivo. Ogni tanto la piazzano sul giornale alla voce “raccomandati” perché lavora al gruppo regionale di Fratelli d’Italia. E poco importa che abbia cominciato a lavorare alla Regione da militante oltre vent’anni fa, quando io non ero nessuno. Poco importa che, di tutti quelli che hanno iniziato a lavorare lì con lei, sia l’unica, a quarantacinque anni suonati, a essere ancora precaria, che si sia rifiutata sempre di partecipare al concorso di stabilizzazione proprio perché, se l’avesse vinto, le avrebbero detto che era grazie a me che aveva ottenuto quel posto» (da Io sono Giorgia) • Giorgia le dedica parole d’affetto durante la campagna elettorale: «Io uso così tanto il telefono, per lavoro, che ho finito per avere una vera e propria avversione per le telefonate. Ma mia sorella è l’unica persona alla quale sento il bisogno fisico di telefonare per fare due chiacchiere. E lei, come faceva quando eravamo bambine e mi raccontava le favole per farmi addormentare, è ancora capace come nessun altro di darmi serenità, di farmi sentire a casa, di divertirmi. Il tempo passato con lei, per me, è necessario come l’aria che respiro» • Arianna, il giorno in cui Giorgia vince le elezioni, le risponde con un post su Facebook: «Ti accompagnerò sul monte Fato, a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo». E poi: «Quando avevi bisogno di riposare, di piangere, di rilassarti o di un consiglio, io c’ero» • È da allora che Arianna, a poco a poco, comincia ad assumere un ruolo pubblico. «La novità è che ultimamente si espone con ritmo crescente in pubblico, sostenendo le ragioni dell’esecutivo, difendendo quelle del partito. Mettendoci la faccia, insomma. […] Usa il “noi”, dopo molti anni dietro le quinte. Poco esposta, sempre un passo indietro all’attuale premier, riservata. Adesso la svolta. Con argomenti che ricalcano la linea ufficiale. E con la denuncia di un assedio, quello a suo avviso determinato dall’ascesa alla guida del Paese, già esplicitata in più occasioni dalla sorella Giorgia: “Siamo bravi anche noi, anche se provano ad attaccarci in ogni modo, anche sul terreno personale. E anche se ogni giorno la salita sembra più dura". Per la responsabile del tesseramento meloniano – che ha toccato quota 200 mila e promette di aumentare nell’ultimo mese del 2023 - le scelte dell’esecutivo vanno nella direzione giusta: “Sicuramente abbiamo smesso di buttare i soldi dalla finestra, ci siamo messi al lavoro aiutando le imprese, le famiglie, quelle che rimangono indietro"» (Tommaso Ciriaco) • Grandissimo fermento tra i giornalisti il giorno del suo primo comizio, alle Hotel delle Terme di Viterbo, il 20 aprile 2024. Scortata da cinque guardie del corpo in divisa nera, assoldate appositamente dal partito. Monica Guerzoni: «Lei scende con tre quarti d’ora di ritardo da una Fiat 500 bianca, la stessa auto con cui Giorgia Meloni approdò al Quirinale il giorno del giuramento. Giornalisti e operatori accendono le telecamere, tre clienti dell’hotel di ritorno dalla piscina monumentale dei Papi si stringono nell’accappatoio bianco e inchiodano le ciabatte sull’asfalto: “Ma chi è, la presidente del Consiglio?”. È la sorella, bellezza».
Amori Due figlie. Vittoria e Rachele.
Religione Padre Guido Chiaravalli, parroco della chiesa di San Filippo Neri alla Garbatella, che fece alle due sorelle Meloni la prima comunione, scrisse una lettera polemica alla nonna Maria quando venne a sapere che Arianna era rimasta incinta senza essere sposata (da Io sono Giorgia).
Vizi Fuma sigarette slim da donna.
Curiosità Quando deve organizzare una festa per le figlie sforna torte e tramezzini che potrebbero sfamare un’intera scolaresca • Anche lei è appassionatissima del Signore degli Anelli • Prende il cappuccino senza lattosio • Dice di non essere bacchettona, ma non le piace vedere le ragazzine che vanno in giro mezze nude • Lo dice un «no, così sbagli» a sua sorella, al suo compagno? «Certo! Con Giorgia, a dire il vero, siamo sempre in sintonia. E nei rari casi in cui non è così, quasi sempre lei convince me. Con Francesco discutiamo spesso di politica, che penso glielo dico, eccome...» • «Questa meloneide è stata troncata all’inizio con Arianna che interrompe gli studi superiori (tipo film di Sergio Castellitto con lei interpretata da Jasmine Trinca). “Sì, e a 21 anni, e con i miei soldi pagai il bollettino alla posta per iscrivermi all’esame di Maturità al liceo Mamiani, scuola di sinistra, diciamo. Avevo paura di essere bocciata. Non avrei sopportato quell’onta. Vado a sostenere gli orali. E mi chiedono: da cosa vuole iniziare?”. Da cosa inizio? “Da Marx, per togliermelo. Poi però fino a quando non uscirono i quadri, ansia totale. Una mia amica e compagna quella mattina mi chiama dalla scuola: ci hanno bocciate. Pianti, disperazione. Chiamo Giorgia. E lei: stai calma, ci sto io qui”. La sorella minore riuscì a scavalcare i cancelli del Mamiani, ad andare dalla bidella che aveva chiuso la scuola, e a sbirciare i quadri: “Sei stata promossa”. Giù pianti di gioia. Le sorelle Meloni nell’intimità piangono, ma non si deve sapere» (Canettieri).
Titoli di coda «Vorrei essere diventata madre più giovane e più di una volta. Ginevra, con quell’ingenuità tipica dei bambini, a volte mi dice: “Mamma, io voglio una bambina piccola vera”, e io mi sento in colpa per non poter assecondare quel suo desiderio. Mi sento in colpa di non poterle regalare un legame come quello che ho con Arianna» (da Io sono Giorgia).