il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2024
D’Alfonso fa l’onorevole, l’Anas gli dà un incarico
Può un ex presidente di Regione, deputato per il Partito democratico e dipendente in aspettativa accettare la nomina da parte della sua azienda a componente di un collegio consultivo tecnico che dovrà riunirsi a deliberare nel caso di contenziosi su un appalto pubblico da 40 milioni? Secondo l’onorevole Luciano D’Alfonso, ex presidente dell’Abruzzo e quadro dell’Anas, sì. La società del gruppo Fs, che si occupa di infrastrutture stradali e gestisce la rete di strade statali e autostrade di interesse nazionale, però non vuole rispondere.
La notizia è stata diffusa dal blog Sassate. L’incarico quadriennale con il quale Anas ha nominato quattro professionisti, tra cui D’Alfonso, è stato pubblicato il 14 giugno. Il parlamentare Pd dovrà (nel caso) occuparsi dei problemi di realizzazione di infrastrutture stradali per il lotto 8 Centro Italia, area compartimentale Toscana, assegnate con un bando del 2019 e aggiudicate a novembre 2020 a un gruppo di imprese per un valore di 40 milioni, aggiudicati con un ribasso del 30,3% (esclusi gli investimenti in sicurezza). D’Alfonso, quattro lauree tra le quali Giurisprudenza, Filosofia e Scienze politiche, ha un lunghissimo curriculum professionale: dal 1998 al 2001 è stato consigliere di Autostrade Pescara-Chieti-Teramo, nel 2002 esperto per la valutazione degli investimenti pubblici al Formez, dal 1999 al 2002 componente del Nucleo di consulenza per le linee guida sulla regolazione dei servizi pubblici del ministero del Tesoro. Di pari passo è volato il cursus honorum politico: nel 1995 è stato eletto presidente della Provincia di Pescara, nel 2000 consigliere regionale d’Abruzzo, il più votato nella sua circoscrizione. Nel giugno 2003 è sindaco di Pescara e a maggio 2014 presidente della Regione Abruzzo sino al 10 agosto 2018, quando viene eletto in Senato per il Pd e diventa presidente della Commissione Finanze. Il 30 ottobre 2021 insieme all’amministratore delegato di Anas, Massimo Simonini, fa un sopralluogo sui problemi della viabilità locale abruzzese. Alle elezioni del 2022 viene eletto alla Camera.
L’incarico che D’Alfonso ha ottenuto da Anas per la risoluzione delle controversie sul contratto di appalto prevede un eventuale compenso “proporzionato al valore dell’opera, al numero, alla qualità e alla tempestività delle determinazioni assunte”. Ma l’Anas non ha voluto rispondere in alcun modo alle domande del Fatto, in particolare sulle ragioni e i rischi di conflitti di interessi legati all’incarico dato a un dipendente eletto alla Camera.
Da parte sua, D’Alfonso spiega: “Non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione dal mio datore di lavoro sull’incarico, non di consulenza ma di componente di un collegio consultivo stabilito su un solo contratto di opera pubblica da eseguire. Appena riceverò la nomina avrò modo di sapere quando è stato deliberato questo contratto di consulenza, da chi e con quali modalità. La durata del collegio è legata al contratto dell’opera da realizzare e la compatibilità è verificata dal datore di lavoro e poi da me, anche in relazione al codice etico di Anas. La nomina è causata e fa riferimento alla mia condizione di quadro di Anas: a rotazione tocca a tutti i quadri e dirigenti. Gli eventuali conflitti di interessi vanno considerati in relazione al tipo di incarico che si riceve e al ruolo pubblico che si svolge: personalmente mi attengo comparativamente alla legge concernente i collegi consultivi, alla legge sul conflitto di interesse e al codice etico di Anas”.
Dalla maggioranza però le critiche non si sono fatte attendere. Erika Mazzetti, deputato e responsabile dipartimento lavori pubblici di Forza Italia, sta preparando un’interrogazione parlamentare e ha affermato che “indipendentemente dalla compatibilità o meno, di cui chiederò conto, non ritengo che sia opportuno dal punto di vista etico, morale e politico. Mi stupisce che nelle partecipate accadano queste cose: chiederò a Meloni di prendere provvedimenti per cambiare un sistema inaccettabile”.