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 2024  giugno 22 Sabato calendario

La riscossa di Attal sarà l’anti Bardella In Francia il duello è tra Millennial


PARIGI – «Eleggetemi primo ministro». Gabriel Attal ha trovato il suo slogan per non essere più associato a Emmanuel Macron. L’attuale premier chiama a un voto disgiunto: non per il capo dello Stato, che continua a provocare ostilità e critiche in una parte dei francesi, ma per lui. Attal mantiene una elevata popolarità. Nell’ultimo sondaggio Harris Interactive è addirittura un punto sopra a Jordan Bardella, lo sfidante del Rassemblement National, (40% a 39% di gradimento). Nei volantini stampati da Renaissance, il partito macronista, c’è Attal, non Macron. «Ditegli di stare zitto», ha urlato un elettore al premier mentre faceva porta a porta: «Lei mi piace, ma il Presidente ci ha messo nella m...», ha aggiungo. «È un’elezione legislativa, può votarmi come premier, conto su di lei» ha risposto il giovane capo del governo, glissando sulle critiche al capo di Stato.
È una posizione a dir poco scomoda, anche se da qualche giorno ci sono timidi segnali di ripresa per la lista «Ensemble» dell’attuale maggioranza: è salita al 22% secondo l’ultima rilevazione Ifop. Sempre al terzo posto dietro Rassemblement National (35%) e alla coalizione delle sinistre Nouveau Front Populaire (29%), ma a un livello più alto delle europee (15%). Secondo Harris Interactive quasi due terzi dei francesi (68%) approva la decisione di Macron di indire elezioni anticipate, perché «era necessario nell’attuale situazione politica». Attal ha deciso di raccogliere la sfida, mettendo da parte quello che ha vissuto come un tradimento personale. C’è una bella foto scattata all’Eliseo domenica 9 giugno con Attal, faccia scura, che ascolta sgomento Macron annunciare lo scioglimento dell’Assemblée. Il capo dello Stato non aveva consultato il suo “pupillo”, tenuto all’oscuro della mossa che si preparava all’Eliseo. «Attal è l’anti-Bardella» osservavano sei mesi fa i consiglieri di Macron dopo la nomina del premier, lodando la sua «parola performativa», oltre che la sua giovane età (35 anni), e facendo un parallelo con il presidente del Rn, 28 anni e altrettanto performante nei media e sui social.
Nessuno immaginava però che il duello Attal-Bardella sarebbe arrivato così presto. Ora è Attal a dover condurre questa pazza campagna e andare in tutti gli studi tv per tentare di salvare quel che resta del macronismo, descritto come unica «forza responsabile e credibile» di governo. L’evento organizzato dal Medef, la Confindustria francese, con vari rappresentanti dei partiti – una sorta di prova di maturità a governare – ha regalato un primo punto in favore dell’attuale maggioranza. La coalizione delle sinistre preoccupa le imprese per una serie di misure vissute come stangate; e non ha convinto neppure Bardella, accompagnato dal nuovo alleato Eric Ciotti, presidente dei Républicains sotto procedura di espulsione. Gli imprenditori non hanno capito cosa vogliono fare Bardella e Ciotti sulla riforma delle pensioni faticosamente approvata dal governo: abrogarla forse, ma non subito, e per tornare a quale età pensionabile? Non è chiaro. «I programmi del Rn e del Nouveau Front Populaire sono pericolosi per l’economia», ha concluso Patrick Martin, presidente del Medef.
Certo, il leader più applaudito dagli imprenditori è stato Edouard Philippe, che ieri ha attaccato frontalmente il capo dello Stato. «Ha ucciso la maggioranza. Quindi ora voltiamo pagina» ha detto Philippe, indicando di voler prendere lui la guida di una nuova maggioranza tutta da trovare – dai socialdemocratici ai repubblicani anti-Ciotti, ha ipotizzato – nel caso non emerga il 7 luglio una vittoria netta del Rn.
Nella rilevazione Ifop, l’estrema destra non avrebbe i 289 seggi necessari per governare (in altre rilevazioni invece sembra ancora possibile). Bardella ha già dettato le sue condizioni: «Senza maggioranza assoluta non sarò primo ministro». Nell’attuale governo, intanto, molti si sfilano dal caos che si annuncia dopo il 7 luglio. «Se non vinceremo le elezioni, darò le dimissioni» ha annunciato ieri il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, destando preoccupazione in vista dell’appuntamento cruciale dei Giochi olimpici che si inaugurano il 26 luglio. E così pure Bruno Le Maire ha spiegato di voler abbandonare il ministero dell’Economia in caso di sconfitta, nel mezzo di timori dei mercati finanziarisul caso Francia.