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 2024  giugno 21 Venerdì calendario

Periscopio

Putin in Corea del Nord, patto militare con Kim Jong-un. Kim: «Io quasi quasi me pijo er Giappone». Vladimir: «Ma scusa, pijate la Corea del sud, no? Così fai tutto open space». Osho, il Tempo.
L’integrità ucraina non è un dogma. La Veritasky.
Nasrallah avverte Israele che si va verso «una guerra totale» e che «la situazione del Mediterraneo cambierà totalmente». Stavolta, la minaccia è contro un Paese Ue: Cipro. «Sappiamo che Israele fa addestramento negli aeroporti di Nicosia», dice il grande turbante. E quindi, attenzione: se Cipro darà altre basi, «verrà trascinato in guerra». Francesco Battistini, Corriere della Sera.

Fame a Gaza: «Famiglie mangiano foglie e cibo per topi» (Save the Children). «La carestia nella Striscia di Gaza è imminente» (Internazionale). «Gaza, la fame dei bambini» (Unicef). «A Gaza un popolo allo stremo muore di fame» (Rainews). «Dentro Gaza restano solo fame e distruzione» (La7). «La fame è un’arma di guerra» (Corriere). (…) «A Gaza mezzo milione di persone rischia di morire» (Onu). (…) Sembrava l’Ucraina sotto Stalin. Ma a Gaza non c’è carestia. Lo certificano gli stessi esperti citati dall’Onu. L’8 giugno Il Famine Review Committee (Frc) ha liquidato come «non plausibile» la conclusione che Gaza sia entrata in carestia. Si tratta dello stesso organismo che aveva detto a metà marzo che la carestia sarebbe stata «imminente» entro la fine di maggio (…) se non si fosse immediatamente arrivati al cessate il fuoco. (…) Così è andata fin dall’8 ottobre: quello che era falso (dall’ospedale Al Ahli bombardato da Israele al «genocidio» al bilancio tra morti civili e terroristi che poi si è scoperto essere di uno a uno) è diventato vero, mentre quello che era vero (stupri di donne israeliane e scudi umani di Hamas) è diventato falso. Complimenti, Doktor Goebbels! Giulio Meotti, il Foglio.

La bambina ebrea violentata a Parigi aveva commesso due peccati mortali secondo i suoi accusatori: era ebrea, e (…) non lo aveva detto a quei ragazzi. Ovvero, non aveva ostentato la stella gialla, non aveva confessato la sua abiezione. Così esigeva il nazifascismo: gli ebrei dovevano denunciare il proprio virus, così da poter essere maltrattati, violentati, deportati, uccisi. Ma lo stupro come si disegna nelle testimonianze dei giovani criminali francesi, ha anche le caratteristiche di Hamas: (…) il rapimento, la violenza sessuale, le offese antisemite urlate alla vittima sono quelle dei terroristi della Nukba. Sul telefonino di uno dei giovani stupratori c’è una bandiera israeliana bruciata, e lui spiega che la ragazza ha detto qualcosa che non gli è piaciuto sulla Palestina. Fiamma Nirenstein, il Giornale.
Francia, la violenza sessuale antisemita contro una ragazza di 12 anni diventa un caso politico. Le Pen: «Colpa dell’estrema sinistra». Open.
Marine sostiene Israele, la voterò. Mélenchon è ambiguo, un pericolo. Serge Klarsfeld, 88 anni, già cacciatore di nazisti (Danilo Ceccarelli, La Stampa).

A dodici giorni dal primo turno delle legislative, il Rassemblement National non ha ancora presentato un programma su un tema cruciale come la Difesa ma intanto ha fatto sparire dal suo sito quello presentato per la presidenziale del 2022. Il documento proponeva di stringere «un’alleanza con la Russia su alcune questioni fondamentali» come la sicurezza europea e la lotta al terrorismo ed esprimeva un giudizio critico sugli Stati Uniti che «non si comportano sempre come un alleato della Francia» promettendo anche l’uscita dal comando integrato della Nato. Anais Ginori, Repubblica.
Estrema destra ed estrema sinistra: dopo la confusione, anche lo scambio dei ruoli è cosa fatta. ItaliaOggi.
Questa è Gewalt, la vecchia trafficante / dal naso rosso. Cambia spesso ideologia. / Ma eterno è il chiacchierio dei suoi accoliti / dei calibani bugiardi, degli uccellacci maniaci, / degli untori, dei liberatori, dei maestri di rappresaglia. Angelo Maria Ripellino, Notizie dal diluvio, Einaudi 1969.

[Satnam Singh:] per novanta minuti col braccio staccato. Repubblica.
Morto il bracciante Satnam Singh. Veniva pagato 4 euro all’ora. Corriere della Sera.
Il ritorno di Grillo: «Con Conte non ci sciogliamo. Riprenderò incontri come ai tempi di Casaleggio». Il fondatore e garante del M5s ha pubblicato sul suo blog un’intervista a sé stesso: «Bisogna tornare a idee radicali e visionarie». @ilfoglio.it
Si è voluto abolire il reddito di cittadinanza per spingere i giovani a cercare lavoro; senonché i bar, negozi e ristoranti continuano a non trovare personale, mentre il crimine è aumentato. Beppe Grillo.
Non ne farei una questione di soli redditi. Ci sono giovani che non hanno problemi di dané, figli di persone famose, di uomini di spettacolo, di fondatori di movimenti politici, che a dispetto delle disponibilità finanziare si danno al crimine, per esempio allo stupro, secondo l’accusa, di fanciulle inermi e previamente sedate. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
L’autonomia regionale è legge. Il Messaggero.

Autonomia, sì tra le proteste. Corriere della Sera.
Rischiamo di diventare un’autocrazia elettiva. il Fatto quotidiano.
Referendum contro l’autonomia. Repubblica.
Una grillina alla Camera: «Ricordatevi di Piazzale Loreto». Libero.
La Costituzione a pezzi: autonomia regionale e premierato. Repubblica.
[Al centrosinistra] non piace il minestrone indigesto del «premierato»? Esiste un’ipotesi – il «cancellierato» di tipo tedesco – che sembra perfetta per piacere alle opposizioni e portare il confronto su temi concreti. Non piace la pessima legge elettorale che si vuole accoppiare al «premierato»? E allora perché non provare a infilare un cuneo tra le ruote del carro governativo investendo su un doppio turno d’ispirazione francese? Almeno sarebbe una battaglia parlamentare. Invece si preferisce lo scontro frontale, nel quale vincono solo le forze più radicali. Stefano Folli, Repubblica.
«Ho visto lei che bacia lui che bacia lei». Canta Elly Schlein dal palco del Gay Pride di Roma. E a Borgo Egnazia, invece, hanno visto Giorgia Meloni. Ballava la pizzica vestita di bianco per celebrare il G7 pugliese. Giorgia ed Elly, Elly e Giorgia. Nasce il «bipolarismo pop». Paolo Decrestina, Corriere della Sera.