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 2024  giugno 20 Giovedì calendario

Periscopio

Una volta lo scultore Giacometti ha detto una cosa straordinaria. Ha detto: «In un incendio tra un Rembrandt e un gatto, io salverei il gatto». Poi ha concluso: «E dopo lo lascerei andar via». Anouk Aimée, scomparsa a 92 anni il 18 giugno 2024 (da Un uomo, una donna di Claude Lelouch).
Kim aiuta Putin a rifarsi gli arsenali. Libero.
Ovviamente, il fatto di doversi rivolgere per l’assistenza militare a uno dei Paesi più poveri e isolati del mondo, offre la misura dell’isolamento in cui si trova il regime putiniano. Nello stesso tempo, però, l’alleanza con Kim è per certi versi l’accoppiata ideale per Putin: un incontro tra due economie pesantemente militarizzate, che condividono gli stessi standard tecnologici di sovietica memoria. (…) Tra retorica antioccidentale e minacce d’usare l’atomica, Putin ha sempre più cose in comune con Kim, anche se resta da vedere che cosa chiederà il dittatore nordcoreano all’alleato russo in cambio delle munizioni, oltre alle ovvie forniture energetiche e alimentari già in corso. Anna Zafesova, La Stampa.

«Una tempesta di fake news ostili» proviene dalla Russia, dice il presidente Mattarella [dalla] Moldavia. «Anche in Italia [come in Moldavia] vi sono costantemente tentativi d’influenza disinformativa da parte russa che s’intensificano particolarmente nei momenti elettorali, attraverso alcuni siti permanenti, che lo fanno con maggiore cautela, ma con evidenza, e con una molteplicità di siti web che nascono e scompaiono velocemente». Questa «diffusa tempesta di disinformazione, di fake news, di falsità, volte tutte a screditare e destabilizzare nei nostri paesi» – continua il presidente italiano – è una forma d’«ostilità inaccettabile per le democrazie europee». Mariolina Iossa, Corriere della Sera.
Parigi. Stuprata a 12 anni da tre adolescenti. Il movente nei cellulari: «Antisemitismo».Corriere della Sera.
A Bologna il problema non è stato la contestazione [di David Grossman perché israeliano ed ebreo]. Da queste parti si ha una certa dimestichezza con la contestazione per averla onorevolmente fatta e per averla onorevolmente subita. Dunque, ripeto, il problema non è l’azione in sé, bensì la figura del contestato. Luigi Manconi, Repubblica.

Come gli viene in mente a Luigi Manconi di definire compagni che sbagliano i disgraziati che hanno fischiato Grossman alla festa delle idee bolognese di Repubblica? Siccome Grossman è uno scrittore laico, ha opinioni critiche sul modo di difendersi di Israele, vuole la pace con i palestinesi e ha pagato col dolore d’un figlio ucciso nella guerra del Libano, non ama il governo del Likud, piange come tutti noi i bambini morti in guerra a Gaza, allora è stato un errore fischiarlo, anche se chi lo ha fischiato lo ha fatto in perfetta buona fede e ha commesso solo un legittimo emendabile errore. Il compagno che sbaglia (…) era una scemenza negli anni Settanta del terrorismo, è una scemenza ora negli anni della guerra di autodifesa di Israele contro i terroristi di Hamas. Giuliano Ferrara, il Foglio.
L’assurdo slogan trumpiano del semestre ungherese: «Make Europe Great Again». Linkiesta.
Non pesa troppo le parole Massimo Zucchetti, il professore del Politecnico di Torino salito agli onori della cronaca nei giorni scorsi per essersi incatenato ai cancelli durante una manifestazione in solidarietà alla Palestina. Candidato al Premio Nobel per la Fisica nel 2015, Zucchetti ha le sue posizioni politiche radicali. (…) «Gli ucraini mi danno fastidio solo a vederli», si legge in uno dei suoi ultimi post. Gianluca La Scala, Open (da Italia Oggi).

Zucchetti è uno che si fa fotografare con Chomsky, un altro che fuori dal suo campo è un bel cazzone. È anche uno che è andato in Corea del nord come «coordinatore del comitato scienziati contro la guerra». In Corea del nord. Contro la guerra. Ora ha scritto un post per commentare la sconfitta per 3 a 0 dell’Ucraina agli Europei: «E queste sono ottime notizie. Gli ucraini devono andare fuori dai coglioni al più presto». Un Gandhi, un san Francesco. Ma riesce a essere anche più osceno: «Il loro fuhrerino ha bisogno di soldati per difendere la “democrazia”, no? Bene, 22 in più da mandare al macello». [Signori, un pacifista italiano]. Maurizio Crippa, il Foglio.
[Prendiamo] l’autrice di questo tuìt postato il 16 giugno: «C’è un fatto che l’occidente democratico non può trascurare: il mandato del pres. Zelensky è scaduto da quasi un mese. Se a Kyiv si tiene il Gay pride, potranno tenersi anche libere elezioni». Il tuìt trascura il fatto che una festa come il Pride a Mosca non si può tenere se non si vuole finire in Siberia, così come a Gaza e in Cisgiordania. Poscritto: il mandato di Abu Mazen e del governo di Hamas è scaduto da circa quindici anni. Michele Magno.

Senato, primo sì al premierato. Meloni esulta: democrazia più forte.il Giornale, tripudiante.
E ora, che si fa? Il premierato ha compiuto il suo primo giro di boa, con l’approvazione finale del Senato. Gliene serve ancora uno a Montecitorio, e poi una seconda lettura in entrambe le Camere. Giorgia Meloni ha avuto ieri la sua prova di forza in Parlamento. Ed Elly Schlein ha avuto la sua prova della piazza, schierando in una manifestazione anti-riforme il campo largo dell’opposizione, che ormai punta al referendum per far saltare insieme al premierato anche la premier. Antonio Polito, Corriere della Sera.
Schlein, Conte & C. nella piazza che grida «U-ni-tà». il Fatto quotidiano.
Il fronte della Costituzione. il Fatto repubblicano (pardon, Repubblica).
Parte il coro: «Unità, unità». il Fatto pedemontano (pardon La Stampa).
Nel 2017 gli studenti della Scuola di studi orientali (Soas) dell’University of London chiesero di togliere Platone, Kant, Aristotele e Socrate dal curriculum. Hanno una grave «colpa», questi filosofi: sono bianchi ed esponenti del «colonialismo». (…) Ora gli accademici woke hanno messo da parte filosofi come Aristotele e Socrate a favore della «decolonizzazione», sbarazzandosi degli «uomini bianchi morti» in un nuovo toolkit per scuole e università prodotto dalla prestigiosa Soas. Vengono raccomandati al loro posto una femminista indiano-americana, una «teorica del genere» nigeriana e un’esperta zen giapponese. Giulio Meotti, il Foglio.
Se Dio avesse anche solo sospettato l’esistenza dei filosofi e dei teologi non avrebbe creato il mondo. Roberto Gervaso.