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 2024  giugno 19 Mercoledì calendario

Intervista a Pozzolo

Lesioni personali colpose, omessa custodia di armi, accensioni ed esplosioni pericolose, porto illegale in luogo pubblico del revolver detenuto in «licenza da collezione», porto illegale di cartucce di tipo vietato. Sono le accuse rivolte a Emanuele Pozzolo dalla procura di Biella, che ieri ha chiesto il rinvio a giudizio per il parlamentare sospeso da Fratelli d’Italia, coinvolto nello sparo di Capodanno nell’ex asilo di Rosazza durante la festa cui partecipavano anche il sottosegretario Andrea Delmastro e alcuni agenti della scorta. Da quella notte Pozzolo è diventato una spina nel fianco di Giorgia Meloni: l’emblema di una classe dirigente talvolta fonte di imbarazzo per la premier. Eppure è ancora lì: «In FdI per me sono amici più che colleghi».Per i pm di Biella è lei l’unico responsabile del pasticcio di Capodanno. È così?«Faccio una premessa. Ancora una volta ho appreso tutto dai giornali e non dalla procura di Biella. Dico solo una cosa: vedo un tempismo molto discutibile e un modo di fare che si commenta da sé».Le accuse sono pesanti.«Sui capi d’imputazione, su tutti i capi, contesto totalmente la ricostruzione dei magistrati. E trovo particolare il fatto che ci sia una puntualità svizzera su questo genere di notizie. Ne prendo atto, e con grande serenità continuerò a dire sempre solo la verità su quello che è successo».Ma se non è stato lei chi è stato a sparare?«Su questo non occorre nemmeno rispondere. Ho già dato la mia risposta ai magistrati».Morello, il caposcorta di Delmastro?«Probabilmente avete avuto la possibilità di conoscere il contenuto del mio interrogatorio. Ne prendo atto, come di consueto su questa vicenda. Oramai sta diventando una specie di liturgia rispondere a questa domanda».Il suo partito in un primo momento l’ha sospesa. Si è sentito emarginato?«Nemmeno un po’. I rapporti con i colleghi alla Camera sono eccellenti. Lo sono sempre stati, anche dopo questa vicenda. Siamo una squadra di amici. Chi è di destra, prima di essere un politico, è una persona leale. La stupisce questa cosa?».Ha mai parlato con Giorgia Meloni della sua vicenda?«In Parlamento ci siamo visti, ma non ci siamo incontrati a tu per tu. Anche perché lei è molto impegnata a livello istituzionale».Sta continuando a svolgere la sua attività di rappresentanza internazionale in Parlamento?«Certamente. Non ho annullato o rivisto nessuno dei miei impegni, sono pagato dai cittadini per svolgere un ruolo. Spero e credo di riuscire a svolgerlo per tutti gli elettori che hanno votato Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, nel modo più corretto e serio possibile. Continuo sereno, senza minimamente farmi provocare, rallentare o condizionare. Tra qualche giorno ad esempio sarò a Parigi».Per che cosa?«Il raduno internazionale del Mek, il più grande movimento di resistenza iraniano contro la sanguinaria dittatura islamica degli ayatollah, a cui ho già partecipato nel 2023 con importanti leader mondiali tra cui Mike Pence, vice presidente degli Stati Uniti sotto Donald Trump. Faccio quello che ho sempre fatto, e continuerò a dire quello che ho sempre detto, in linea con le mie idee».Quindi continua a frequentare Roma e a partecipare alla vita del partito?«Sì, come sempre. Non vedo come l’accusa nei miei confronti, perché al momento si tratta di un’accusa, debba essere considerata diversamente da quelle che coinvolgono o hanno coinvolto altri politici per reati di diversa natura. Tra l’altro non so quanto poi alla lunga i cittadini possano appassionarsi. Anzi, la risposta mi pare chiara: le elezioni hanno dimostrato che casi montati ad arte hanno pochissimo seguito. FdI non ha perso mezzo punto. In Piemonte e nelle mie zone poi...».A proposito, come sono i rapporti con Delmastro?«L’amicizia per quanto mi riguarda è eterna. C’è stata una grande, gigantesca, confusione tra l’aspetto privato e quello politico».Ma lei è un parlamentare. La sua sfera privata per forza di cose è limitata.«Questa è una sciocchezza, stile “Grande Fratello”. Ma che rilevanza politica ha quel che è accaduto? È come se fossi stato protagonista di un incidente stradale, ammesso che quell’eventuale incidente stradale fosse a me imputabile. Se qualcuno pensa di mettermi in difficoltà penso che abbia sbagliato persona. Chi mi conosce, salvo chi mi denigra, penso si sia fatto un’idea complessiva della strumentalizzazione gigantesca che è stata messa in atto con il deliberato intento di colpire me, il mio partito e altre personalità politiche». —