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 2024  giugno 19 Mercoledì calendario

Periscopio

È difficile comprendere perché il governo italiano, per bocca dei ministri Tajani e Crosetto, abbia deciso di sposare un’interpretazione pacifista della Costituzione, negando agli ucraini l’uso delle armi italiane sul territorio russo. Né è apparsa convincente Giorgia Meloni, affermando che «ragionevolmente non c’è bisogno» di colpire la Russia, non si sa bene in base a quale evidenza militare. Dario Fertilio, ItaliaOggi.
[A Kharkiv] la svolta è arrivata quando Joe Biden ha permesso che venissero colpite le rampe di lancio e le postazioni in territorio russo. Stefano Cremonesi, Corriere della Sera.

Recentemente, al Bundestag, Volodymyr Zelensky ha dichiarato: «I colpevoli della guerra devono essere chiamati a rispondere. Devono rispondere giustamente di ogni crimine di questa guerra. Solo una giusta responsabilità può dare la possibilità storica di guarire dell’aggressione». C’è un programma più antifascista di questo? Carmelo Palma, Linkiesta.
New York. Assalto degli attivisti pro-Gaza a Quentin Tarantino: «Di’ “Palestina libera”, pezzo di merda sionista». Open.
In alcune piazze il Pride si è trasformato in una manifestazione a sostegno della Palestina, e di forte critica a Israele. (…) Nella Striscia di Gaza i palestinesi che rientrano nella categoria lgbtq+ devono sottostare alla legge di Hamas: (…) la sharia. E secondo la sharia l’omosessualità non è solo illegale ma è punibile con misure estreme, compresa la tortura e l’esecuzione. Le organizzazioni per i diritti umani hanno documentato numerosi casi in cui Hamas ha giustiziato individui sospettati d’essere gay o lesbiche. In Iran, il paese che offre maggior supporto a Hamas, gli omosessuali fanno la stessa fine: arrestati, torturati, impiccati. (…) Per poter sopravvivere, i palestinesi lgbtq+ devono scappare indovinate dove? In Israele. Claudio Cerasa, il Foglio.

L’odio dei francesi per Macron è roba da psicoanalisi. (…). La farsa tragica dell’assedio bipolare al «presidente dei ricchi», Fronte Popolare e Rassemblement National senza apprezzabili distinzioni, porterà non già a un cambio di governo, o non solo, ma a uno sconquasso della coscienza collettiva nazionale, e a conseguenze dolorose per l’identità strategica dell’Europa, già sottoposta alla dura prova della guerra russa. C’è qualcosa di patologico in un popolo che elegge per due volte all’Eliseo un grande manovratore e un grande retore politico, che investe in un salto liberale e riformista nella terra che detesta liberalismo e riformismo, ma solo per poterlo meglio decapitare dandogli dell’idiota, dell’arrogante e del narcisista paralizzando strade e piazze contro le più ovvie e salutari tra le sue scelte, come la riforma dell’età pensionabile. (…) Gli assalti guidati dalla Cgt contro la pensione a 62 anni hanno espresso una furia nichilista anni Trenta, adesso giustamente convogliata in una caricatura del Front Populaire con a capo non un ebreo e sionista come Léon Blum ma un antisemita e filo-Hamas come Jean-Luc Mélenchon. Giuliano Ferrara, il Foglio.

Altra strage nel Mediterraneo. Lo Stato ha annegato 50 persone, 26 erano bambini. [Sì, avete letto bene: lo Stato, quello borghese, che s’abbatte e non si cambia]. l’Unità, giornaletto goscista vintage.
L’iniziativa giudiziaria che ho intrapreso [querela al Foglio con richiesta di 250mila euro di danni] non è riferita al nomignolo «Urss» attribuitomi dai giornalisti per quasi un anno, nel corso del quale non ho intrapreso infatti alcuna azione legale. (…) La denuncia ha invece come oggetto la campagna diffamatoria le cui finalità sono apparse del tutto evidenti nell’articolo Terapia d’Urso pubblicato sul Foglio il 19 febbraio 2024. Una campagna tesa a impedire, come emerge in numerosi articoli, che il ministero ottenesse il consenso in sede di governo per commissariare Acciaierie d’Italia (l’ex Ilva), decisione poi convalidata in ogni sede legale. Adolfo Urso (ormai anche un po’ «Urss»), Corriere della Sera.
Ammesso e non concesso che quella fosse la finalità recondita e implicita del Foglio, qual è il problema? Avere un’idea diversa di politica industriale rispetto al ministro delle Imprese è una colpa da pagare con centinaia di migliaia di euro? [A meno che il superiore] interesse della nazione non coincida con la sua persona. Luciano Capone, il Foglio.

Dopo la conferma datane in un’intervista al Corriere dal cardinale Camillo Ruini, si può ben dire che Oscar Luigi Scalfaro la fece grossissima invitandolo a pranzo nell’estate del 1994 (…) per chiedergli d’essere «aiutato – testuale – a far cadere» il governo formato il 10 maggio da Silvio Berlusconi. Un governo nominato dallo stesso Scalfaro, e poi regolarmente fiduciato dalle Camere. I graffi di Francesco Damato.
«Non saremo mai un partito tradizionale, che costruisce apparati di potere e fa di tutto per continuare a gestirli», dice al Fatto quotidiano il leader del partito che nella scorsa legislatura ha governato prima con la Lega, all’insegna dell’antieuropeismo (tanto da portare a una crisi costituzionale con la richiesta di impeachment del Capo dello stato); poi col Partito democratico, all’insegna del superbonus (aprendo una voragine senza precedenti nei conti pubblici); infine sia con la Lega sia col Pd (e pure con Forza Italia) all’insegna del rigore, dell’europeismo e dell’unità nazionale, con Mario Draghi presidente del Consiglio. In quella stessa conversazione l’intervistato ha riconosciuto l’errore di avere partecipato a uno solo dei suddetti governi: riuscite a indovinare quale? La linea di Francesco Cundari 1.

Giuseppe Conte chiede scusa agli elettori 5stelle per il sostegno al governo Draghi. HuffPost.
Al Sud, rispetto al 2022, i pentastellati non perdono solo più punti percentuali ma anche e soprattutto voti assoluti. Questi ultimi sono scesi del 60,8 per cento in Puglia, del 56,4 per cento in Sicilia, del 55,8 per cento in Basilicata, mentre al Nord, con l’eccezione del Trentino Alto Adige, la discesa è tra il 30 e il 40 per cento. Gianni Balduzzi, Linkiesta.
«Ho incontrato Conte, mi ha fatto un po’ tenerezza. Ha preso più voti Berlusconi da morto che lui da vivo», ha detto Beppe Grillo. (…) Sarebbe facile rispondere che in compenso ha fatto più ridere Conte da politico che lui da comico. La linea di Francesco Cundari 2.
Mai essere umili con i superbi. Roberto Gervaso.