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 2024  giugno 15 Sabato calendario

Intervista a Dolph Lundgren («Ti spiezzo in due»)

Ci sono attori che per tutta la vita sono legati a un personaggio. Vale anche per Dolph Lundgren, 66 anni, muscoloso attore svedese naturalizzato USA. Porterà il suo nuovo film, The Wanted Man, al Filming Italy Sardegna Festival, dal 20 al 23 al Forte Village di Cagliari. Ma lui, come antagonista sovietico nella saga di Rocky, l’indimenticabile Ivan Drago del quarto film, è legato soprattutto a una battuta entrata nel lessico quotidiano: «I’ll split you in two», che nel doppiaggio italiano è stata tradotta, stile Abatantuono di Eccezzziunale veramente, in Ti spiezzo in due.
Le dispiace?
«No, affatto. Sono onorato che tante persone ancora ricordino quella frase che pronunciai trentanove anni fa. Ci sono altri film depositati nell’immaginario collettivo grazie a una frase. I’ll be back (Sono tornato) che dice Schwarzenegger in Terminator; Go ahead, make my day (Coraggio fammi felice) di Clint Eastwood in Sudden Impact».
Come andò il primo incontro con Rocky-Stallone?
«Fu al mio provino negli studi Paramount. Portava i capelli lunghi ed era molto abbronzato. Io ero un nervoso ragazzo di 26 anni. Ero un campione di karate, lui mi disse che dovevo mettere su qualche muscolo. Siamo grandi amici, parliamo delle nostre figlie e delle ferite che abbiamo patito per 40 anni nei film d’azione. Penso di avergli causato un colpo al cuore durante un combattimento che lo costrinse a essere ricoverato in ospedale per una settimana».
Lei è un pezzo d’uomo alto quasi due metri, un umanista. Cosa sta leggendo?
«Mi ritengo un uomo di cultura, e ho appena letto Puoi guarire la tua vita di Louise Hay. Aiuta sui postumi dei traumi fisici e ad apprezzare il meraviglioso presente che la vita può offrire, per recuperare benessere fisico e serenità interiore».
Lei ha avuto il cancro e ha detto di non esserne stato influenzato troppo.
«Al contrario, mi ha influenzato eccome, ma dipende cosa intendiamo sul significato di questa parola. L’ho combattuto per 7 anni. Mi ha insegnato a ripensare e amare l’incredibile vita avuta fino allora, e ad amare di più il prossimo. Mi ha insegnato a essere riconoscente con i medici e al mio fisico potente (per certi versi ho potuto curarmi da solo), e all’universo che mi ha portato energie positive. Ora provo ad essere gentile con tutti. Il cancro mi ha profondamente cambiato».
«Ti spiezzo in due»
Mi piace essere ricordato per quella frase però
mi ritengo soprattutto
un uomo di cultura
Parlando di un’esperienza meno dolorosa ma altrettanto sorprendente, è vero che i ladri…
Ride: «Su quell’episodio ognuno ha detto la sua, hanno scritto che i ladri sono fuggiti dopo aver visto con una torcia le mie foto sulla parete! Le cose sono andate in questi termini. Dopo il furto, i ladri hanno realizzato chi fosse la vittima. Giorni dopo sono tornati a casa mia, hanno suonato alla porta. Io non c’ero. C’era la mia precedente moglie, e le hanno detto: siamo dei grandi fan di tuo marito, ti abbiamo riportato indietro parte della refurtiva. A quel punto mi sono rivolto a certi miei amici che sono degli armadi, si sono messi sulle tracce dei malviventi ma non li hanno trovati. Nessuno si è fatto male e questa è la cosa più importante».
Il suo nuovo film?
«Ho partecipato a un episodio della serie tv The Witcher, Poi ho interpretato e diretto un thriller d’azione intitolato Wanted Man che si vedrà al festival in Sardegna. Sono un attempato detective dai metodi obsoleti che viene spedito in Messico per recuperare una donna testimone dell’omicidio di due agenti del dipartimento antidroga».
Perché ha fatto l’attore?
«È stata una sorta di vendetta o reazione a mio padre, che fisicamente, da quando avevo 4 anni fino ai 13, ha commesso degli abusi su di me, ma li ha commessi anche su mia madre. Così nella tarda adolescenza ho deciso di diventare un fighter, un lottatore e ho avuto buoni riscontri nel karate. Mi volevo sentire forte in modo tale da potermi proteggere».
Un uomo di Lettere destinato per il fisico alle sparatorie.
«Ma non ho rimpianti. Ho sempre dato il meglio di me. Guardo avanti e non indietro. Ma se guardo al passato devo confessare il mio amore per Sergio Leone e Fellini».