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 2024  giugno 15 Sabato calendario

Intervista a Rishi Sunak

BARI— Rishi Sunak, primo ministro britannico più ricco di re Carlo, arriva trafelato in una stanza dei campi da golf di Borgo Egnazia, dove sono riuniti i Sette grandi del mondo. Incontra per due giorni Repubblica e i giornalisti parlamentari inglesi, poi riparla in esclusiva con questo giornale prima di imbarcarci tutti sul suo aereo verso Londra. Goodbye Giorgia Meloni, la migliore amica e più grande alleata di Sunak nel G7.
Per il 44enne leader, il loro connubio politico è «libertà. Controllo dei confini. Difesa delle sovranità nazionali. Ecco che cosa unisce Italia e Regno Unito!». Anche se questo potrebbe essere l’ultimo appuntamento internazionale di Sunak. Il primo ministro non sembra essersi ripreso dopo la gaffe di aver abbandonato le celebrazioni del D-Day la settimana scorsa. Mentre nei sondaggi delle elezioni del 4 luglio, Sunak resta venti punti dietro al leader Labour Keir Starmer e ora, per la prima volta, i suoi tories sono stati superati persino dal partito di destra radicale Reform UK di Nigel Farage.
Ma almeno qui in Puglia lei è stato accolto con tutti gli onori da Meloni.
«Giorgia è una persona fantastica.
Con l’Italia le relazioni non sono mai state così forti, dal progetto del nuovo caccia Tempest alla lotta all’immigrazione illegale e ai trafficanti di uomini. Tema che qui è diventato per la prima volta in un G7 una sessione per coordinare un intervento globale, grazie alla spinta dell’Italia e del Regno Unito, che non a caso hanno approvato programmi di ricollocamento degli irregolari in Albania e Ruanda».
Come G7 avete firmato anche l’accordo da 60 miliardi sui fondi congelati russi. Perché è così importante?
«Sarà una svolta perché sarà finanziato dai profitti e dagli interessi degli asset russi: dunque prestiti all’Ucraina con forti garanzie collaterali. È una notizia fantastica e mi sono sempre speso per questo, sin da quando ero ministro delle Finanze. Avercela fatta dimostra che il G7 è assolutamente unito nel fare tutto il possibile, “whatever it takes”(equivalente in italiano a “costi quel che costi”, ndr )per sostenere l’Ucraina contro l’aggressione russa».
Che cosa intende con “whatever it takes” contro la Russia, espressione celebre con Mario Draghi? Pensa anche a truppe sulterreno?
«No. Ma l’annuncio sui fondi russi congelati è la dimostrazione che il G7 è pronto a tutto. Ogni anno tutti noi dovremo sostenere l’Ucraina con quello spirito. Come Regno Unito, per esempio, abbiamo appena aumentato la spesa della Difesa al 2,5% del Pil».
Ma cosa cambierà davvero adesso?
«Possiamo rassicurare Zelensky che abbiamo le risorse per continuare a sostenere l’Ucraina ogni anno e allo stesso livello. E Putin se ne accorgerà, perché le nostre azionisono concrete. Credetemi, è un deterrente senza precedenti. Farà la differenza, a livello finanziario e militare. Ma soprattutto, manderà un segnale a Putin: non riuscirà a spaccare il nostro fronte e nessuno degli alleati si stancherà di sostenere l’Ucraina. Non c’è altra scelta, date le sfide che abbiamo di fronte nel Medio Oriente, la minaccia che pongono l’Iran e la Russia. Dobbiamo aumentare i nostri investimenti nella Difesa, perché il mondo è pericoloso e incerto come non vedevamo da decenni».
Però, come accusa anche Trump,diversi alleati europei ancora non si sono impegnati così tanto nella Difesa.
«Ma molti Paesi Nato hanno aumentato il loro budget fino al 2%, abbiamo rinforzato il fianco orientale dell’Alleanza, che ora ha accolto anche Svezia e Finlandia.
Dobbiamo continuare così».
Crede che l’Ucraina debba colpire in Russia con armi occidentali?
«Noi abbiamo fornito missili a Kiev affinché siano usati in accordo con le leggi umanitarie internazionali.
Siamo in costante contatto con il governo ucraino e non posso scendere nei dettagli, ma le armi sono state consegnate per la difesa del loro Paese e credo che lo stiano facendo».
Il suo ministro della Difesa ha accusato la Cina di fornire armi letali alla Russia. In Europa ci sono posizioni su Pechino giudicate “morbide” da alcuni. Secondo lei qual è l’approccio giusto verso la Cina?
«Negli ultimi anni l’asse di Stati autoritari come Russia, Cina, Iran e Corea del Nord ha aumentato le operazioni e fomentato crescenti conflitti e tensioni. Pechino invoca tanto il rispetto della sovranità territoriale, ma verso l’Ucraina non abbiamo ancora visto lo stesso. Il Regno Unito considera la Cina guidata dal partito comunista come la più grande minaccia di uno Stato alla nostra sicurezza economica.
Abbiamo aumentato le nostre difese contro il crescente autoritarismo cinese per difendere le infrastrutture e affrontare le interferenze straniere, grazie a nuove leggi come il National Security Act».
Come ha trovatoo Joe Biden?
Giovedì ha saltato la cena con Mattarella e online è virale un video del presidente Usa che si allontana dagli altri leader.
«Joe l’ho trovato bene. Il presidente non ha fatto niente di strano.
Semplicemente, voleva salutare un paracadutista e si è allontanato, ma Giorgia (Meloni, ndr )lo ha preso per il braccio e gli ha detto di tornare con noi perché tanto avremmo comunque salutato tutti i militari dopo».
Intanto, il leader populista Nigel Farage l’ha superata nei sondaggi.
«Gli unici due che possono diventare primo ministro il 4 luglio siamo io o Keir Starmer. Votare Farage vuol dire lasciare carta bianca al Labour per i prossimi cinque anni. Continuerò a combattere. E se perdo, non me ne andrò in California».