Corriere della Sera, 14 giugno 2024
La seconda vita di Luca Casarini
Da molto tempo ormai è seguace di Gesù, «di colui che è stato condannato a morte dal potere», dice Luca Casarini che la lotta al potere non l’ha mai abbandonata dai tempi del G8 di Genova, più di vent’anni fa, anche se adesso ha abbracciato la fede o, meglio, ha abbracciato in senso proprio Francesco, il Papa che lo ha voluto inviato speciale al Sinodo. «Sì, lo so, questa storia ha fatto molto rumore», dice ancora lui che, casualità, oggi sarà in Puglia, a Taranto, proprio mentre verso Brindisi, a Savelletri di Fasano, il Santo Padre parteciperà al G7. «Io sarò a una riunione dei piccoli, i frati francescani, un convegno per un nuovo umanesimo nel Mediterraneo. Per difendere chi muore in mare, chi è vittima di torture inaudite. Per continuare il mio percorso cominciato con la fondazione della mia Ong Mediterranea». I «piccoli» contro i «grandi» del G7. Loro sono riuniti in un resort enorme e molto di lusso, per capire: Madonna lo requisì per festeggiarci il suo compleanno, tre anni fa. Oggi in quel resort papa Francesco farà il suo ingresso per rivolgersi ai leader dei Paesi più potenti della Terra. Dice Luca Casarini: «Sono davvero felice che ci sia lui a portare un messaggio di pace. Anche se lì ci sono i signori della guerra». A sentirlo parlare ora è difficile non ricordare Luca Casarini durante il G8 di Genova, nel 2001. Lui che era fuori dalla «zona rossa», la zona che proteggeva i partecipanti al summit, e da lì guidava la rivolta di quelle che vennero chiamate «le tute bianche», in quelle giornate di protesta durante le quali Carlo Giuliani rimase a terra senza vita. Sono giornate rimaste scolpite nella memoria collettiva, una delle pagine più nere e piene di violenza. Casarini era lì e non rinnega quel passato, anche se lo vede con gli occhi di oggi. Dice: «Sono stato avvicinato da papa Francesco perché l’obiettivo di un pastore è quello di aver a che fare con i peccatori e io mi sento un peccatore».