Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  giugno 14 Venerdì calendario

Dalla culla al litigio (e ritorno). Nipote-zia, la saga eterna dei Le Pen


PARIGI La storia dei rapporti tra Marine Le Pen e Marion Maréchal comincia presto, anzi prestissimo, nell’istante in cui Marion viene al mondo. Il 10 decembre 1989, nell’ospedale di Saint-Germain-en-Laye, c’è Marine Le Pen in sala parto a tenere la mano della sorella più grande Yann, mentre Marion emette il primo vagito. «Marine ha fatto la parte del padre», dirà Yann, perché il padre biologico di Marion, il giornalista e diplomatico Roger Auque, era assente ed è riapparso solo quando la figlia era ormai adolescente.
Nei primi anni Marine ha aiutato la sorella Yann ad allevare Marion, che poi ha preso il cognome da Samuel Maréchal, esponente del Front National sposato due anni dopo la sua nascita. E questo ruolo paterno di zia Marine ha sempre contato anche nella relazione politica tra le due donne, e tra i partiti della destra nazionalista francese.
Da quel giorno nella maternità di Saint-Germain-en-Laye sono passati 35 anni, di dissidi politici e contrasti ideologici, certo, ma la questione delle origini è rimasta centrale: sia quando Marion Maréchal ha voluto «uccidere il padre» e allontanarsi da Marine Le Pen e dal Rassemblement national per entrare in Reconquête di Eric Zemmour, sia quando – come sta succedendo in questi giorni – ha deciso di rientrare a casa. Lo dice anche Zemmour, il grande sconfitto e abbandonato: dopo gli insulti («traditrice!», «bugiarda!»), riduce la vicenda a una questione di poltrone e favori tra parenti : «Alla fine Marion ha solo voluto tornare nel clan famigliare».
In questi anni si è detto che Marine Le Pen fosse interprete dell’anima «sociale» dell’estrema destra, quella forte soprattutto al Nord, attenta alle ragioni degli ex operai abbandonati dalla sinistra, mentre Marion Maréchal rappresentava l’ala conservatrice e tradizionalista, radicata nel Sud dei pieds noirs scappati dall’Algeria un tempo francese, ferocemente ostili agli immigrati (specie se maghrebini). Ma questa differenza di sensibilità politica si è sempre articolata anche intorno alle vicende di Montretout, il maniero del patriarca Jean-Marie Le Pen sulle alture di Saint Cloud, sopra Parigi, dove le sorelle sono cresciute accanto al fondatore del Front National. E quando Marine ha voluto per prima, e per davvero, uccidere politicamente il padre estromettendolo dalla guida del partito poi ribattezzato Rassemblement, è anche in sfida alla zia che Marion è rimasta a fianco del nonno.
Per cui, oggi, certe scelte stilistiche di Marine Le Pen quando parla della nipote – «Marion Maréchal sostiene i candidati del Rassemblement national: saluto questa presa di posizione coraggiosa che rafforza la dinamica patriota» – sono opportuni tentativi di tenere distinto il piano politico da quello personale, ma fanno anche un po’ sorridere, e non solo perché Marine Le Pen ha dato a lungo il biberon a Marion.
Nel Front poi Rassemblement national la politica è sempre stata affare di famiglia, e quindi con chi fa – o meglio ha fatto, al passato – coppia Jordan Bardella, possibile futuro premier? Con un’altra nipote di Marine Le Pen, Nolween Olivier, figlia dell’altra sorella di Marine, la primogenita Marie-Caroline. E chi ha sconfitto Bardella, nel 2022, quando è diventato presidente del RN? L’ex compagno di Marine Le Pen, Louis Aliot.
In tutto questo, il destino di Eric Zemmour è davvero amaro. Da anni fautore di un’unione delle destre sempre respinta con sdegno da Marine Le Pen, vede ora realizzarsi o quasi il suo sogno politico: il RN prova ad allearsi con la destra gollista, e gode dell’appoggio di Marion Maréchal e di quattro sui cinque eurodeputati di Reconquête. Tutti insieme, finalmente. Ma senza Zemmour, che della famiglia non fa e non farà mai parte.