la Repubblica, 14 giugno 2024
Intervista ad Alice Oseman
Il suo mondo arcobaleno è diventato iconico per la Gen Z.
Heartstopper – graphic novel in cinque volumi – ha venduto 8 milioni di copie ed è diventato una serie Netflix talmente potente che un libro apparso in una puntata –Come uccidono le brave ragazze di Holly Jackson – subito dopo si è trasformato in un bestseller. Alice Oseman, nata nel 1994 nel Kent, in Inghilterra, è la paladina della comunità Lgbtq+ che legge. Sa bene che Nick e Charlie, i protagonisti dei suoi libri, e della serie alla quale ha collaborato, rappresentano tantissimo per le ragazze e i ragazzi: la loro storia ambientata a scuola, fatta di amicizia, bullismo, coming out, disagio psichico, ha conquistato per la profondità dei dialoghi ma anche per la forza delle illustrazioni.
È una grande, tenera, vera, storia d’amore. Per questo nel mese del Pride, che celebra i 30 anni, e alla vigilia del grande corteo che attraverserà le strade di Roma e degli altri appuntamenti in giro per l’Italia, Oseman, che si è più volte definita asessuale e aromantica, racconta aRepubblica la sua militanza letteraria. Tenera e simpatica come i suoi personaggi, non è certo il tipo da stereotipi, neanche su se stessa: «Il successo? Mi ha completamente cambiato la vita».
Alice, i suoi libri sono letti e amati da milioni di ragazzi in tutto il mondo: quanto è importante parlare di amore libero?
«Fondamentale, finché le persone queer non saranno in grado di esprimersi liberamente. Ogni singola persona merita di vedere la propria esperienza rappresentata nei libri che legge, nei film che guarda.
Trovare un personaggio con cui ti identifichi può fare la differenza tra vivere tutta la tua vita senza sapere chi sei e invece scoprirlo. La rappresentazione in letteratura può davvero salvare vite umane».
Che cosa ha conquistato così tanto di Charlie e Nick?
«Penso che le persone siano attratte daHeartstopper per ragioni diverse: per alcuni si tratta semplicemente di leggere di personaggi queer nel mondo reale, per altri si tratta di esplorare la parte della storia cheriguarda la salute mentale. Ma penso che più in generale le persone ne sono attratte perché è pieno di speranza e di gioia. Nonostante tutte le lotte, le prove e le tribolazioni che i personaggi affrontano, c’è sempre la luce alla fine del tunnel e questo ti fa sentire, ti fa credere, che tutto andrà bene. Ed è davvero una bella sensazione».
Che ruolo ha la letteratura nelle grandi battaglie per i diritti civili?
«La letteratura può promuovere l’empatia, può educare, suscitareemozioni e ispirarci a prenderci cura degli altri; può farci vivere esperienze che non abbiamo vissuto e aiutarci a capire perché le persone stanno lottando».
Quanto è ancora lunga la strada verso la parità?
«Molto, anche se i progressi negli ultimi cinquant’anni sono stati tanti.
Ma viviamo ancora in un mondo nel quale alle persone queer non vengono concessi gli stessi diritti e lo stesso rispetto. In questo momento è soprattutto la comunità trans che si trova ad affrontare livelli estremi di discriminazione. Ma, se la lotta continuerà, credo che ci arriveremo».
Quanto c’è di Alice Oseman nelle storie che scrive?
«Tutte le mie storie sono ispirate da temi, idee ed emozioni che ho esplorato o provato in vari momenti della mia vita. Ho sempre la sensazione che scrivere sia una forma di terapia. Ma, allo stesso tempo, nessuno dei miei libri è autobiografico».
Ha confessato al “Guardian” che grazie al successo a 28 anni ha potuto comprare un appartamento. Si aspettava questa svolta?
«È estremamente raro che gli autori raggiungano questo livello di successo e non avrei mai immaginato che potesse accadermi: è ben oltre le mie più rosee aspettative. Ha cambiato completamente la mia vita, sono in grado di mantenermi esclusivamente con la scrittura e il disegno, sono stata coinvolta in cose che non avrei mai pensato di fare, come la serie televisiva. Ho potuto viaggiare in tutto il mondo grazie al mio lavoro. Mi sento molto, molto fortunata e molto grata».
Qual è il segreto per tenere insieme illustrazioni e testi?
«I graphic novel sono un mezzo visivo, proprio come la tv e i film: possiamo leggere le emozioni e isentimenti dei personaggi sulla base di espressioni e gesti. Adoro raccontare parti della storia senza usare alcuna parola».
Come è diventata una delle fumettiste più vendute al mondo?
«Ho scritto e disegnato tutta la mia vita, fin da quando ero bambina. Ho pubblicato il mio primo libro quando avevo 19 anni dopo aver provato a mandarlo agli agenti (Senza nuvole.
Solitaire,Newton Compton, ndr ).
Heartstopper è nato come fumetto web online gratuito. Lo stavo facendo solo per divertimento, era solo un piccolo progetto appassionato, ma poi è esploso e ora sono qui!».
Cosa ne pensa di eventi come il Pride?
«Penso che siano davvero importanti nel dare alle persone queer uno spazio per protestare e chiedere diritti, ma anche un luogo fisico per riunirsi, mostrare solidarietà, diventare comunità e celebrarsi a vicenda.
Gli eventi del Pride non sono sempre perfetti – c’è una crescente commercializzazione, alcuni si trovano ad affrontare la censura e una maggiore presenza della polizia – ma sono fondamentali».
Qual è il suo rapporto con i social e con Booktok che l’ha eletta a paladina dell’amore arcobaleno?
«Sono dipendente da Internet e sto sui social da molto tempo. Non uso più TikTok perché lo trovo un po’ troppo avvincente: mi spaventava quanto tempo passavo a guardarlo.
Ma sono molto felice che BookTok esista: è fantastico che ci sia un posto dove le persone possono condividere le loro opinioni ed entusiasmarsi per i libri».
Alice, che cos’è per lei l’amore?
«Sentirsi a casa con qualcuno o qualcosa, sentirsi al sicuro essendo se stessi in tutta onestà».