Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  giugno 13 Giovedì calendario

Nessuno fermi la Storia

È vero che l’uomo non impara mai niente dalla Storia. Ma il problema è che spesso non la studia. 
Un sondaggio di Skuola.net dice che per un maturando su due la Storia si ferma alla Seconda guerra mondiale, se non prima. In realtà non è una novità: è più o meno dalla Seconda guerra mondiale che è così. Gli anni di scuola restano gli stessi, la Storia procede inesorabile e la burocrazia l’unica cosa che con lo scorrere della Storia migliora ci aggiunge percorsi per l’orientamento, corsi sulla sicurezza, alternanza scuola-lavoro, scioperi e assemblee. Forse è perché non hanno studiato il ’68 che i ragazzi ci ricadono ogni volta.
Ecco perché poi tutti parlano della questione israelo-palestinese – è solo un esempio – senza saperne nulla. E questa è la morale della favola. 
Poi c’è la favola della morale. Vi diranno che non ci può essere futuro senza conoscere il passato. Che la Storia ci insegna a non ripetere gli errori. Che la conoscenza è libertà. Retorica.
La verità è che quando il ministro dell’Istruzione Valditara ha detto che «Perdere un anno a studiare i dinosauri è una sciocchezza» l’hanno deriso. E il sondaggio di ieri dice che il 51% dei maturandi invece che perdere mesi nei primi cicli di scuola parlando di preistoria preferirebbe arrivare alla fine del ’900.
Vabbè. Consoliamoci. La Storia sarà ferma alla Seconda guerra mondiale. Ma la politica, anche prima. Alla menata del fascismo.
E la domanda è: la Storia ci assolverà?