Il Messaggero, 13 giugno 2024
Viaggio nella cronaca
Eric Salerno è un giornalista di lungo corso, per decenni firma del Messaggero dal Medio Oriente, sempre molto informato e scrupoloso. Anche i suoi libri emanano passione e precisione, come gemme di un giornalismo ormai perduto. Fantasmi a Roma (Il Saggiatore), è il suo ultimo lavoro. E si tratta di un’opera che spazia dall’autobiografia al saggio giornalistico, dalla non fiction all’analisi sociale, che dimostra talento narrativo e grandissima memoria.Salerno è nato a New York nel 1939 da un’ebrea russa sfuggita alle guardie bianche zariste e da un comunista calabrese scampato dal fascismo e spiato dall’Fbi. La storia della sua famiglia l’ha raccontata in un altro libro straordinario, Rossi a Manhattan. In questo nuovo libro, si riparte dall’arrivo del giovanissimo Eric in Italia, dalle esperienze nel giornalismo. Roma viene raccontata su due piani temporali, al presente e al passato. Con un certo rimpianto per un tempo ormai perduto, e con l’orgoglio di avere vissuto qualcosa di irripetibile. «Roma è stata la mia città in Italia e ora non la trovo più». Quanto è cambiata? «Faccio fatica talvolta a convincere figli, nipoti e gli amici più giovani che anni fa attraversavo ponte Sant’Angelo in Seicento».GLI ESORDISalerno racconta i primi passi da cronista, il “giro degli ospedali” per capire se c’era da riportare qualche notizia all’estensore dell’articolo, che aspettava in redazione. Era un tempo in cui bisognava fare affidamento soltanto sulle proprie capacità e sulle suole delle scarpe. E d’estate, pizza bianca e prosciutto, «presi da una salsamenteria dalle parti di San Giovanni, da mangiare assieme ai fichi freschi di un vicino mercato». La morte di Fred Buscaglione è uno dei suoi primi scoop: per verificare la notizia Salerno si reca al Policlinico, penetra nell’Istituto di medicina legale, e passa in rassegna tutti i cadaveri. C’era anche quello del cantante di Eri piccola così. E poi, quella prima pagine del 25 settembre 1962, a Paese Sera. Una bomba era esplosa nella basilica di San Pietro, provocando lievi danni, e la città era in allarme. Il giornale organizza un atto clamoroso: il giovane cronista viene mandato con un fotografo e un vistoso pacco in mano, un finto ordigno per testare le misure di sicurezza in atto. Riesce nel suo intento e se ne va indisturbato. Ricordi della Dolce vita che si sovrappongono al presente, con il “King of Paparazzi” Rino Barillari: «Lo trovi ancora seduto a mangiare insieme alla consorte mentre aspetta di scattare qualche immagine esclusiva. Possibilmente rubata».LE OLIMPIADIE le immagini esclusive delle storiche Olimpiadi di Roma del 1960, scattate da un elicottero decollato da una pista improvvisata in piazza degli Eroi. La scandalosa serata al Rugantino (1958), con «Anita Ekberg scalza alle prese con un cha cha cha, e poi Luca Ronconi e Laura Betti», e soprattutto con la danza del ventre della giovane attrice turca Aïché Nanà. Una scena come non se ne erano mai viste nella Roma di quei tempi, immortalata da Tazio Secchiaroli. Una delle chicche più gustose del libro, e motivo di orgoglio per l’autore, è certamente l’intervista ad Alfred Hitchcock del 1960. Il regista è in vacanza a Ischia e Salerno va a trovarlo, ospite non annunciato. «Vorrei fare – gli dice il cineasta – un film artistico, piacevole, di tutto riposo, senza preoccuparmi di stare in guardia con lo spettatore. Questi si aspetta da me suspense, suspense e suspense ma io vorrei fare, almeno per una volta, qualche cosa d’altro». Il cronista gli racconta un caso di cronaca nera di quei giorni, il mistero di via Monaci. E riesce ad appassionarlo. «Mi piacerebbe – dice il regista che stava per lanciare Psycho – assistere a un processo italiano».GLI SPARIQuanti altri scoop. Il caso di Dolores Cook, inglese innamorata di un ragazzo di Bergamo, allontanata con un foglio di via obbligatorio, ottenuto dai ricchi genitori di quest’ultimo. Le inchieste con il Messaggero, sul terrorismo di marca palestinese. L’agguato del 27 aprile del 1973 in via Bissolati, in cui viene ucciso un dipendente della compagnia di bandiera israeliana. Salerno parte per Beirut, indaga sui mandanti. «L’Italia, da sempre una specie di “ponte” che collegava l’Europa al sud del Mediterraneo, aveva in Roma il suo terminale: la capitale era un punto di incontro e scontro». Nel 1970 indaga sulla morte di un antiquario romano, Dante Baldari, ucciso da un colpo sparato durante un safari in Tanziania. Due dei suoi compagni di viaggio facevano notizia: il principe Ruspoli e l’attrice francese Juliette Mayniel, madre di Alessandro Gassmann. Salerno non ha dubbi: prende il primo volo per Nairobi.