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 2024  giugno 13 Giovedì calendario

Intervista a Gimbo Tamberi

ROMA «Ho profondo rispetto per regole e avversari, sempre. Ma in pedana voglio essere libero. Libero di ballare, libero di tuffarmi sulle tribune, di suonare la batteria come a Budapest o far impazzire il pubblico con un giro di pista prima invece che dopo la gara. Qualcuno storce il naso? Non importa. Userò sempre ogni mezzo lecito per caricarmi e saltare un millimetro più in alto».Martedì sera Gianmarco Tamberi ha incantato Roma con una performance che il quotidiano sportivo francese l’Equipe ha definito «formidabile esibizione da clown, da gladiatore di alta scuola con momenti di intensità e profondità quasi religiosa». 
Gimbo, lei si è preso l’Olimpico e l’ha rivoltato come un calzino. 
«Da anni sono ossessionato da un incubo: saltare in uno stadio vuoto. Quando mi sono affacciato e ho visto che la Curva Sud era colma di tifosi il cuore mi è esploso di gioia. Ho pensato: stasera vi faccio impazzire». 
Impazzire e tremare: i due nulli a 2.29 che potevano chiudere la sua gara con una beffa incredibile, la liberazione a 2.31, il finto infortunio a 2. 34, i 2.37 spaziali e poi la gag delle molle che uscivano dalla scarpa. 
«Atterrando sui sacchi dopo il terzo tentativo ho avuto un attimo di panico: e se l’asticella cade? Non poteva cadere: ero programmato per saltare 2.34 e sapevo di valere 2.37. L’asticella doveva rimanere sui ritti e sui ritti è rimasta». 
E il finto infortunio? 
«Una gag preparata, un omaggio al pubblico. Anche mia moglie c’è cascata e mi ha mandato a quel paese. Ho esagerato? Ho subito infortuni gravissimi, se posso permettermi di scherzarci è perché li ho superati. É un messaggio per chi sta male». 
Tamberi come Valentino Rossi. 
«Valentino è un modello insuperabile, un idolo: vinceva divertendosi, facendo divertire e prendendosi in giro e se veniva male interpretato se ne fregava». 
Come ha raggiunto questa fiducia pazzesca in se stesso? 
«È stato un inverno meraviglioso: ho lavorato con sacrifici enormi ma senza intoppi. In 12 anni non mi era mai capitato e questo mi dà enorme sicurezza». 
Lei è magro in modo impressionante. 
«Peso 75 chili, uno in meno di Tokyo. Mi sono controllato moltissimo con il cibo anche nei due mesi invernali, non voglio sbavature. Ho messo l’atletica al primissimo posto, il risultato davanti a tutto con rinunce totali. Sarò contento solo se vinco le Olimpiadi». 
Non rischia di tirare troppo la corda? 
«È un rischio. Ma ormai so leggere il mio corpo: al minimo segno di difficoltà rallento e reintegro».

È un comportamento un po’ ossessivo. 
«Lo è: la medaglia d’oro a Parigi è un’ossessione, non un obiettivo. Da mesi penso e lavoro solo per lei: ho riempito i mobili di casa di Torri Eiffel in miniatura. Se qualcuno salterà più alto di me gli stringerò la mano e mi complimenterò con lui. Ma l’unica cosa che quel giorno mi renderà felice è vincere. C’è ossessione e ossessione, però». 
Spieghi. 
«A Tokyo ero ossessionato dalla vittoria perché nei cinque anni precedenti non avevo realizzato nessuno dei miei sogni, rimediando soltanto infortuni gravissimi. Quella era un’ossessione pesante e dolorosa, questa è gioiosa e positiva». 
La presenza di Sergio Mattarella, l’abbraccio con il presidente sono stati un inedito. 
«Il fatto che un uomo così impegnato abbia trovato tre ore per noi è stato un regalo meraviglioso». 
Oggi lei riceverà al Quirinale, assieme ad Arianna Errigo, il tricolore che sfilerà nella cerimonia inaugurale dei Giochi di Parigi. 
«È il tricolore di una squadra straordinaria che io mi limito a rappresentare. Ho lavorato molto sul discorso prima di concentrarmi sugli Europei». 
Alla finale dell’alto mancano 58 giorni. Che percorso di avvicinamento ha in mente? 
«Lavorerò duramente con il mio staff e specie sugli undici passi della nuova rincorsa che devo molto migliorare. Martedì ho cominciato malissimo, i successivi salti erano più naturali: fatico a staccare e correre bene quando sono troppo sotto l’asticella». 
E le gare? 
«Il 9 luglio gareggerò in Ungheria, il 12 a Montecarlo per esorcizzare l’infortunio del 2016. E poi.. una cosa speciale». 
Quale? 
«Poco prima di partire gareggerò ad Ancona, davanti alla mia gente. Voglio guardare tutti negli occhi e caricarmi del loro amore per portarlo in pedana a Parigi».