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 2024  giugno 13 Giovedì calendario

Il dramma di Céline in tv

La dipendenza dal Valium, gli spasmi violenti che le hanno rotto le costole, i crampi alla gola – come se la stessero strangolando – mentre canta: la vita di Céline Dion è precipitata nell’incubo da quando ha scoperto di avere la «sindrome della persona rigida», un raro (e incurabile) disturbo neurologico che causa una progressiva rigidità muscolare. Una superstar della musica – 220 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, un patrimonio di 480 milioni di dollari, 5 Grammy vinti —, Céline Dion ha deciso di raccontare il suo dramma in un’intervista alla Nbc, che anticipa l’uscita di un documentario su Prime Video (Io sono: Céline Dion, da martedì 25 giugno).
La cantante, nata in Canada 56 anni fa, ha rivelato che prima della diagnosi prendeva il diazepam (lo psicofarmaco commercializzato anche come Valium) per rilassare «tutto il corpo» e potersi esibire sul palco: «Non sapevo, onestamente, che avrebbe potuto uccidermi. Prendevo, per esempio, prima di un’esibizione, 20 milligrammi di Valium, e poi, solo camminando dal mio camerino al backstage, l’effetto era già sparito». Quindi ha iniziato ad aumentare il dosaggio «fino a 90 milligrammi al giorno, una quantità che può ucciderti» e dalla quale ha dovuto disintossicarsi (le prescrizioni per gli adulti sono in genere comprese tra 2 e 10 milligrammi).
I sintomi della malattia sono devastanti. Quando prende alla gola «è come se qualcuno ti stesse strangolando, come se qualcuno ti stesse spingendo la laringe. Ma può anche verificarsi nella zona addominale, nella colonna vertebrale, nelle costole, nelle mani: sono crampi, ma è come se fossero in una posizione in cui non puoi sbloccarli. A un certo punto mi sono rotta alcune costole perché gli spasmi, quando sono molto violenti, possono portare una frattura... Se punto i piedi rimangono bloccati. Se cucino – perché amo cucinare – le mie dita e le mie mani si bloccano in quella posizione».
Tornerò
Se non potrò più correre camminerò, se non potrò più camminare andrò a gattoni, striscerò Ma non mi fermerò
Non esiste una cura per questa patologia progressiva (che colpisce 1 persona su un milione), ma il trattamento può aiutare a controllare i sintomi. La cantante – il volto scavato, magra forse più di quanto già non lo sia stata – ne soffre da anni, ma ha sottovalutato la situazione: «Non sapevo cosa stesse succedendo. Avrei dovuto fermarmi, prendermi il tempo per capirlo». Coincideva con il periodo in cui il suo defunto marito, René Angélil (l’uomo che l’aveva scoperta, morto nel 2016), stava lottando contro il cancro alla gola: «Ho dovuto nascondermi. Ho dovuto cercare di essere un’eroina». Si è fermata solo nel dicembre del 2022, quando ha annunciato la pausa forzata dalle scene dopo la diagnosi della malattia: «All’inizio mi chiedevo: perché io? Come è successo? Che cosa ho fatto? È colpa mia? La vita non ti dà risposte».
Apparsa a sorpresa all’inizio dell’anno ai Grammy Awards, quando ha consegnato a Taylor Swift il premio per l’album dell’anno, Céline Dion ora è anche protagonista del documentario diretto da Irene Taylor, dove offre uno sguardo crudo sul dietro le quinte della lotta contro la malattia che le ha cambiato la vita. «Sto lavorando sodo ogni giorno ma devo ammettere che è dura – dice con le lacrime agli occhi nel trailer pubblicato in queste ore —. Mi mancano tanto le esibizioni dal vivo, mi mancano le persone».
È determinata però a riprendersi il palcoscenico, i concerti live: «Tornerò. Se non potrò più correre camminerò, se non potrò più camminare andrò a gattoni, striscerò. Ma non mi fermerò. Non mi fermerò mai».