il Fatto Quotidiano, 13 giugno 2024
San Silvio Berlusconi
A un anno dalla morte la beatificazione è completa: Silvio Berlusconi è il nuovo santo della politica italiana. L’anniversario della scomparsa (12 giugno 2023) è stato celebrato a reti e Camere praticamente unificate. Non solo, come ovvio, dal partito e dall’azienda fondati dall’ex premier, ma pure dalla televisione pubblica e dall’arco costituzionale quasi al completo, con le eccezioni di Cinque Stelle e Verdi-Sinistra.
La liturgia inizia al mattino, con la pagina di pubblicità che la famiglia ha comprato su gran parte dei quotidiani italiani: “Dolcissimo papà, il tuo amore vivrà sempre dentro di noi”, firmato Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi sulla foto di un Berlusconi in doppiopetto, di profilo e sorridente.
Nel corso della giornata il ritmo dell’apologia batte come un tamburo. Già si sapeva che Mediaset avrebbe trasmesso su tutti i suoi canali, in contemporanea, il documentario di Toni Capuozzo dedicato al fondatore, Caro presidente, un anno dopo. Va in onda alle 20 e 30. È una passerella di ricordi commossi e affettuosi dei protagonisti dell’universo berlusconiano, da Gianni Letta fino a Zlatan Ibrahimovic.
Quello che non si immaginava, invece, è che la Rai gli avrebbe dedicato un omaggio almeno altrettanto enfatico: non solo una pioggia di servizi di telegiornale più che benevoli, ma un’intera programmazione dedicata al nuovo padre della patria. Un’ampia pagina di Agorà su Rai3, un altro omaggio su Rai1 con Unomattina Estate e uno speciale su Rainews 24 che è un atto d’amore già dal titolo: Filo Diretto-Ricordando Silvio. E ancora, un palinsesto di intense e dolci memorie culminate in serata con la doppietta di Bruno Vespa, che gli dedica sia Cinque Minuti che Porta a Porta.
Le innumerevoli pagine nere del suo percorso – dai legami torbidi con la mafia alla stagione delle olgettine, fino alla condanna per frode fiscale – restano sullo sfondo, impalpabili.
Per tenere conto di tutti i messaggi d’amore del mondo politico non basterebbe l’intero giornale. Le parole più significative sono di Giorgia Meloni, che gli deve moltissimo: la underdog della politica italiana già 16 anni fa fu nominata ministra della Gioventù nel quarto governo Berlusconi. “Ha lasciato un segno indelebile nella storia politica italiana”, ha scritto la premier, “continueremo a dare il massimo per ridare visione e grandezza all’Italia anche nel suo ricordo. Ciao Silvio”. Al Cavaliere sono state dedicate due cerimonie nei palazzi delle istituzioni che ha frequentato a lungo (e da cui fu pure interdetto), Camera e Senato. Al coro si sono sottratti solo Avs e M5S. I primi hanno disertato l’aula, i secondi hanno inviato un unico deputato, Riccardo Ricciardi, per ristabilire un briciolo di verità storica: “Non accettiamo la beatificazione di una persona che ha dato dell’eroe a un mafioso come Vittorio Mangano”. Durante il suo intervento il centrodestra ha lasciato l’aula.