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 2024  giugno 13 Giovedì calendario

La partita a poker di Macron


Chi vi scrive è un uomo triste, persino disperato. Sono ancora sotto shock. Per me e per milioni di francesi l’annuncio improvviso e brutale, da parte di Macron, dello scioglimento dell’Assemblée nationale è una sorpresa e una follia, un rischio enorme, un pericolo.
Alle elezioni europee gli elettori hanno dato una buona maggioranza (31,5%) al giovane e bello Jordan Bardella, il leader del Rassemblement National (Rn), il partito di estrema destra nato dalle ceneri del Front National, che fu creato negli anni Ottanta da Jean-Marie Le Pen, condannato più volte per incitazione all’odio razziale, nemico degli immigrati, legali o clandestini, nemico dell’islam e dei musulmani, nemico degli arabi e in particolare degli algerini a causa della guerra d’Algeria, Paese che considerava francese e che è stato liberato dopo otto atroci anni di guerra. Jean-Marie Le Pen non amava nemmeno gli ebrei e considerava le camere a gas «un dettaglio della storia». Sua figlia ha preso le redini del partito e l’ha purgato di questo lato razzista e antisemita. Si è presentata due volte alle elezioni presidenziali e quasi la metà dei francesi l’ha votata.
Oggi il Rn ha vinto le elezioni europee. Bardella ha chiesto a Macron di sciogliere l’Assemblée. E Macron ha deciso di fare quello che l’estrema destra gli chiedeva. Che si tratti di follia, di una mossa di poker, di una provocazione, di un segno di immaturità, Macron ha lanciato una bomba che il 7 luglio porterà al potere il Rn. Le elezioni (30 giugno e 7 luglio) apriranno le porte dell’Hôtel de Matignon (la sede del primo ministro) a Bardella e la Francia vivrà una coabitazione caotica.
Il calcolo di Macron è questo: diamo il potere per tre anni a questo partito, notoriamente incompetente. I francesi resteranno delusi e lo respingeranno. Forse si è ispirato al Marocco, dove il Partito della giustizia e dello sviluppo, islamista estremista, ha governato in modo catastrofico. Alle ultime elezioni legislative, nel 2022, è passato da 125 deputati a 13. Una disfatta totale, il popolo si è espresso e il partito di estrema destra è stato fatto fuori. Ma la Francia non è il Marocco. In Marocco governa un re, che veglia sull’equilibrio del Paese. In Francia abbiamo un giovane presidente che si gioca il destino del Paese aLascia o raddoppia.
La Francia si prepara a vivere con un governo di estrema destra. Il paragone con Meloni non è corretto. L’estremismo di Bardella è assoluto. Non è andato all’università e, fin da giovane, si è dedicato alla lotta contro gli immigrati, contro la giustizia, che giudica lassista, contro l’insicurezza, di cui sarebbero responsabili i figli degli immigrati (che sono francesi). Non ha cultura, né universitaria né politica.
Il suo programma è semplice: privatizzare tv e radio pubbliche, richiamare i giudici all’ordine, abolire la doppia nazionalità, chiudere le frontiere, cancellare le tasse sugli immobili, ristabilire l’ordine con la forza, cambiare le relazioni con l’Ue privilegiando le leggi francesi.
Nel suo Il mago del Cremlino, Giuliano Da Empoli fa pronunciare a uno dei personaggi la frase “i popoli amano i dittatori”. Detto così, si capisce che il mondo stia votando un po’ ovunque per l’estrema destra, quella più dura e antidemocratica. È una maledizione, una fuga in avanti che colpisce in particolar modo i Paesi europei. I politologi fanno riferimento agli anni Trenta e alla nascita del nazismo. Orrore!
Eppure i segni di inasprimento ci sono. In Francia, il Parlamento è diventato un campo di battaglia nel quale ci si insulta. È diventato il regno della violenza e della volgarità.
Quando un dittatore arriva al potere, la sua prima azione è attaccare la cultura, gli artisti, la libertà creativa, cancellare le sovvenzioni. La cultura è il suo nemico. Il Rn lo farà. La mobilitazione della sinistra e della destra repubblicana non riuscirà, in meno di tre settimane, a sbarrare la strada al Rn.
Il Rn è stato il veicolo del malcontento per il potere macroniano. Tutti sanno che non farà meglio del governo attuale. Bardella è figlio di immigrati italiani recenti (arrivati in Francia negli anni Sessanta). Fisico scolpito, ben vestito, è una piccola star della politica. È su una linea dura, più di quella di Marine Le Pen.
Il Rn arriverà probabilmente in assemblea con una maggioranza relativa. A quel punto, il Paese diventerà ingovernabile. E Macron, che rimarrà presidente, lascerà la Francia nelle mani di politici senza esperienza e determinati a imporre le proprie riforme, che non vanno nel senso della giustizia e della democrazia.
Per questo ho paura, per questo gran parte del popolo francese è sconvolta e si sente smarrita davanti al rischio che Macron ha preso senza pensare alle conseguenze.
Governare, si dice, vuol dire prevedere. In questo caso siamo sottoposti a un altro tipo di programma.
(Traduzione di Alessandra Neve)