FRANCIA, CIOTTI ORDINA LA CHIUSURA DELLA SEDE RÉPUBLICAINS, 12 giugno 2024
FIGLI DI PETAIN – LA SCELTA DEL PRESIDENTE DEI “REPUBLICAINS” FRANCESI, ERIC CIOTTI, DI ALLEARSI CON MARINE LE PEN SPACCA IL PARTITO GOLLISTA, CHE FU FONDATO PROPRIO PER OPPORSI ALLA REPUBBLICA DI VICHY DI PETAIN E AI COLLABORAZIONISTI CON I NAZISTI: 45 DEPUTATI DI CENTRODESTRA SU 61 SONO CONTRARI E CHIEDONO A CIOTTI DI ANDARSENE DAL PARTITO. SEMBRANO ESSERE SULLA BUONA STRADA: IL LEADER HA ORDINATO LA CHIUSURA DELLA SEDE DEL PARTITO, E NON PARTECIPERÀ ALLA RIUNIONE DI OGGI POMERIGGIO - MACRON: “LA DESTRA REPUBBLICANA VOLTA LE SPALLE A DE GAULLE” -
(ANSA) - Rischia di degenerare la situazione a Parigi alla sede dei Républicains, i cui principali dirigenti sono in disaccordo con l'intesa elettorale del presidente Eric Ciotti con il partito di Marine Le Pen. Dopo il rifiuto di partecipare all'ufficio politico che potrebbe destituirlo, Ciotti ha infatti deciso di far chiudere la sede del partito, secondo Le Parisien. Tutti i dipendenti hanno ordine di lasciare gli uffici entro mezzogiorno: "E' impazzito, io resto" ha dichiarato un dipendente del partito di alto livello. MACRON, 'CIOTTI HA FATTO UN PATTO COL DIAVOLO' (ANSA) - Il segretario dei Républicains, Eric CIotti, ''ha fatto un patto col diavolo'': lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, riferendosi alla controversa (e contestatissima) apertura fatta dal segretario dei Républicains, Eric Ciotti, al Rassemblement National di Marine Le Pen, in vista delle elezioni politiche anticipate del 30 giugno e del 7 luglio.
CIOTTI CONTESTA I BIG DEL PARTITO, NON SARÀ ALLA RIUNIONE (ANSA) - Eric Ciotti non parteciperà oggi pomeriggio all'ufficio politico dei Républicains, convocato per le 15. La stragrande maggioranza dei partecipanti all'ufficio politico, fra cui la totalità dei dirigenti, vorrebbero le dimissioni di Ciotti dalla presidenza del partito dopo l'annuncio con l'alleanza con l'estrema destra. Ciotti non sarà presente, come si legge in un comunicato in cui contesta il mancato rispetto delle procedure. Secondo gli esperti, l'ufficio politico non potrà destituire Ciotti in sua assenza, ma potrebbe - se la decisione verrà presa - escluderlo e ritirargli la tessera di aderente.
MACRON, 'DESTRA REPUBBLICANA VOLTA LE SPALLE A DE GAULLE' (ANSA) - "La destra repubblicana, almeno colui che la guida, si è alleata per la prima volta con l'estrema destra. E parlo dell'estrema destra, del Rassemblement National, voltando le spalle in poche ore all'eredità del generale de Gaulle, di Jacques Chirac e di Nicolas Sarkozy". Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, nella conferenza stampa in corso a Parigi.
MACRON,'SE I FRANCESI HANNO PAURA DI ESTREMA DESTRA, REAGISCANO' (ANSA) - Il presidente francese Emmanuel Macron ha assicurato di non voler "consegnare le chiavi del potere all'estrema destra nel 2027", data delle prossime presidenziali. "Voglio che ci sia un governo - ha detto in una conferenza stampa a Parigi - che possa agire per rispondere alla rabbia, alle emergenze" dei francesi. "Se le persone hanno paura" che venga nominato un primo ministro di estrema destra, "allora la reazione devono averla adesso!".
«ACCORDO CON LE PEN» MA IL LEADER DEI GOLLISTI MANDA IN CRISI IL PARTITO E MARION «GELA» LA ZIA Estratto dell’articolo di S. Mon. per il “Corriere della Sera”
Da mesi la linea politica di Eric Ciotti, presidente dei Républicains, era indistinguibile da quella di Marine Le Pen o ancora di più di Eric Zemmour, a colpi di lotta al «politicamente corretto», alla «grande sostituzione» e in favore della «preferenza nazionale» […] . Ma quando ieri […] ha annunciato «l’alleanza con il Rassemblement national e i suoi candidati», Ciotti ha provocato un terremoto, secondo solo alle elezioni anticipate indette domenica sera da Macron.
[…] Ciotti era atteso al varco da tempo. Troppo identitario e anti-immigrati per rappresentare davvero l’eredità gollista del partito, troppo affascinato dall’Italia e dalla sua unione delle destre, troppo ambizioso per lasciarsi scappare l’occasione di vincere le prossime elezioni e magari conquistare un ministero di peso.
E infatti, nel partito che ha cambiato tanti nomi ma è pur sempre quello dei presidenti De Gaulle, Pompidou, Chirac e Sarkozy, Ciotti è il primo leader a rompere il «cordone sanitario» anti-Le Pen e a scegliere l’alleanza con il Rassemblement national, che a sua volta ha cambiato nome ma è pur sempre il partito fondato dagli ex collaborazionisti di Petain e dai nostalgici dell’Algeria francese, insomma il partito che almeno alle origini era quello dei nemici di De Gaulle.
Nel caos di queste ore […] la mossa di Ciotti ha fatto gridare alla vergogna, tra gli avversari politici e anche nel suo stesso campo. Notevole l’azione di Sandrine Rousseau, la molto mediatica deputata ecologista e femminista, che è andata ad affrontare Ciotti davanti alla sede dei Républicains, in rue Vaugirard a Parigi, mentre lui parlava in diretta alle telecamere. «Si vergogni monsieur Ciotti! — ha detto Rousseau entrando dentro l’inquadratura —, lei non è degno del nome scritto sulla facciata del vostro palazzo», poi se n’è andata.
Ma se l’indignazione della sinistra e anche quella dei macronisti — «Ciotti firma gli accordi di Monaco», dice un altro «italiano», il Guardasigilli Eric Dupond-Moretti — era scontata, la dissociazione dei colleghi di partito è più fastidiosa. Prendono subito la parola i presidenti di regione.
Laurent Wauquiez (Rhone-Alpes): «No a un salto nell’ignoto». Xavier Bertrand (Hauts-de-France): «Il Front National (sic) mai, né oggi, né domani, né dopodomani». Poi i capogruppi parlamentari dei Républicains chiedono a Ciotti di andarsene lui dal partito, invece che trascinarlo nel disonore, e alla fine, in serata, secondo i conti di Libération , i deputati anti-Ciotti sono ben 45 su 61.
Ma il «fronte repubblicano» anti-RN ormai è rotto, Ciotti ha spaccato il partito e provocato una probabile scissione. Nei prossimi giorni proverà comunque a fare cambiare idea ad almeno una ventina di deputati: quanti basterebbero, forse, a conquistare la maggioranza assoluta in caso di nuova, grande vittoria di Bardella e Le Pen.
Poi c’è lo psicodramma famigliar-politico di Marion Maréchal, che prima annuncia l’accordo del partito Reconquête con il RN di sua zia Marine, poi fa retromarcia: a intesa già siglata, Jordan Bardella le ha chiarito che però Eric Zemmour non poteva farne parte. Troppo estremo, troppo pericoloso, il RN non ha fatto tutta la fatica di sbarazzarsi del fondatore Jean-Marie Le Pen per mettersi in casa un condannato per ingiurie razziste. Marion Maréchal, pur da tempo in rotta con Zemmour, preferisce non abbandonarlo. L’accordo RN-Reconquête salta, almeno per adesso.