la Repubblica, 12 giugno 2024
Ode a propaganda
Venerdì si va a chiudere la stagione, ma Propaganda Live quando arriva il post-elezioni diventa molto più della somma dei singoli servizi e delle decine di spunti e trovate ammassate con un certo gusto lussurioso in queste puntate speciali. Come successo anche lunedì, su La7, per celebrare il liberi tutti dopo le tappe forzate pre-voto. Intanto su Rai 1 si consumava, davanti a una sparuta pattuglia di spettatori, il rito vespiano della paludata serata ufficiale post-elezioni: il confronto era impietoso, lo è stato nei numeri – Diego Bianchi e gli altri hanno stravinto sul rivale, o quello che è – e soprattutto nella sarabanda piuttosto completa ed esaustiva che andava a riassumere il pre e post Europee. In finale anche i resoconti di certi comizi leghisti sui quali, a rivederli dopo, ci si poteva schiantare di risate. Non si sa bene – e riguarda anche il futuro del programma – se il fatto che per una rarissima volta la banda zoriana fosse di umore migliore del solito, causa risultati dell’opposizione, abbia influito sull’efficacia. Quel che è certo è che il racconto della politica, che mescola il presunto alto con il sicuro basso relativi alla medesima, funziona sempre e in questi casi di più. E c’era materiale anche per autentiche perversioni: la sfilata da red carpet dei vip della Repubblica entrando al Quirinale per la festa del 2 giugno valeva l’intera puntata. Ognuno, dall’insieme, poteva trarre spunti e riflessioni: un’ipotesi suggestiva, ma non dimostrabile, è che l’altra sera davanti a Propaganda ci fosse una platea divisa a metà. Da un lato elettori d’opposizione che in qualche modo seguivano rinfrancati: dall’altro, gente che non è andata a votare e si è messa davanti alla tv per vedere loro, quelli della politica, e scoprire fino a che punto vogliono arrivare.