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 2024  giugno 11 Martedì calendario

Il museo che ricorda chi siamo stati

Questa Roma maltrattata, ingiuriata, troppo spesso abbandonata a se stessa, ci regala continuatamente delle sorprese ed è dovuto agli archeologi che, nell’indifferenza generale, continuano a scavare e portare alla luce testimonianze rivelatrici del passato. La memoria, potremmo dire, diventa una forma di resistenza al consumismo che cancella il passato. Voglio citare oggi il piccolo museo di piazza Albania all’Aventino chiamato Scatola archeologica (www.scatolaarcheologica.it) dove, scavando sotto un palazzo degli anni 50, si sono scoperti dei meravigliosi mosaici che raccontano nei dettagli la vita di una famiglia romana del secondo secolo a.C. Tanta bellezza recuperata per caso pone per l’ennesima volta la domanda: come ha potuto una città di grandi architetture e bene organizzata come Roma passare in pochi secoli da un milione di abitanti a 50.000 cittadini, privati di acqua e ridotti a vivere con le capre? Certo, i barbari piovuti dal nord sono stati responsabili della sua rovina, ma a leggere i testi dell’epoca si capisce che c’era altro: frammentazione, risse, stanchezza, odio, irrazionalità e alla fine cupio dissolvi. È commovente vedere come i romani, prima della caduta, tenessero alla bellezza, che è certamente un privilegio della ricchezza. Ma diventa anche bene pubblico quando la creatività e lo slancio spirituale producono cultura e sentimento di identità. La cura nel disegnare i pampini carichi di uva, le anfore, le umili vestigia dei vasellami da cucina, dimostra come nelle case romane si era creata una atmosfera di compiutezza e benessere. Si dirà che c’era violenza dietro quella bellezza, certo, e anche crudeltà, ma una cosa non deve negare l’altra. Ci vuole un certo benessere per creare bellezza, ma la bellezza nella sua complessità porta anche sviluppo, benessere, gioia di vivere e voglia di giustizia. Perché parlo di questo piccolo museo quasi sconosciuto dai turisti e trascurato dai romani, curato da Roberto Narducci e Letizia Rustico? Perché, con l’assistenza della tecnologia, è stata ricostruita la maturità artistica che la pax romana aveva costruito nei secoli. Quello che mi fa riflettere è il cupio dissolvi che, come è successo con l’impero romano, oggi sta gettando per aria una magnifica e feconda conquista: un’Europa che da 70 anni non conosce più guerre, che ha creato un’unità di Paesi dove regnano democrazia e creatività sia scientifica che artistica. Dovremmo fare di tutto per tenerli in vita, soprattutto in un momento in cui nuove barbarie incalzano.