la Repubblica, 11 giugno 2024
Chi è Jordan Bardella
PARIGI – «Roi du Selfie», dicono del nuovo astro della politica francese, re dei selfie, perché in ogni comizio giovani in delirio vogliono farsi immortalare con lui, star dei social media, più di 1,3 milioni di seguaci. Jordan Bardella, 28 anni, potrebbe diventare il più giovane premier della République. Non è ancora fatta, ma il rischio di vedere il giovane delfino di Marine Le Pen varcare la porta dell’Hotel Matignon, sede dell’esecutivo, non è mai stato così vicino. Dopo aver raccolto il 31,3 per cento dei voti nello scrutinio di ieri, Bardella è il «candidato naturale» a primo ministro, ha ripetuto Le Pen, che invece punta alla presidenziale del 2027. Il ticket Bardella-Le Pen sembrava una trovata da campagna elettorale e invece ora si concretizza. Il presidente del Rassemblement National non sarà candidato nelle elezioni legislative a doppio turno (30 giugno e 7 luglio), ma se il partito di estrema destra avrà una maggioranza all’Assemblée National sarà lui il nome indicato per guidare l’esecutivo.
“La France revient”, la Francia torna, è stato lo slogan delle europee, citazione dell’“America is back “di Ronald Reagan. Altra fonte di ispirazione nella comunicazione di Bardella: Jacques Chirac di cui Bardella ha ripreso, osservano cronisti politici della vecchia guardia, anche la pettinatura. L’enfant prodige dell’estrema destra non si discosta in nulla da temi e ossessioni del partito, ma l’operazione di cosmesi è spettacolare. Nei sondaggi di popolarità è ormai quasi alla pari con Le Pen. Al punto di aprire una rivalità con la leader? «Escluso, Bardella è giovane e il ticket così funziona benissimo», sottolinea Louis Aliot, vicepresidente del Rn.
La Bardella-mania è forte tra i giovani, ma il suo stile apparentemente moderato ha permesso di conquistare elettorati fino a ieri lontani dall’estrema destra, anche tra pensionati e classi medio-alte. «Quel sorriso sembra naturale, ma ci abbiamo lavorato mesi – ha rivelato il suo ex media coach, il giornalista Pascal Humeau – L’obiettivo era che la gente potesse dire: per essere un fascista, ha l’aria simpatica». Bardella ama descriversi come «un figlio dell’immigrazione, un francese di sangue misto, italiano al 75 per cento». Nella sua costruzione politica, le origini piemontesi hanno una doppia utilità: la vicinanza con i fratelli della Lega che ha frequentato, anche se meno intensamente di Le Pen, e un simbolo per illustrare una presunta «buona immigrazione», quella di chi avrebbe sposato la République nei valori e nel destino, non frapponendo ostacoli religiosi o culturali, al contrario dell’immigrazione di oggi contro cui si batte il suo partito.
«Me la cavo quanto basta per ordinare un’amatriciana al ristorante», si schermisce Bardella, quando gli si chiede di esprimersi in italiano. Il bisnonno paterno, Guerrino Italo Bardella, negli anni Trenta è partito con il padre da Alvito, provincia di Frosinone, per andare a lavorare come muratore e poi come idraulico. Il nonno materno Severino Bertelli-Motta lavorava a Nichelino, periferia di Torino, alla Carrozzeria Bertone. La nonna Iolanda aveva appena vent’anni quando all’inizio degli anni Sessanta seguì il marito in Francia. Una donna rimasta sempre discreta, che lo ha cresciuto da sola dopo il divorzio da Olivier Bardella. La famiglia ha mantenuto però qualche legame con il Piemonte, tornando l’estate per le vacanze. Il piccolo Jordan racconta di aver imparato i rudimenti della cucina italiana nel locale torinese del prozio, Antonio Benedetto, titolare di un ristorante Europa che ora non esiste più. «Nel mio Paese, la Francia, ci stiamo preparando a dire: Ciao Macron», aveva detto Bardella, in un italiano misto al francese, al raduno fiorentino dei sovranisti europei organizzato a dicembre da Matteo Salvini. Ma forse neanche lui pensava all’ipotesi di una coabitazione così a breve con Macron ancora all’Eliseo. Certo la Francia ha già avuto periodi di coabitazione (come tra François Mitterrand e Jacques Chirac, o tra lo stesso Chirac e il premier Lionel Jospin), ma non è mai successo con l’estrema destra. Uno scenario incerto e inedito per la Quinta Repubblica.