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 2024  giugno 10 Lunedì calendario

Gossip di Novella 2000

Appunti presi dal libro di Roberto Alessi Tentazioni&Castighi. Il gossip è la prima forma di democrazia Morellini Editore
 
Pulizie Nicola Carraro filma Mara Venier mentre fa le pulizie in casa. E poi posta tutto sui social. «E la Mara vera, fatta di niente e di tutto, di un sorriso, di capelli fermati alle meno peggio, con la scopa in mano e la canna dell’acqua nell’altra. Ero un produttore cinematografico, di dive ne ho incontrate tante, ma lei non ha bisogno di farlo, non necessita di abiti o di trucchi, anche in vestaglia è di una bravura immensa. Lei è il mio sole. Il mio amore»
 
Moka Sophia Loren che, nella sua casa di Ginevra, fece a Roberto Alessi il caffè con la moka e glielo servì lei stessa portando il vassoietto dalla cucina.
 
Caffè «Fa tutto lei, io al massimo so fare il caffè con la Nespresso» (Nicola Carraro a proposito di Mara Venier)
 
Milano «In vent’anni non sono mai riuscito a convincere Mara a vivere a Milano, la mia città. Lì abbiano una casa ma non ci andiamo mai» (Nicola Carraro a proposito di Mara Venier)
 
Liti/1 «In vent’anni avremo litigato due volte, non di più. Via, se abbiamo litigato abbiamo litigato per le vacanze: io amo il mare, i Caraibi, lei le città. Io andrei a Santo Domingo, lei a New York. Su quello si discute» (Nicola Carraro a proposito di Mara Venier)
 
Liti/2 «Io e Franco Pesci, abbiamo vissuto insieme cinquantatré anni, un matrimonio bellissimo, anche se non mancavano le litigate, all’inizio per la mia gelosia. Ho pianto tanto quando se ne è andato, ma c’era mio figlio Corrado, sua moglie Veronica, e i miei tre nipoti, Franco, Federico, Riccardo, abitano al piano di sopra, vengono sempre sotto, è il vantaggio di aver avuto un marito immobiliarista, abbiamo potuto far avere a nostro figlio una casa proprio di sopra» (Virna Lisi)
 
Sinatra «Cercò di baciarmi, quel piccoletto impertinente, ma io avevo un bambino piccolo e a casa, a Roma, mi aspettava l’amore della mia vita, che pure da un punto di vista estetico dava a quel piccoletto una marea di punti. Mi sottrassi a quell’abbraccio non cercato e gli tirai uno schiaffo sulla bocca, come si fa con i bambini se dicono una parolaccia. Col rumore di quello schiaffo capii che la mia avventura americana era agli sgoccioli» (Virna Lisi a proposito di Frank Sinatra)
 
Barboncino Franco Pesci che conquistò Virna Lisi regalandole un barboncino mentre lei recitava a teatro.
 
Bocca Virna Lisi venne fuori con la pubblicità al Carosello del dentifricio in cui le dicevano: «Con quella bocca può dire ciò che vuole». Una bocca impreziosita da un neo al lato inferiore «che anni dopo decise di togliersi perché si era un po’ inspessito» ricorda la sua amica Paola Comin, la regina degli uffici stampa dei grandi attori.
 
Abiti Lapo Elkann, quando si sente più vulnerabile, indossa un abito di nonno Gianni. A quel punto: «Mi sento protetto, amato, sostenuto».
 
Chiappe Marina Di Guardo, autrice di romanzi thriller non ché madre di Chiara Ferragni, suscitando l’ilarità di Roberto D’Agostino, che l’ha sempre graziosamente detestata e ripostava le foto che lei pubblicava sui suoi social in tanga (ovviamente griffato) chiappe al vento.
 
Zanì La Zanicchi mandò Alberto Sordi in bianco dopo un invito in camera d’albergo. Sordi, racconta lei, fu veloce e agguantante come un polipone, con otto mani («ovunque») ma, con una scusa, Iva lo mollò quando lui pensava di essere quasi arrivato al dunque con la promessa di tornare. Non lasciò solo il letto e la camera, ma perfino l’albergo. Sordi non se la prese, ma quando la incontrava le diceva: «Ah Zanì, non sai che te sei persa!».
 
Sordi «Sì, l’ho amato, di un amore intenso, puro. Sesso? Cerchiamo di non parlare di volgarità quando si parla di una persona così il corpo va oltre. Posso solo dire che lo avrei sposato senza nemmeno pensarci per un momento. Ero estasiata quando gli parlavo, era un artista pazzesco, ma era anche un uomo pazzesco, di un fascino che aveva quasi una sua luce» (Valeria Marini a proposito di Alberto Sordi)
 
Provino Alberto Sordi che durante il primo provino in macchina a Valeria Marini disse fuori copione: «Sta’ attenta al camion! Sta attenta al camion». Temeva che, distratta dalla scena, andasse sbattere.
 
Lollo «Sono stata sua amica per qualche giorno, poi l’ho sfanculata: mi cercava solo quando le facevo comodo» (Iva Zanicchi a proposito di Gina Lollobrigida)
 
Avarizia «Monica Vitti era di un’avarizia mostruosa. Una volta venne a casa con una tortina piccola, ma così piccola, che sembrava la definizione stessa di avarizia» (Franca Valeri)
 
Sterco San Basilio Magno considerava il denaro sterco del diavolo.
 
Pipì Quella volta che, alla Biennale di Venezia del 2001, Marina Ripa di Meana rovesciò su Vittorio Sgarbi quella che lei chiamò «pipì d’artista» cui seguì una scenata ripresa per decine di volte da tutte le tv.
 
Suole Gianni Versace si faceva spedire da Londra scarpe inglesi costosissime di coccodrillo, ma le faceva risuolare subito con la para al posto del cuoio: «Perché fanno un passo più comodo» 
 
Passeggiate Gianni Versace, pur avendo un esercito di assistenti e maggiordomi, non aveva perso il senso della vita. La passeggiata, i giornali, il caffè al bar.
 
Compagno Antonio D’Amico, compagno di Versace dal 1982, morto nel 2022: «Stavamo uniti ventiquattro ore al giorno, ci sembrava impossibile scindere le nostre vite, pensavamo di invecchiare insieme. Quando morì, il 15 luglio del 1997, la vita mi crollò addosso, per otto anni sono rimato basito, stordito, sconvolto. Il nostro era un rapporto troppo forte. Poi, poco alla volta, mi sono ripreso, anche grazie al lavoro. Ho un compagno, da molti anni ormai, Alberto, che non c’entra nulla con la moda, ha un’agenzia di viaggi e non ama mostrarsi. Con lui ho ricominciato a vivere, ma ancora oggi, dopo più di venticinque anni dall’uccisione di Gianni, se mi fermo a pensare mi viene di nuovo un groppo in gola, che non si scioglie, per ore. Non si possono cancellare quindici anni di vita in comune interrotti così. Perché quel passato è anche il mio presente: una metà di me è morta con Gianni».
 
Primo Iva Zanicchi ebbe il suo primo uomo a 26 anni e, imbranata com’era, è rimasta incinta al primo colpo (di Michela, che l’ha resa nonna due volte). Lui era Tonino Ansoldi, figlio del padrone della sua casa discografica, la WEA.
 
Burton Iva Zanicchi rifiutò pure Richard Burton. «L’avevo incontrato a Palermo, in albergo. Lui stava girando il film Il viaggio, con Sophia Loren, io invece ero con Walter Chiari, in tournée con una commedia esilarante. Vedo un tizio a un tavolo del ristorante dell’albergo, mi guarda, lo guardo, toglie gli occhiali e mi fulmina con i suoi occhi e capisco che è lui, il più figo di tutti i divi del mondo. Sarebbe finita lì se non fosse arrivato Chiari, che parlava bene inglese e si conoscevano. Da quel giorno Burton ha continuato a mandarmi bigliettini, attraverso i camerieri, forse per far sbarellare Walter, a cui non l’ho mai voluta dare, ma che ci teneva che lo facessi sapere in giro “Così non faccio la figura di quello che non ci ha provato”». La storia con Burton, pare, rimase più che bianca (così mi assicura Iva), ma quando lui la invitò a Londra, Walter sbiancò: «Abbiamo perso la primadonna, ora parte con lui». Invece Iva neanche accettò. Pazza? «Avevo a casa una figlia e un marito, dove volevi che andassi?».
 
Sesso «Io rimango un’olimpionica del sesso. Ma che cosa hai capito? Sono un’olimpionica del sesso perché lo faccio ogni quattro anni» (Iva Zanicchi)
 
Reggicalze Loredana Bertè che si presentò a un ricevimento a Stoccolma di Re Carlo Gustavo di Svezia, con reggicalze a vista
 
Figli Sandra Milo che a novant’anni continuava a lavorare perché voleva aiutare i figli Ciro e Azzurra: «Questa è la mia vita, io devo occuparmi di loro»
 
Lavoro Sandra Milo, nata a Tunisi come Salvatrice Elena Greca, lavorava già a dodici anni per aiutare la madre, la nonna, capofamiglia (ma mai matriarca) già da bambina, perché nel dopoguerra i bambini, quelli delle classi povere, facevano le cose da adulti già a dieci anni, se non prima. Non ha mai abbandonato la mamma e l’ha aiutata anche a morire come «mi aveva chiesto, a soli cinquantatré anni, distrutta da un tumore».
 
Gli amori di Giovanni Terzi Giovanni Terzi è stato un politico, ha avuto anche delle grane (dalle quali ne è uscito pulito come l’anima di un bambino), un primo divorzio, dopo un figlio, Lodovico, che sembrava non accettare quella decisione, una storia d’amore pesante con Dalila Di Lazzaro (rapporti congelati), poi una seconda moglie, Silvia (che gli ha dato un figlio, Giulio), altro divorzio e lei che ha avuto una bambina dal nuovo compagno (rapporti ottimi tra tutti e lui è andato anche in ospedale a portare Giulio a conoscere la sorellina). Anche per lui il mare è stato più che agitato e quando si è sballottati a destra e a manca (anche per scelte proprie) i lividi non mancano.
 
Testimone Giovanni Terzi che per le sue nozze di Simona Ventura ha chiesto Stefano Bettarini, primo marito di lei, di fargli da testimone.
 
Rimorsi «I veri acciacchi dell’età sono i rimorsi» (Cesare Pavese).
 
Agorafobia Kim Basinger che per anni ha sofferto d’ansia in maniera patologica e di agorafobia: «Non uscivo di casa, non andavo a cena. Era come se qualcosa si spegnesse completamente dentro di me e dovessi reimparare tutto. Ho dovuto perfino reimparare a guidare». Ad aiutarla a riprendersi prima sua figlia Ireland e poi il suo parrucchiere Mitch Stone, di undici anni più giovane, di cui lei si è innamorata.
 
Gli amori di Afef Afef da giovanissima aveva sposato (prime nozze) un vicino di casa in Tunisia, dove è nata. Matrimonio, a mio parere, fatto per sfuggire alla disciplina di una famiglia (…). Poi era arrivata a Parigi, lanciata da Jean-Paul Goude, il regista fotografo che ha lanciato anche Grace Jones. L’arrivo in Italia e l’incontro con l’avvocato Marco Squatriti, che ha sposato (seconde nozze) e la vita a Roma dove lui aveva (gliel’ho fatto ripetere perché non ci credevo) una casuccia con ventuno (sottolineo: ventuno) persone di servizio. E arrivò un figlio, Samy, oggi ottimo professionista e il lavoro di intervistatrice per Non solo moda, su Canale 5. Ad Afef si aprì il mondo dei grandi imprenditori: incontrò per un’intervista Marco Tronchetti Provera, il più ricercato neoscapolo (Cecilia Pirelli lo aveva lasciato perché si era innamorata di Carlo Luigi Scognamiglio Pasini, presidente del Senato dal 1994 al 1996). L’ira delle cagnette a cui aveva sottratto l’osso (le signore bene di Milano in cerca di marito) fu implacabile, ma il matrimonio (il terzo) andò avanti diciassette anni. Per lei Tronchetti comprò da Giorgio Falck la tenuta “Le Mimose” a Portofino, e in Piazzetta si andava per vedere le belle barche e per vedere l’immagine più preziosa del golfo del Tigullio: Afef, che scendeva a piedi in sandali anche d’inverno. Quante colazioni da Puni, che allegria. Il più allegro di tutti era Alessandro Del Bono, amico di Tronchetti, figlio unico dei fondatori della Mediolanum Farmaceutici, fondata proprio dalla sua famiglia nell’ormai lontano 1972. Alessandro non è solo nato bene, ma sotto la sua guida l’azienda è diventata un colosso mondiale. Non poco per un signore che ha solo cinquantasei anni, uno meno di Afef. Pure lui era un neoscapolo molto ambito (divorziato con una figlia da Cristiana, ora sposata ad Aristide Merloni). Ridi oggi, ridi domani, Afef si innamorò (lui era già cotto da subito).
 
Mamma Antonella Clerici a proposito della compagna del padre: «Quando mia mamma Franca venne a mancare, mio papà si chiuse in un lutto profondo per oltre due anni. Ma poi mamma Franca, da lassù, ci ha messo lo zampino: è lei che ci ha mandato Graziella!».
 
Padre «Con lui ho perso una presenza importante perché mi è sempre stato accanto, quando ero piccolo e durante la crescita, aiutandomi negli studi. Il ricordo più bello è legato a un momento specifico: quello in cui mi disse, io ero piuttosto piccolo, “Ti voglio dare tutto l’amore che non ho mai potuto ricevere”» (Vittorio Emanuele a proposito della morte del padre).
 
Ubriaco Gérard Depardieu non ha resistito a raccontare nella sua biografia della madre che aveva cercato di abortire, che da subito aveva capito di piacere agli omossessuali, si faceva pagare, spesso li menava, e li rapinava, del furto di una macchina, la galera, l’alcol («Bevo quattordici bottiglie di vino al giorno… non riesco a dormire se non sono ubriaco»).
 
Hiv «Ciao sono Elena Di Cioccio, ho quarantotto anni e da ventuno sono sieropositiva. Ho l’HIV, sono una di quelli con l’alone viola. Ero molto giovane quando questa diagnosi stravolse completamente la mia vita. All’inizio ho avuto paura di morire, poi di poter fare del male al prossimo. “E se contagi qualcuno?” mi dicevo, “Non me lo perdonerei mai”. Non è mai successo, non ho mai contagiato nessuno e non sono morta… Invece in questi ventuno anni, mentre le terapie mi consentivano via via di vivere una vita sempre più normale, a uccidermi è stata una smisurata vergogna di me stessa… Oggi sono fiera di me, non mi vergogno più. Io non sono pericolosa, sono negativizzata e finché mi curo non posso infettare nessuno. Potete toccarmi, abbracciarmi, baciarmi e tutto il resto. Se volete continuare ad avere paura, io lo accetto, però girate lo sguardo verso il vostro vero nemico: l’ignoranza» (monologo di Elena Di Ciccio, figlia Franz Di Cioccio, il musicista della Pfm – Premiata Forneria Marconi e conduttrice di Le iene).
 
Lettera Andrea Ruggeri che scrisse una lettera d’amore ad Anna Falchi da pubblicare su Novella per i suoi cinquant’anni negli stessi giorni in cui lei lo lasciò. I due stavano insieme da dieci anni e mezzo.
 
Gli amori di Catherine Spaak Conosce Fabrizio Capucci, lo sposa. I due hanno una bambina e vanno a vivere dai cognati Marcella e Roberto, già affermato stilista. Ero ospite a casa Capucci, con i miei cognati Marcella e Roberto, già affermato stilista. Ma non mi sono mai sentita a mio agio e me ne andai con la bambina». La denunciarono, venne quindi arrestata. «Così mi riportarono a Roma con mia figlia, per tutto il viaggio in braccio a un carabiniere». E da allora il rapporto con la figlia Sabrina fu difficilissimo e doloroso. Spero ora che la figlia abbia capito sua madre. Poi incontrò sul set Rai di La vedova allegra Johnny Dorelli, secondo marito, e arrivò Gabriele, che ora sta con una collega di Catherine, Antonia Liskova. Lei era molto orgogliosa del figlio, produttore e regista di talento. Poi era arrivato un terzo marito, che l’aveva fatta molto soffrire, mi diceva, un architetto, di cui non parlava volentieri. Un giorno mi raccontò che si era innamorata di nuovo: «Lui era un comandante di navi e con un nome particolare: Vladimiro». Qualche tempo dopo si era arresa e si era risposata: «In Sicilia, niente foto, niente di niente, nemmeno gli invitati, solo i testimoni». Vladimiro aveva diciotto anni di meno e lei lo seppe quando ormai stavano insieme, «ma è talmente riservato che mai finirà sui giornali» e così è stato. Non so come mai, ma quando nel 2020 lei ha avuto la prima emorragia si separarono, credo per una scelta di lei. Ma lui le è sempre stato vicino fino alla sua morte.
 
Spaak Catherine Spaak, a nove anni fu messa con sua sorella Agnes in collegio. E per molto tempo per lei quel collegio fu come una punizione ingiusta. A 15 arrivò a Roma per un film di Lattuada e nacque il suo personaggio di ragazza libera, d’Oltralpe, minigonna e scarpe basse, niente trucco e shampoo fatto in casa. Trasmetteva la voglia di vivere e di libertà dei giovani anni Sessanta, ma lei ci metteva anche uno spessore culturale che scaturiva da una famiglia importantissima.
 
Eroi /1 «La nonna paterna fu la prima donna senatore in Belgio e suo figlio Paul Henry divenne primo ministro molte volte. Sua zia, Suzanne Spaak, era stata una partigiana, riconosciuta “Giusta tra le nazioni” per l’impegno dimostrato nel salvare centinaia di giovani ebrei durante l’Olocausto e uccisa per questo dai nazisti che occuparono Parigi il 12 agosto 1944, pochi giorni prima della liberazione della capitale francese. Fu Heinz Pannwitz, soprannominato il Boia di Praga, a ucciderla in cella» [Alessi].
 
Eroi /2 Giorgio Cavalli, padre di Roberto, fu preso nel 1944 dai nazisti della Wehrmacht e fucilato a Cavriglia, in Toscana. Roberto aveva solo 4 anni.
 
Giorgio Roberto Cavalli, tre mogli e sei figli. L’ultimo, Giorgio, nato quando nato quando lui aveva 82 anni.
 
Droga Emanuele Filiberto di Savoia ammise di aver provato la droga ma che per il grande rispetto che aveva per la sua famiglia riuscì a non caderci dentro. Ammise anche di essere stato operato a una forma tumorale al naso.
 
Cancro «Questo cancro mi rompe i coglioni da diciotto anni, ma non gliela do vinta» (Marina Ripa di Meana)
 
Frana «Come mamma e come nonna sono stata una frana. Però posso affermare con certezza di essere stata un ottimo padre» (Marina Ripa di Meana).
 
Prosciutto Rimasta sola con la figlia Marina non aveva un soldo. Con l’amica Paola Ruffo di Calabria, che sarebbe diventata poi regina del Belgio, aprì una sartoria a Roma: «Tiravo avanti. Pensa che non riuscivo a pagare nemmeno il prosciutto dal salumiere. Così quando uscivo di casa facevo una strada lunga per non passare davanti alla sua vetrina e Lucrezia mi domandava perché anziché andare a destra andassi a sinistra, facendo il giro della casa».
 
Amori di Marina Ripa di Meana il duca Alessandro Lante della Rovere (uomo difficile, con cui il rapporto durò pochissimo), il ricchissimo conte Dino Pecci Blunt (che la buttò fuori casa per far posto alla nuova fidanzata), il pittore cocainomane Franco Angeli (e lei, per procurargli la coca andò a letto con altri uomini, per soldi. Storia che raccontò nel libro autobiografico Cocaina a colazione, del 2005. Poi si innamorò di lei il giornalista Lino Jannuzzi (liti, urla, al punto che furono sbattuti fuori dal Grand Hotel di Roma. Altro giro, altro libro: Colazione al Grand Hotel, del 2016). Per fortuna arrivò Carlo Ripa di Meana ma con lui anche Vittorio Sgarbi.
 
Passione /1 «Una passione che prevedeva anche il sesso, ovvio, ardente, ma Marina era presa anche da un’idea artistica della nostra coppia, che sembrava riproporre quella di Scott Fitzgerald con la moglie Zelda. Marina e io sembravamo una coppia letteraria, un libro vivente. Giravamo per il mondo con amiche pornostar, i fotografi ci riprendevano, ma per noi era come se non ci fossero stati, eravamo assolutamente naturali nella nostra trasgressione senza ostentazione, tra quattro mura, come nella vetrina di un locale» (Vittorio Sgarbi a proposito della sua relazione con Marina Ripa di Meana).
 
Passione /2 Anche Carlo Ripa di Meana di amanti ne aveva avute a centinaia e tra quelle non mancava anche un uomo, un travestito del Parco Ravizza di Milano (allora non c’erano ancora i trans): «Me la ricordo bene, Gianna: rossa, gambe forti, vocione profondo, tanga amaranto. Passeggiava al Parco Ravizza. La feci salire sulla mia Giulia una notte del 1970, tornando da un giro elettorale tra Mantova e Cremona, digiuno, stanco e sudato. Appena mi toccò esplose la passione».
 
Testa «Marina ha perso la testa e quel che è peggio è che l’ha persa anche Carlo che sopporta e tace» (le amiche invidiose di Marina Ripa di Meana).
 
Fedele «Non ho mai avuto tanta considerazione, stima e fiducia come per mio marito. In questo senso sono stata la donna più fedele del mondo» (Marina ripa di Meana).
 
Querela In un editoriale Sgarbi criticò Carlo Ripa da un punto di vista politico e Marina da un punto di vista umano quando si smarcarono da Craxi: «Finsero quasi di non averlo mai conosciuto. Mi querelarono perfino e pagai milioni»
 
Sapore «Senza Marina non si ride, forse è la sola a dare un senso alla mia vita, anzi a dare sapore alla mia vita» (Carlo Ripa di Meana)
 
Risata «Nella risata ti si spalanca la bocca ma anche il cervello e nel cervello ti si infilano i chiodi della ragione. L’ossigeno della verità» (Molière)
 
Casa La villa di Ilary Blasi e Francesco Totti chiamata la Casa bianca
Nota: Alessi scrive la Casa bianca dell’Eur ma sta a Casal Palocco.
 
Ricchezza «È chiaro che non è la ricchezza il bene da noi cercato. Essa infatti ha valore solo in quanto utile, cioè in funzione di qualcos’altro» (Aristotele)
 
Schivitù «Il denaro che si possiede è strumento di libertà; quello che si insegue è strumento di schiavitù» (Jean-Jacques Rousseau)
 
Niente «Quando Maurizio era direttore di Canale 5 ci presentavamo spesso, Enzo e io, nel suo ufficio con una scusa solo per far casino, con lui che dopo mezz’ora di nostre battute perditempo, di discorsi senza capo né coda ci diceva ridendo: “Ma che volete?”. Niente, non volevamo niente, volevamo stare con lui. Perché era bello parlarci, starci insieme, cazzeggiare con Maurizio (Ezia Greggio in una lettera aperta a Maria De Filippi dopo la scomparsa di Maurizio Costanzo).
 
Calendari A Roberto Alessi non piacciono i calendari. «Ma quando ne Il ciclone di Leonardo Pieraccioni Massimo Ceccherini si rivolge al mese del calendario esposto sulla sua parete e dice «Te, Giugno, tu ti tingi un po’ troppo i capelli» confrontando il castano pubico con la chioma platino, ho riso e non ho certo pensato alla mercificazione di Miss Giugno.
 
Sexy Il calendario di Helmut Newton fu talmente sexy e spudorato che scandalizzò l’allora amministratore delegato della Pirelli, Filiberto Pittini, che preferì pagare trecento milioni di lire per ritirare gli scatti che poi, per il 50° anniversario, furono pubblicati nel libro celebrativo.
 
Beneficenza Dalla sua nascita il calendario ha donato oltre 3,4 milioni di dollari a enti di beneficenza in tutto il Paese.
 
Diavolo Marina Fiordaliso che pur non essendo religiosa è convinta che il Covid che le ha portato via la mamma, sia stato mandato dal Diavolo.
 
Scale Ivana Tump, aveva solo settantatré anni, ma forse è morta come voleva lei: dopo un pranzo al ristorante preferito sotto casa, all’Altesi Restaurant, cucina italiana (dopo due anni in cui, terrorizzata dal Covid, aveva vissuto quasi in clausura), a New York. Dopo aver fatto quattro chiacchiere con la proprietaria del ristorante, è salita nella sua palazzina e si preparava ad uscire per andare dal parrucchiere. Sotto l’aspettava l’autista, in casa non c’era nessuno, Dorothy, la sua assistente la chiamava. Sono arrivati i pompieri che hanno sfondato la porta: era sulle scale, forse caduta, il suo cagnolino le si era accoccolato accanto, come un ultimo atto d’amore per la sua padrona. Un arresto cardiaco.
 
Sci Il primo marito di Ivana, Alfred Winklmayr, era un maestro di sci che lei avrebbe impalmato per ottenere la cittadinanza austriaca e abbandonare la Cecoslovacchia, dove era nata il 20 febbraio 1949.
 
Tutto «Non prendetevela, prendetevi tutto». Battuta di Ivana Trump dopo che Donald l’aveva platealmente tradita. Tutto non si prese ma almeno cento milioni sì.
 
Gli amori di Ivana Trump Aveva conosciuto l’immobiliarista Riccardo Mazzucchelli, ma il matrimonio fallì dopo due anni. Ebbe una storia, non so fino a che punto vera, con il conte Roffredo Gaetani, titolare della concessionaria Ferrari a Long Island, morto in un incidente stradale nel 2005. Poi Gargia le presentò Rossano Rubicondi che aveva conosciuto quando faceva il commesso da Versace a Londra per imparare l’inglese. Rimasero insieme dodici anni, tra feste, viaggi, case, gran- di brindisi. Mi colpiva quando veniva in spiaggia a Saint Tropez, a me portavano subito l’acqua, a lei un bicchierone con una piscine (grande bicchiere con tanto ghiaccio) di champagne Cristal rosé. E con lui tante, tante litigate, ma era passione ed era un bene autentico quanto rumoroso. Stranamente la loro storia finì proprio con un matrimonio durato appena tre giorni: lui s’era innamorato di una certa Milu Vimo. Divorziarono, ma non si sono mai lasciati veramente, sempre uniti, sempre battaglieri, come li abbiamo visti più volte in tv
 
Escort «Sì, ogni tanto mi capita di chiamare un escort per signore. Esistono, ci sono, sono bravi non solo a letto, son gentili, ed è sempre meglio, se hai voglia di fare sesso, di qualche giocattolino: li ho provati, ma non sono fatta per la meccanica. All’inizio sono andata come tante sui siti di gigolò per donne, poi conosciuto uno ti passano i numeri, senza bisogno di esporti più di tanto» (una diva vera, un tempo iperpopolare, che ora vuole rimanere anonima).
 
Compagnia «Dopo una certa età il sesso “per il sesso” non basta: lo fai per compagnia, perché anche la compagnia ha un valore. Pensa che ho avuto quasi una storia: lui era tedesco, multilingue, dopo un po’ abbiamo smesso anche di avere intimità e a quel punto abbiamo lasciato perdere» (una diva vera, un tempo iperpopolare, che ora vuole rimanere anonima).
 
Professionisti Ma a te come è venuto in mente di cercare un incontro mercenario? Ti basta entrare in una hall d’albergo per avere decine di ragazzi pronti ad amarti. «Tu non hai idea come sono deludenti quelli che si propongono per un amore mordi e fuggi. Non hanno tatto, educazione e poi, se sei famosa sono più attratti dall’uscire con quello che rappresenti che per quello che sei». Ma la differenza qual è? «La differenza sta nel fatto che questi ragazzi hanno fatto di questi incontri una professione: non vogliono diventare famosi, non cercano i paparazzi, anzi li fuggono perché quando diventano un nome nessuno li cercherà più» (una diva vera, un tempo iperpopolare, che ora vuole rimanere anonima).
 
Confesisone Lo confesserai mai in tv? «Bello, non lo fanno gli uomini, e non hai idea quanti colleghi lo fanno sia con escort, donne e uomini, perché dovrei farlo io» (una diva vera, un tempo iperpopolare, che ora vuole rimanere anonima).
 
Libro Ma non è imbarazzante pagare? «Lasci un libro all’ingresso con dentro un paio di centoni. E lo doni come piatto del buon ricordo» (una diva vera, un tempo iperpopolare, che ora vuole rimanere anonima).
 
Gigolò Un gigolò prende circa 50 euro l’ora. Poco più di un idraulico.
 
Quaranta/1 Madonna che dice che l’età dei suoi fidanzati deve essere di almeno quarant’anni meno della sua e si dice felicissima (ma il denaro e la chirurgia aiutano).
 
Quaranta/2 Cher, costretta dal fidanzato a venire allo scoperto. Lei ha settantasette anni, lui, un musicista che si chiama Alexander Edwards, ne ha trentasette, quaranta meno di lei. Lei ora dice: «Ho passato tutta la vita a sconsigliare fermamente alle mie amiche di mettersi con uomini più giovani, con decisione ferrea non ho mai risposto a un messaggio di corteggiamento e sono sempre fuggita direi seccata da inviti a due senza conoscere a fondo la persona. Bene, con Alex ho fatto tutto questo. Lo consiglio a tutte, ovviamente tenendo sempre gli occhi aperti»
 
Quarantadue Paola Borboni, gigantesca attrice, appena rimasta vedova, dopo un incidente che aveva coinvolto anche lei, del marito Bruno Vilar, poeta e attore di quarantadue anni più giovane, morto a soli trentasei anni. Mi diceva: «Caro Roberto, la vita com’è ingiusta, pensa che quando lo portavo dai miei amici dicevo sorridendo: “Ti presento il mio vedovo”. E vedova sono rimasta io». 
 
Quarantacinque Pamela Prati, sulla differenza d’età s’è fatta prendere la mano, ma ha meno problemi: è single, risolta, regista della sua vita, ma ha quarantacinque anni più di Simone Ferrante, il modello di diciannove che frequenta da dieci mesi.
 
Energia Sylvester Stallone che quando era sposato con Brigitte Nielsen era in fissa col taoismo. Faceva all’amore, ma evitava sempre di concludere per reintrodurre. Credeva, che altrimenti le energie del suo corpo sarebbero andate a Gitte.
 
Orologio Metti una sera a cena Marta Marzotto con la sua amica rivale Marina Ripa di Meana. La prima indossava un prezioso orologio gioiello a forma di rana, disegnato da lei stessa. Le seconda le fece un complimento. E subito la prima se tolse: «Te lo regalo».
 
Contessa Marta Marzotto che era diventata anche contessa, e si faceva chiamare contessa, ma ricordava a tutti che suo padre era un casellante delle ferrovie, che per qualche anno era stata in un brefotrofio tanto i suoi erano poveri, che correva a piedi nudi sui prati e che il suo primo lavoro era stato quello di mondina, come la mamma: «All’inizio mi vergognavo, poi Guttuso mi ha insegnato il valore delle mie origini».
 
Polenta Marta Marzotto sulla tavola di casa sua faceva scodellare un’enorme polenta su un tagliere gigantesco con le spuntature di maiale e non metteva nemmeno i piatti: si mangiava direttamente dal tagliere di legno, come i contadini un tempo. La imitarono tutti e tutte, ma a lei veniva meglio.
 
Bicchieri Marzotto faceva collezione di bicchieri veneziani che comprava per due lire ai mercatini e li usava, spaiati com’erano, sulle sue tavole e nei suoi buffet. Ora sono esposti in una sorta di libreria a muro, accanto ai quadri di Guttuso.
 
Canto Al Bano aiutò Maria Scicolone a incidere un disco: «È pure portata al canto»
 
Loren «Quando ho perso mia figlia a New Orleans, sono partito subito, con Romina. Sophia Loren mi chiamava ogni giorno: “Ricorda che lì io conosco tutti, mi conoscono tutti, chiedimi qualsiasi cosa, e chiamo io per farti aiutare a ritrovare tua figlia Ylenia. Sono qui, chiama quando vuoi, di giorno e di notte”». In quelle settimane anche Silvio Berlusconi gli mandava un telegramma al giorno: «“Al Bano”, mi diceva, “Dimmi quello che ti serve, qualsiasi cosa, io sono a tua completa disposizione. Se ti serve, il mio aereo privato è tuo già da ora, me lo devi solo chiedere”».
 
Funerale Silvio Berlusconi che al funerale di Carlo Bernasconi, suo amico, presidente di Medusa, pianse mentre leggeva un discorso.
 
Chili «Lotto sempre con i chili al punto che mi sono rivolta al dottor Lemme, odiato da tutti che però fa calare di brutto» (Iva Zanicchi)
 
Erede Camilla è la dimostrazione che volere è davvero potere. «Sarò l’erede di Diana» e quando lo disse, e pare sia certo, lo disse che Diana era ancora viva e sarebbe morta solo dopo qualche mese. 
 
Corona Camilla ha scelto per il 6 maggio non una corona nuova di zecca, ma un riciclo che viene perfino fatto passare per una scelta eco-sostenibile. Era quella della regina Mary realizzata da Garrard (un nome che produce gioielli dal 1735) nel 1911 per l’incoronazione del marito Giorgio V. Recita testualmente il comunicato di Buckingham Palace: «La scelta della corona della regina Mary da parte di sua maestà. È la prima volta nella storia recente che una corona esistente verrà utilizzata per l’incoronazione di un consorte invece di una nuova commissione, nell’interesse della sostenibilità e dell’efficienza».
 
Diamante Il cambiamento più vistoso sulla corona di Camilla è la rimozione del Koh-i-Noor, considerato il diamante più grande al mondo. Un portavoce del primo ministro indiano, Narendra Modi, ha detto: «Riporta ricordi dolorosi del passato coloniale». Wikipedia dice che il Koh-i-Noor fu consegnato nel 1849 dal Maharajah del Punjab, che allora aveva dieci anni, alla Compagnia delle Indie Orientali Britanniche come atto formale di sottomissione alla regina Vittoria.
 
Star Con Alberto Tarallo erano diventate star in tanti. Era successo a Garko. Era successo a Pamela Prati, scoperta da Alberto con Anita Ekberg quando faceva la com- messa in un negozio, o a Dalila Di Lazzaro, che a diciassette anni era una star internazionale, ma che lui aveva aiutato in un momento meno popolare, o a Tinì Cansino, che aveva una figlia da mantenere e lui ne ha fatto la stella di Drive In, o a Eva Grimaldi che lavava i bicchieri in un bar, e lui ne fece una celebrità, pure lei fuggita dalla scuderia quando Tarallo  divenne Lucifero, quello della setta di Zagarolo, indicato così dai media dopo le confidenze al Grande Fratello Vip tra Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, un tempo star della scuderia Tarallo. ci vuole poco per distruggere un uomo
 
Fuori Tarallo obbligava i suoi attori a vestirsi in un certo modo, chiedeva loro di apparire sui giornali con i partner adeguati, con i capelli sistemati in un certo modo, il trucco in un altro. Una carogna, perché se non obbedivi eri finito, buttato fuori, ignorato, proprio come si legge nelle biografie degli agenti americani di Hollywood. Gli agenti e i produttori mettono sempre al primo posto il prodotto, il lavoro. L’amore, la famiglia, tutto viene dopo. E Tarallo non era da meno evidentemente perché su di loro rischiava soldi suoi e quelli degli investitori, guai sgarrare.
 
Coppia Barbara d’Urso e Flavio Briatore, senza troppo dare nell’occhio, escono insieme. Che Barbara e Briatore debbano essere considerati una coppia forse è presto, sia lei sia lui si dichiarano da anni più che single, ma gli amici di lui soprattutto, si augurano possano presto trovarsi: «Finalmente una donna del suo livello, adatta, che sa, conosce, in più bellissima, il che non guasta»
 
Tv Francesca Fagnani ha detto che crede che Mentana sia contento della sua carriera in tv, ma non lo intervisterebbe mai. Non ha bisogno dei suoi consigli perché «la mia tv è moto diversa dalla sua».
 
Fulmine Fagnani e Mentana si sono conosciuti in montagna. «Avevamo amici in comune», dice. Non era certa dell’uomo, troppo diversi, lui anche troppo più grande (22 anni). Lui l’ha dovuta corteggiare a lungo e spiega: «Non sempre c’è il colpo di fulmine. Alcune persone ti crescono dentro».
 
 
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