La Stampa, 10 giugno 2024
So’ Lollo
Nella politica italiana c’è niente da ridere? Ma no, c’è Lollo. Forse non si è rivelato il ministro più competente del Meloni I. Ma il più divertente, sicuramente sì. Come parla, sbaglia. E visto che non tace mai, è sempre sui giornali, dacci oggi la nostra gaffe quotidiana. Lollo è la manna dei titolisti, il ministro fatto meme, pura carne da social, e nemmeno coltivata: spontaneo e naif, come natura crea. Con lui, la tradizionale commedia all’italiana approda al teatro dell’assurdo. È un Alvaro Vitali che recita Ionesco. Altro che so’ Lillo: so’ Lollo! Come re delle gaffe, se la gioca con Gennaro Sangiuliano. Ma Genny, quando per esempio ammette allo Strega di non aver letto i libri che ha appena votato, almeno si rende conto di averla detta grossa, arrossisce, tenta (invano) di correre ai ripari. Lollo, no. Lui la gaffe la rivendica, la difende, la ribadisce. Errare è umano, perseverare lollesco.
Ultimo episodio, ieri. Si è appena scoperto che il capo dell’ufficio stampa di Lollo, Paolo Signorelli, chattando con Fabrizio Piscitelli alias “Diabolik”, boss ultrà, estremista di destra e trafficante di droga poi morto ammazzato, si esibiva in elogi ai terroristi neri, deliri antisemiti ed effusioni per noti criminali, chiedendo al caro Diabolik di esporre in curva uno striscione sui «negri di merda». Non solo: lo stesso Signorelli viene assunto da Lollo quando è già stato condannato a un anno e mezzo per aver accoltellato un tifoso greco per strada a Roma, ed è in attesa del processo d’appello, poi evitato grazie alla prescrizione. E Lollo che fa? Posta una foto dove infila la scheda dell’urna con questo commento: «Ai veleni delle penne e all’arroganza degli sciacalli risponda la forza della tua matita». Insomma, chiedere che i ministri della Repubblica non siano amici degli amici di Diabolik è sciacallaggio.Dunque, Lollobrigida Francesco, 52 anni, di Tivoli, una bisnonna in comune con Gina, laurea in Giurisprudenza in un’università telematica che è comunque meglio di quella della vita, già soprannominato “Beautiful” in gioventù nel relativo Fronte, compagno di Arianna Meloni sorella di Giorgia e padre di due figlie. Dal 22 ottobre ’22 ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, quindi “cognastro” (cognato più ministro), come lo chiama Michele Serra. Uomo che all’agricoltura e alla sovranità, alle foreste non si sa, crede molto. Tanto che in una memorabile occasione si è chiesto: «Quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene bene organizzate?». Eh, già: che ci vuole, basta attovagliare Putin e Zelensky intorno a un’amatriciana e la pace è fatta, mettete un supplì nei vostri cannoni, cessate il cuoco, e sventoli la bandiera della Brace. Fra le sue trovate, anche quella sul formaggio: «Vorrei imporre un piatto dedicato al formaggio nei menu degli esercizi di ristorazione», una battuta che stava già cadendo come il cacio sui maccheroni della satira quando Lollo si è affrettato a precisare: «Nessun obbligo», per fortuna, niente pecorino coatto e gorgonzola obbligatorio. Ma si sa, Lollo dixit, che «da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi», anche se non sempre alla Caritas la lista dei vini è all’altezza. A proposito di vini, a un senatore piemontese che lamentava i danni del clima impazzito sulla vendemmia, Lollo ha risposto che «per fortuna quest’anno la siccità colpisce molto di più le regioni del Sud e in particolare la Sicilia», suscitando il prevedibile entusiasmo nell’isola e l’intervento degli stenografi del Senato, che hanno pietosamente sostituito «per fortuna» con «purtroppo» nel resoconto della seduta. E le bestie? «Un modo per verificare il benessere animale in un’azienda agricola è chiederlo direttamente a loro», assicura Lollo postando una foto in cui accarezza una mucca (a proposito, ministro, ho chiesto ai miei gatti per chi votare. Mi hanno risposto che sono contro il suffragio universale).E tuttavia, perché limitarsi al proprio campo di competenza (si fa per dire)? Lollo spazia sull’intero scibile umano. L’episodio di lui che fa fermare il Frecciarossa in ritardo per trasbordare sull’auto blu è troppo noto, meno la sua formidabile precisazione: «Nessun trattamento di favore, ho agito nel rispetto del regolamento delle Ferrovie», certo, chi non ha mai fatto fermare un treno alzi la mano. Poi ci fu la famosa battuta sulla «sostituzione etnica» di cui sono minacciati gli italiani, che sembrò una citazione del fantomatico piano Kalergi, immancabile in ogni delirio suprematista. Ma Lollo se la cavò dicendo di non aver mai sentito parlare di ‘sto Kalergi: «Sono ignorante, non razzista» (sic). Lollo, unico in Italia, annuncia di «non aver visto» le immagini di Ilaria Salis in catene; Lollo spiega che «Aldo Moro, fortunatamente, grazie al suo sacrificio creò un allarme democratico che consentì di sconfiggere il terrorismo» (che fortuna, davvero); Lollo accusa i giornalisti di essere «cresciuti a champagne nelle loro redazioni, dove l’odore di letame non arriva» (quello delle fogne antisemite, però, sì). Ma forse è solo un problema di linguaggio, che il ministro ha qualche difficoltà ad articolare in forme comprensibili. E così si ascoltano Lollo-frasi tipo questa: il disegno di legge sui femminicidi «interviene in maniera efficace su una criticità che sembra essere all’attenzione dell’opinione pubblica solo quando emerge il fenomeno e quindi la criticità», ah, ok, e prosegue: «Una donna non si dovrebbe toccare nemmeno con un fiore, dice un proverbio, e invece tratterò un argomento che è quello della produzione dei fiori e delle piante nella nostra nazione», sì, ma con scappellamento a destra, mi raccomando.Dicono che Meloni (non Arianna, Giorgia detta Giorgia) sia stufa di un cognastro che straparla e che vorrebbe spostarlo in una posizione dove faccia meno danni e meno ridere. Lui naturalmente smentisce. So’ Lollo, barcollo ma non mollo. —