Corriere della Sera, 10 giugno 2024
I 40 anni di Manni
Quarant’anni saldamente radicati nel territorio salentino ma con una visione aperta, capace di guardare avanti, lontana da un meridionalismo localistico e stantio. Quella di Manni Editori è una storia familiare di impegno civile e sperimentazione creativa, nata nel 1984 intorno alla rivista «L’immaginazione» che ancora oggi si occupa di ricerca letteraria. Fondata da Piero Manni, scomparso nel 2020, e da sua moglie Anna Grazia D’Oria, che iniziarono la loro avventura nel soggiorno di casa (nella foto sotto, ritratti mentre preparano la spedizione delle riviste), nel corso degli anni la casa editrice si è arricchita del contributo delle due figlie Grazia e Agnese. Convinta militanza civile (nell’area della sinistra) e militanza letteraria sono sta- ti, fin dalla nascita, i cardini attorno a cui la famiglia ha sviluppato il progetto editoriale.
Da subito attorno a loro si è coagulato un cenacolo di intellettuali e scrittori, a partire da Romano Luperini curatore della collana «La scrittura e la storia» e da Maria Corti. Il primo libro uscì un anno dopo la nascita della rivista: Segni di poesia/lingua di pace è un’antologia sulla pace con versi di autori come Edoardo Cacciatore, Giorgio Caproni, Elio Pagliarani, Amelia Rosselli, Paolo Volponi, Andrea Zanzotto. Sono seguiti titoli di Franco Fortini, Luigi Malerba, Edoardo Sanguineti, Francesco Leonetti; dialoghi politici, come quello tra Pietro Ingrao e Alex Zanotelli, Non ci sto! Appunti per un mondo migliore, testi di sociologia, filosofia, antropologia, teatro e cinema. Un marchio che continua a essere un laboratorio pronto ad accogliere suggestioni e spunti che arrivano da ambiti diversi, come è successo nel 2016 con l’antologia Che dice la pioggerellina di marzo, dedicata alle poesie dei libri di scuola degli anni Cinquanta, una scommessa di Piero Manni diventata un grande successo, mentre nel 2017 il romanzo di Alberto Rollo, Un’educazione milanese, è entrato nella cinquina del Premio Strega.
Venerdì 14 giugno la Manni Editori festeggia questi quattro decenni di attività con un incontro nell’ex Monastero degli Olivetani di Lecce (ore 18.30) a cui partecipano autori e amici come Carlo D’Amicis, Mario Desiati, Antonio Prete, Alberto Rollo. Ci saranno le letture di Marco Baliani da Ballata della guerra di Sanguineti, i saluti di Viviana Matrangola e Fabio Pollice e Beatrice Stasi presenterà un importante progetto di ricerca sull’Archivio e la Biblioteca Manni-D’Oria. Nel maggio 2022 hanno ricevuto la Dichiarazione del ministero della Cultura di interesse storico particolarmente importante, un provvedimento formale disciplinato dal Codice per i Beni culturali e del Paesaggio. Da un paio di mesi è partito il progetto di ricerca Prin Pnrr delle Università del Salento, Roma Tre e Lum di Bari affidato a «Memoria. Servizi archivistici». «Ci sono tre persone, a volte quattro, che lavorano a tutte le carte» spiega Agnese Manni. Documenti della casa editrice, che ha sede a San Cesario di Lecce, ma anche personali: «Abbiamo scoperto che per alcuni anni mio padre – che pure non era un uomo particolarmente ordinato – aveva raccolto tutto il materiale che considerava importante. Ogni cartellina un anno; e dentro c’erano dalle mie letterine a Babbo Natale ai suoi carteggi con autori, agli interventi politici, ai francobolli stranieri». Famiglia e impresa, quasi la stessa cosa.