Corriere della Sera, 10 giugno 2024
La linea tranquilla di Tajani
ROMA Dice che l’obiettivo 10%, di cui parla da mesi, era «per far capire che non eravamo destinati a scomparire come molti preconizzavano un anno fa, quando Berlusconi ci lasciò. Ci davano per morti, dicevano che non avremmo superato la soglia del 4%: siamo vivi e vegeti. Da stasera il Ppe e il centrodestra sono più forti». E oggi che la sua FI è arrivata – secondo le proiezioni – vicina a quella soglia, Antonio Tajani può esultare: «Siamo un partito vero, e nuovo. Non è più solo la FI di Berlusconi, anche se si rifà a tutti i valori di Berlusconi, che continuiamo a portare avanti da forza moderata e tranquilla. A lui dedichiamo questa vittoria. Ma non siamo un partito museo. È cambiata classe dirigente, i volti e perfino la tipologia dei nostri esponenti, le età, e gli elettori. Siamo un partito che guarda al futuro. È un risultato straordinario».
È la «mutazione genetica», così la chiamano in FI, che ha portato al successo che questo voto certifica: «Abbiamo fatto congressi veri, non ci sono più nani e ballerine, non c’è solo un leader eccezionale al comando. Siamo un gruppo dirigente coeso», dicono gli azzurri. Certo, Tajani pensa che serva ancora togliere «incrostazioni» per far luccicare il partito: «Adesso dobbiamo lavorare per ottenere il 20% alle prossime Politiche. Non ci fermeremo un giorno».
Imprevisto forse è il possibile sorpasso sulla Lega. Oggi FI con Noi Moderati è il secondo partito del centrodestra, conterà per impedire uno scivolamento a destra troppo marcato. Si vedrà se sul terreno europeo, dove tutto è in rapido movimento, ma dove si esclude un accordo con le destre estreme, con la Le Pen. Con la Meloni, si vedrà. «Noi siamo il Ppe, primo partito. Saremo centrali ed essenziali».
Tajani non ha mai voluto fare della sfida alla Lega una bandiera, da battere «non erano i nostri alleati», e non saranno chiesti rimpasti e nuovi equilibri: «Siamo contenti che tutti gli alleati siano andati bene. Continueremo a collaborare». Anche perché, fanno notare dal partito, i loro capilista e volti da vetrina non erano pezzi forti alla Vannacci, che «vengono e vanno». E va detto che FI ha saputo stringere alleanze con forze civiche e Svp e Noi Moderati di Lupi. Ma la sommatoria, spesso, in politica fa perdere più che guadagnare e «noi invece siamo cresciuti». Ognuno ovviamente prendendosi i meriti: «I moderati sul territorio non sono così presenti...», dicono gli azzurri. Ma Tajani già annuncia «una grande iniziativa per chiamare a raccolta i moderati», compresi Svp e Noi Moderati, con un programma per il futuro perché «è il 20% l’obiettivo».