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 2024  giugno 10 Lunedì calendario

Sudan. Entro settembre 2,5 milioni di morti per la carestia

È uscito dai radar dell’informazione il Sudan, se non fosse per l’ostinazione di diverse Ong che con gravi rischi ancora vi operano, la guerra civile sudanese sarebbe nel dimenticatoio della Storia con il suo altissimo tributo di vite umane. Stavolta è ilthink tank olandese “Clingendael Institute” a denunciare che 2,5 milioni di persone in Sudan potrebbero morire di fame entro il prossimo settembre.
Il rapporto, che si basa sui dati pubblicati su raccolti, scorte domestiche, importazioni di grano e aiuti umanitari, prevede che se la situazione attuale continua, ci sarà un eccesso di mortalità di circa 2,5 milioni di persone. Secondo il rapporto, il 90% dell’eccesso di mortalità sarà concentrato nel 10% della popolazione totale, con il 15% degli abitanti del Darfur e del Kordofan, che probabilmente saranno i più colpiti dalla carestia e moriranno di fame e malattie.
Da quando sono scoppiati i combattimenti tra le forze armate sudanesi (Saf) e le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) nell’aprile 2023, la situazione della sicurezza alimentare si è rapidamente deteriorata a causa delle interruzioni logistiche causate dal conflitto, dell’esaurimento dei raccolti, del calo delle importazioni e dell’impennata dei prezzi del cibo. Nessuno dei due contendenti è riuscito in questi 14 mesi di guerra ad avere il sopravvento. Gli ambasciatori occidentali sono fuggiti ormai da quasi un anno, lasciando spazio a nuovi e sanguinari comprimari che alimentano questa mattanza africana. Se le cifre ufficiali parlano di 20 mila morti, è certo che le vittime hanno superato quota 100 mila. Nel vuoto diplomatico lasciato si sono inseriti gli Emirati Arabi Uniti, che sostengono le Rsf aiutate anche dagli ex-Wagner. Le Saf governative hanno ricevuto qualche fornitura dall’Iran e poco altro.
L’eccesso di mortalità in Sudan è legato non solo alla gravità della fame, ma alla sua durata. Inoltre, nel rapporto, si afferma che alcune parti del Paese hanno probabilmente già raggiunto il punto critico in cui la fame su larga scala si trasforma in morte su larga scala.