il Fatto Quotidiano, 10 giugno 2024
Europee: ha vinto Bossi, la Lega finisce dietro Forza Italia
La Lega esplode. Più del solito, più di quando i malumori del Nord rimangono sottotraccia o affidati ai retroscena politici. Stavolta il tonfo alle Europee – la quarta proiezione OpinioRai la dà all’8,5 per cento – significa subire il sorpasso da Forza Italia, stimato al 9,2, partito dato per morto un anno fa in concomitanza della scomparsa del suo leader Silvio Berlusconi. E soprattutto significa inaugurare la guerra interna al Carroccio, soprattutto dopo che Umberto Bossi ha annunciato il proprio voto a Marco Reguzzoni di Forza Italia, simbolo degli ex padani che hanno mollato Matteo Salvini.
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Alle 2 di notte in via Bellerio nessun leghista ha ancora commentato il voto, le uniche voci che si sentono sono tutte contro Bossi. Il primo è Andrea Crippa, il vice di Salvini, che a urne ancora aperte spiega di essere rimasto “un po’ deluso” dalle parole del Senatur. Poi ecco il capogruppo in Senato Massimiliano Romeo: “Mi rifiuto di credere che abbia detto una cosa del genere”, dice riferendosi all’annuncio di Bossi. Infine, quando i primi dati illustrano la disfatta alle urne, interviene il Generale Roberto Vannacci, il simbolo della campagna elettorale salviniana, candidato dal leader contro il parere di tutto il Nord: “Non essendo un politico – scandisce Vannacci – non so valutare dal punto di vista politico le sue dichiarazioni, ma dal punto di vista personale queste persone che cambiano faccia in base al vento mi sa di tradimento. Se avessi un amico che di punto in bianco cambia bandiera lo considererei un traditore. Il punto di vista politico lo lascio esprimere al segretario del partito”.
Nessuno nella Lega si era mai sognato di dare del “traditore” a Bossi. Figurarsi se a farlo è un candidato imposto dal leader e che – a prescindere dal numero di preferenze, quasi tutte prese fuori dall’elettorato leghista – sarà per sempre il volto di questa sconfitta alle Europee. Oggi Salvini dovrà spiegare e in molti nella Lega guardano già al congresso promesso per l’autunno: questa volta – è il ragionamento – si spera in un passo avanti dei big del Nord finora reticenti, su tutti Luca Zaia.
Si vedrà. Certo è che nelle ultime due settimane nella Lega l’aria era molto diversa, perché la campagna elettorale molto aggressiva di Salvini sul pacifismo si credeva avrebbe garantito un contro-sorpasso rispetto a Forza Italia. In via Bellerio si sperava addirittura in un 12 per cento. Non è andata così e in FI si festeggia. Tajani parla di “risultato straordinario” rivendicando una crescita rispetto all’8,1 delle Politiche 2022: “Una vittoria che dedichiamo al presidente Berlusconi. Da stasera, il centrodestra e il Ppe sono più forti”. Non solo: Forza Italia azzanna pure i centristi, in difficoltà sotto la soglia di sbarramento nelle prime proiezioni: “Renzi sta come Macron”, ironizza Licia Ronzulli. Campagna acquisti in vista.